Nuovi servizi

Per il vino la salvezza arriva dall’e-commerce

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Anche per una delle eccellenze italiane più tipiche in assoluto, il vino, l’e-commerce si sta rivelando una vera e propria salvezza: sia con la consegna direttamente da parte dei produttori, sia con l’avvento di nuove piattaforme che consentono di arricchire la propria cantina scegliendo le etichette migliori su Internet.

Rubrica settimanale SosTech, frutto della collaborazione tra Key4biz e SosTariffe. Per consultare gli articoli precedenti, clicca qui.

Da un certo punto di vista, gli ultimi mesi sono stati i mesi del surrogato. Lo smart working al posto del lavoro in ufficio. La DAD al posto della didattica in presenza (e la DAD, come ha detto il neo-Presidente del Consiglio Mario Draghi nel suo primo discorso al Senato, «pur garantendo la continuità del servizio, non può non creare disagi ed evidenziare diseguaglianze»).

Gli aperitivi con gli amici su Zoom al posto di quelli dal vivo, pericolosissimi per gli assembramenti. C’è perfino un’app lanciata l’anno scorso,  Drive and Listen, che permette di simulare un viaggio in auto, con tanto di traffico, nelle più grandi città al mondo, ascoltando le radio locali e recuperando un po’ di normalità da commuting quotidiano (con riprese che riportano a un mondo pre-coronavirus: nessuno indossa una mascherina).

Economia di pandemia

La pandemia insomma ci ha costretti a fare di necessità virtù per le cose importanti così come per quelle più frivole, che possono essere tali per noi ma non per chi di questo indotto vive.

Come sappiamo fin troppo bene, la chiusura obbligata dei ristoranti per evitare l’aumento dei contagi ha gettato un intero settore nella crisi più nera; il riflesso per chi semplicemente andava a mangiare fuori è stato quello di ricreare a casa, anche se solo parzialmente, il piacere di una cena fuori, magari ordinando tramite delivery via Internet mobile o con il Wi-Fi di casa proprio da quei ristoranti impossibilitati a ospitare avventori.

Anche per una delle eccellenze italiane più tipiche in assoluto, il vino, l’e-commerce si sta rivelando una vera e propria salvezza: sia con la consegna direttamente da parte dei produttori, magari da parte di amici o parenti che si sono riuniti in un gruppo d’acquisto per abbattere le spese di spedizione, sia con l’avvento di nuove piattaforme che consentono di arricchire la propria cantina scegliendo le etichette migliori su Internet.

Italia: fino al 2019, tanto vino e poco online

La Rete, poi, dà tante possibilità in più rispetto al semplice acquisto al supermercato, soprattutto in un settore come quello vinicolo, dove non sempre il prezzo è un indicatore affidabile della qualità.

Non si arriva forse ai livelli di un’enoteca, ma spesso si può contare su percorsi specifici dedicati a uno specifico vitigno o a una denominazione, suggerimenti basati su un algoritmo che tiene conto delle proprie preferenze e dei passati acquisti, schede sintetiche ma precise per ogni bottiglia, perfino corsi e contenuti per approfondire da autodidatta le proprie conoscenze, come quelli inaugurati da Tannico, tra le aziende che più ha saputo capitalizzare dal connubio Internet-vino.

Secondo l’Osservatorio Wine Monitor di Nomisma, dal 2009 al 2019 le vendite online globali di vino sono diventate il 7% – erano l’1% – del totale della grande distribuzione. L’Italia non ha mai brillato particolarmente in questa classifica, a dispetto della sua immensa tradizione vitivinicola, e fino all’anno scorso la percentuale delle vendite retail del vino via web era solo l’1% (in Cina è il 29%, in UK il 10%, in USA il 4%).

Nel 2020, invece, 8 milioni di italiani hanno acquistato bottiglie in rete, cioè il 27% dei consumatori totali di vino, cifra davvero notevole se si considera che nel 2018 la percentuale era inferiore di 10 punti. Oggi si calcola che la percentuale di vino venduto online rispetto al totale retail sia salita al 2-3%, per un mercato da 75,5 milioni di euro, raddoppiato rispetto al 2019.

Dal vino alla temperatura giusta alle scatole a sorpresa

Sempre Tannico, insieme a Vino.com e a Callmewine, rappresenta l’80% delle vendite di vino online, ma si comporta molto bene anche Amazon e la stessa GDO, che come sappiamo, grazie alla crescita della spesa online negli ultimi mesi, ha raggiunto sempre più case di italiani.

E poi c’è il settore del delivery, che ragiona su logiche diverse: invece di fornire una classica esperienza e-commerce con una consegna rapida ma non immediata, per accrescere la cantina (anche se Tannico è in grado di consegnare entro un’ora a Milano), siti come Winelivery nascono per quei momenti in cui ci si rende conto di essere rimasti senza vino e di averne bisogno il prima possibile, magari per una cena (ovviamente, al momento, con tutti i divieti dovuti al lockdown). Winelivery consegna in pochi minuti (massimo 30), direttamente dal produttore e garantisce addirittura la temperatura giusta delle bottiglie; il servizio (che comprende anche birre e drink) è attivo oggi nelle principali città italiane, più di 50, e nell’anno della pandemia ha fatto letteralmente il botto, aumentando il suo fatturato del 300% durante il primo lockdown e raggiungendo in primavera gli obiettivi di fatturato per tutto il 2020.

Un altro fenomeno è quello delle “scatole a sorpresa”, convenienti sia per chi vuole provare nuove esperienze enologiche, invece dei soliti classici, sia per chi vende e riesce così a raggiungere clienti che – per le proprie ridotte dimensioni – non conoscerebbero mai la sua azienda o cantina. Funziona così The Natural Wine Company, servizio su abbonamento nato in Spagna, che consegna vini a domicilio tutti i mesi selezionandoli tra le migliori cantine indipendenti d’Europa, ovviamente fornendo tutte le notizie e i dati su ogni nuovo assaggio.

Ora l’enoteca sotto casa è più distante

Naturalmente c’è da considerare che l’Italia ha caratteristiche completamente diverse dagli altri Paesi per quanto riguarda il commercio online, sia per quanto riguarda le infrastrutture per Internet (sempre più diffuse, su SOSTariffe.it si possono trovare le più convenienti in questo momento) che le peculiarità geografiche nonché una cultura del vino millenaria, che permette di trovare bottiglie di altissima qualità senza allontanarsi troppo da casa.

Come rileva il responsabile della ricerca di Wine Monitor, Emanuele di Faustino, «in Cina l’e-commerce è particolarmente sviluppato soprattutto a causa della vastità del paese asiatico che non ha consentito una diffusione capillare della grande distribuzione organizzata o di negozi specializzati e da qui la tumultuosa crescita dell’offerta sul web».

Ora, però, è tutto cambiato, e le distanze “vere”, non quelle fisiche, sono paradossalmente aumentate (e non solo in Italia: il numero di consumatori di vino che acquistano anche online è passato con la pandemia dal 26% al 34% nel Regno Unito e dal 32% al 43% negli Stati Uniti).

Come tante altre cose, ciò che è dettato dalla necessità diventa abitudine; aperfinonche stappare il Franciacorta appena tirato fuori dalla borsa termica. In attesa di tornare a berlo anche fuori.

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