l'intervista

L’Italia e la crisi. F. De Leo: “L’entrata in scena di Mario Draghi è una buona notizia per l’Italia e anche per l’Europa”

a cura di Raffaele Barberio |

C’è bisogno di “più Italia in Europa”. Siamo entrati in una fase di transizione dell’economia, segnata da una generale fragilità strutturale, con squilibri e ineguaglianze, forse in parte irreversibili. Con Mario Draghi al governo l’Italia trova una guida sicura e l’Europa ritrova uno dei suoi protagonisti chiave.

Consueto appuntamento settimanale con Francesco De Leo, Executive Chairman di Kauffman & Partners (Madrid), questa volta per parlare della notizia del momento: l’arrivo di Mario Draghi, nel contesto del Recovery Fund, dei rapporti con l’Europa, ma innanzitutto in relazione all’andamento dell’economia globale, incerta tra crisi e rilancio. Ecco la chiacchierata che ne è scaturita.

Key4biz. L’Italia ha da sempre la vocazione di ribaltare il risultato all’ultimo minuto. Si direbbe che sia andata così anche questa volta con Draghi. Cosa dobbiamo attenderci da qui in avanti?

Francesco De Leo. In effetti ci troviamo a disposizione un’occasione unica: quella di riprenderci il posto che l’Italia merita in Europa, riscrivendo il futuro industriale del nostro Paese, valorizzando al meglio l’utilizzo del Recovery Fund. È come quando in un Gran Premio di Formula 1 entra in pista la safety car: ci si può ritrovare nelle retrovie, ma ci viene dato il tempo per prendere decisioni importanti, si cambiano le gomme e si fa rifornimento. In altre parole, è cambiata la gara. Le distanze da chi è in posizione di testa si accorciano e si può ripartire, si può cambiare passo, si ritorna in gara.

Key4biz. Sembra più ottimista rispetto a una settimana fa

Francesco De Leo. L’entrata in scena di Mario Draghi è una buona notizia per l’Italia e anche per l’Europa. È un’occasione che il nostro Paese non può permettersi di perdere. Ma soprattutto può davvero essere l’inizio di un nuovo corso per rilanciare il ruolo dell’Europa nel mondo. Se ne sentiva il bisogno e ora, direi quasi inaspettatamente, si apre un nuovo ciclo. I mercati, come non mi stanco di ripetere, sono event-driven e l’arrivo di Mario Draghi ha cambiato la narrativa innanzitutto italiana. Da questo momento molto altro può cambiare ed è un segnale positivo.

Key4biz. Mi pare che le sue affermazioni lascino intendere un nuovo rapporto Europa-Italia: un rapporto negli ultimi anni a volte difficile. Quali sono le attese di Bruxelles e dei mercati?

Francesco De Leo. C’è bisogno di “più Italia in Europa”. Siamo entrati in una fase di transizione, segnata da una generale fragilità strutturale, che ha determinato squilibri ed ineguaglianze profonde, forse in una certa misura irreversibili. Con Mario Draghi alla guida del governo, l’Europa ritrova uno dei suoi protagonisti chiave. E per questo sono convinto che il Recovery Fund non rimarrà nella storia solo come un piano di aiuti finanziari, ma, grazie anche al contributo dell’Italia, sarà ricordato come l’inizio di un percorso di rifondazione. È un cambio di paradigma, l’inizio di un nuovo ciclo. E la storia ci insegna che anche solo per questo dobbiamo essere ottimisti.

Draghi e il Recovery Fund

Key4biz. Quindi apertura di credito nei confronti dell’Italia.

Francesco De Leo. Direi che, in primis, è già di per sé un buon punto di partenza. Non era scontato, solo pochi giorni fa, che fosse così. Per i mercati e gli osservatori internazionali la credibilità dell’esecutivo è tutto. E con le scelte di questi giorni e delle prossime settimane siamo a buon punto nel recuperare agibilità politica e credibilità in Europa. Poi è chiaro, i problemi sul tavolo sono tanti e le sfide ereditate dal passato sono tali da far tremare i polsi. Ma, almeno, non si parte già battuti in partenza. I tempi richiesti per l’attivazione del Recovery Fund e le scadenze che devono essere rispettate in Europa impongono rigore e disciplina. E questo può essere d’aiuto per trovare la necessaria convergenza sulle scelte che il governo è chiamato a prendere.

Key4biz. Ma quanto può durare?

Francesco De Leo. Ci è dato ancora il tempo per recuperare, e sono ragionevolmente convinto che sarà così. L’Europa non può fare a meno dell’Italia: questa deve essere una nostra comune consapevolezza e deve dar luogo ad un impegno conseguente. Dobbiamo essere all’altezza.

Key4biz. Intanto cambia anche la reazione dei mercati: la discesa dello spread a 95 punti base, lo scorso venerdì, sembra essere una conferma.

Francesco De Leo. Nelle condizioni attuali di crisi ogni piccolo miglioramento, anche inatteso, non deve essere buttato al vento. Le sfide con cui ci stiamo misurando non sono solo dell’Italia, ma investono l’Europa e i mercati su scala globale. Torno a ripetere, stiamo vivendo una stagione dell’economia come quella che ha portato alla crisi del 1929 ed è quasi fisiologico che oggi ci troviamo nelle fasi conclusive di un ciclo economico durato quasi 150 anni.

Key4biz. E dopo?

Francesco De Leo. Siamo difronte a una biforcazione storica: rivivere la crisi economica del ’29 con una recessione su scala globale che porterà a tensioni sociali senza precedenti, o riprogettare il futuro grazie alla convergenza delle nuove tecnologie legate all’Intelligenza Artificiale, all’Energia, alle Telecomunicazioni e all’evoluzione dell’Automobile. La pandemia ci ha reso consapevoli che non possiamo più tergiversare. Il futuro avanza rapido e rimette in gioco assetti ed equilibri che davamo per scontati. Molto dipenderà dalle scelte dei prossimi mesi: il nostro passato non deve necessariamente essere il nostro destino.

Key4biz. Cos’è che può interferire negativamente sulle possibilità di rilancio?

Francesco De Leo. C’è una lezione che ho imparato nel tempo, seguendo il Team neozelandese di Coppa America. Si può anche essere un Paese piccolo e per questo non necessariamente “apprezzato” come player tecnologico, così come si può essere sul punto di perdere anche l’ultima regata e quindi la Coppa, ma è proprio all’ultimo giro di boa che si può ritrovare quel “quid” in più, quel miglioramento marginale anche inaspettato, che ci consente di ribaltare il risultato. Oggi in Coppa America si vince perseverando nel cercare di migliorarsi fino all’ultimo miglio dell’ultima regata: nulla è dato per scontato fino alla fine e nessuno parte battuto in partenza. Non diversamente dalle barche di Coppa America, che viaggiano come un aliscafo sui “foil” a una velocità di più di 50 nodi (92 Km/h), i meccanismi di funzionamento dell’economia globale costituiscono un sistema fragile e profondamente interconnesso. Gli equilibri sono volatili e la percezione dei rischi può cambiare senza preavviso, ma non per questo si deve rinunciare a scommettere sull’innovazione e la creazione di nuovi settori industriali per superare la crisi in cui siamo precipitati. Non ci sono scorciatoie o soluzioni dietro l’angolo. Occorrono visione e determinazione, come in Coppa America, dove la sfida è vincere, consapevoli che le regole sono imposte da altri.

Key4biz. Parlando di rischi, quali sono le preoccupazioni maggiori?

Francesco De Leo. Si parla ormai apertamente di una nuova fase recessiva a partire da marzo. Mi hanno colpito tre dati registrati la scorsa settimana.

Il primo riguarda gli Stati Uniti: hanno perso 227 mila posti di lavoro nell’ultimo trimestre dello scorso anno.

Il secondo riguarda il traffico aereo: si prevede che i voli a lungo raggio riprenderanno solo a fine 2023.

Infine, contrariamente a quanto avvenuto nello scorso novembre/dicembre, nel mese di gennaio scorso si è registrato un flusso crescente di liquidità a beneficio del mercato degli ETF legati all’oro.

A prima vista si direbbe che questi tre elementi non siano fra loro collegati, ma non è così. Segnalano un progressivo rallentamento del processo di globalizzazione e un raffreddamento delle attese dei mercati sulle possibilità di ripresa. Si prevede uno scenario con maggiori incertezza e volatilità all’orizzonte. Anche di questo si dovrà tenere conto.

Key4biz. È all’interno di questo scenario articolato che arriva il tanto atteso Recovery Plan.

Francesco De Leo. Non ci sono molte altre ricette disponibili per cercare di uscire dalla crisi. Sono solo preoccupato che si formino aspettative che potrebbero andare deluse. Penso che un’eccessiva iniezione di liquidità nell’economia, se di per sé si riveli una scelta necessaria, può incoraggiare manager e investitori a prendersi rischi che possono alla lunga risultare fuori controllo. E questo, prima o poi, può essere il fattore scatenante di una sequenza di default senza precedenti. L’incidente che può scatenare uno tsunami sui mercati è dietro l’angolo. Il livello di leva finanziaria in molti settori, come nelle Telecomunicazioni e nell’Automotive, ha raggiunto livelli di guardia. Questo ha contribuito a determinare nel tempo un orientamento risk-averse da parte delle élite manageriali e una ridotta propensione all’innovazione.

Key4biz. In molti danno per scontato che l’iniezione di liquidità sarà di per sé un bene. Sarà così?

Francesco De Leo. Sarà necessario essere rigorosi e selettivi nelle scelte di allocazione del capitale, perché si corre il rischio che il Recovery Fund venga destinato ad imprese e settori industriali “decotti” o maturi, che difficilmente sopravvivranno alla transizione oggi in atto, stante gli assetti attuali.

Sarebbe più opportuno voltare pagina, ed investire in quei settori che promettono di trainare lo sviluppo: come si dice in gergo, “never throw good money, after bad money”. Indietro non si torna, o almeno sarebbe meglio che non fosse così: e, comunque, l’Europa non ce lo consentirebbe.

Key4biz. A cosa dovrebbe puntare, secondo lei, il nuovo Governo?

Francesco De Leo. Non mi stancherò di ripetere che la priorità è il lavoro. È troppo tempo, ormai quasi 15 anni, che in Italia non si registra una crescita dell’occupazione. Stiamo perdendo, giorno dopo giorno, posti di lavoro che non ritorneranno più e non abbiamo ancora ritrovato la formula tornare a crescere, puntando sul futuro.

Non è possibile immaginare di ridurre il rapporto Deficit/PIL se non riportiamo la creazione di “nuovi” lavori al centro del dibattito politico ed economico: è l’unica via per una crescita “sostenibile”.

Key4biz. Altrimenti?

Se non riusciamo ad invertire la tendenza, il livello di disoccupazione nel breve termine si trasformerà in disoccupazione a lungo termine: e questo non ce lo possiamo permettere. Almeno non ora, quando si può investire sulla trasformazione del nostro tessuto industriale. Non siamo solo “fashion, food and furniture”, come pensano di noi all’estero.

Key4biz. Beh, questa è la narrativa prevalente…

Francesco De Leo. Ma è insufficiente. Siamo un Paese ancora competitivo su scala globale nei settori della meccanica, del tessile, delle costruzioni, della chimica e della farmaceutica. Settori nei quali l’innovazione ha smesso di essere tech-based, ovvero centrata sulla tecnologia, per essere basata sulla scienza (science-based innovation). Blockchain, Intelligenza Artificiale e Robotica industriale sono alla base della trasformazione in atto. La partita è solo agli inizi, e con il Recovery Fund ce la possiamo giocare alla pari. Basta ricordare che Softbank (Masayoshi Son) ha lanciato il Global Vision Fund 2 con l’obiettivo di raccogliere 120 miliardi di dollari solo per investire nell’intelligenza artificiale: l’Italia ha in tutto a disposizione 1 miliardo euro con il Fondo Innovazione. Iniziativa meritoria, ma anche i numeri contano e sarebbe opportuno cercare di imparare dai migliori. Se avessimo investito i 4,2 miliardi di euro del cash-back nel mondo delle nostre università, sono certo che avremmo prodotto più occupazione: invece, così, si è trattato solo una partita di giro. E i mercati ne tengono conto.

Key4biz. In conclusione, quali saranno i temi chiave del Recovery Fund?

Francesco De Leo. Tre parole chiave per il Recovery: innovazione, lavoro e crescita sostenibile. Dobbiamo pensare alle nuove generazioni, che fra qualche anno entreranno a fare parte di un mondo del lavoro profondamente trasformato. Dobbiamo riprogettare i lavori e le fabbriche del futuro, perché il futuro è adesso. Siamo ancora in tempo per avviare la trasformazione che si sta delineando all’orizzonte. Come scrisse Eleanor Roosvelt: “…il futuro appartiene a chi crede nella bellezza dei propri sogni” (The future belongs to those who believe in the beauty of their dreams). Non c’è un minuto da perdere, perché ogni giorno può fare la differenza. Ripeto, è come in Coppa America, dove ogni rimonta è possibile, perché sono proprio quei miglioramenti inattesi, dell’ultimo minuto, che possono ribaltare il risultato e fare la differenza. Abbiamo tutto per riuscirci anche questa volta.

Il rilancio del nostro Paese inizia ora.

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