Italia
L’anno si chiude con due notizie di rilievo per il settore delle telecomunicazioni italiane.
A partire dal gennaio 2011, Telecom Italia rappresenterà l’industria di settore mondiale ed europea ricoprendo due prestigiosissime cariche. Franco Bernabè, amministratore delegato di Telecom Italia, presiederà infatti la GSMA, l’associazione che rappresenta 800 operatori mobili nel mondo, proprio nel momento in cui si assiste a un rilancio strategico di tutte le tecnologie wireless. Parallelamente, Luigi Gambardella, Vice President per le Relazioni con le Istituzioni europee e gli Organismi Internazionali, presiederà l’ETNO, l’associazione che raggruppa i principali operatori di telecomunicazioni europei e che rappresenta 41 membri, oltre 250 miliardi complessivi di fatturato per oltre 1 milione di addetti.
Si tratta di una congiunzione senza precedenti, che assegna all’Italia un ruolo internazionale di tutto rilievo: due italiani ai vertici associativi dell’industria delle telecomunicazioni.
E’ senza dubbio un riconoscimento internazionale particolarmente significativo per Telecom Italia e per il suo top management, ma è anche un attestato di credito verso il nostro paese, per il ruolo che l’Italia ha avuto e ha nelle telecomunicazioni mondiali.
E’ anche un’iniezione di fiducia e di credibilità da parte dell’industria europea e mondiale verso l’attuale vertice di Telecom Italia, che non può passare inosservato agli occhi degli azionisti e degli investitori.
Parallelamente, esso testimonia anche i buoni rapporti con le istituzioni europee e internazionali come risultato della forte presenza, da oltre un anno a questa parte, di Gabriele Galateri e Franco Bernabè sul fronte europeo e internazionale. Anche qui, va detto, con un piglio e un senso della leadership che da tempo non si vedeva tra i vertici di un’azienda italiana impegnata sui mercati internazionali.
Ambedue sono chiamati ad affrontare le opportunità di crescita per gli operatori di telecomunicazioni, ma anche le difficoltà che il settore dovrà affrontare a livello mondiale ed europeo.
Ambedue sono attesi a una grande sfida che caratterizzerà, senza ombra di dubbio, il 2011: intendiamo riferirci alla sostenibilità del modello economico di internet.
Il traffico internet cresce e continuerà a crescere con tassi di crescita importanti mese dopo mese, ma i ricavi degli operatori scendono.
Agli occhi dei vertici di tutti gli operatori di telecomunicazioni, questa situazione non è più economicamente sostenibile.
Il traffico della rete aumenta in modo vertiginoso perché aumenta l’utilizzo di internet e aumentano gli utenti in ogni parte del mondo (il traffico internet è per sua natura globale), crescono i contenuti digitali (anche per effetto della riconversione di tutti i contenuti analogici precedentemente prodotti), si moltiplicano a dismisura i video che sono diventati uno dei prodotti più appetibili della rete.
Parte significativa di questo traffico (è stato calcolato tra il 60% e il 70% sul totale) fa capo a soggetti che non pagano un centesimo per l’occupazione di rete internet da essi stessi generato e che vantano, peraltro, i tassi di crescita più alti del momento. Si tratta degli operatori cosiddetti Over-the-top (Google, Facebook, YouTube, per citare quelli più noti).
Questi nuovi operatori dovranno prima o poi contribuire (quantomeno per il traffico di rete a essi riconducibile) agli ingenti investimenti richiesti per mantenere la rete attuale e per la realizzazione delle reti di nuova generazione verso cui tutti i paesi avanzati stanno andando.
La questione in discussione è ormai ineludibile: non riguarda il se, ma il come e il quando ciò dovrà avvenire.