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Naguib Sawiris, il patron di Orascom Telecom – che ieri ha incassato l’ok dal board di Vimpelcom per la fusione tra i due gruppi – ha ribadito la necessità di ricorrere all’arbitrato internazionale per sbloccare la disputa col governo algerino sulla nazionalizzazione dell’operatore mobile Djezzy. “E’ la sola possibilità, vista la mancanza di risposte dal governo algerino”, ha riferito alla Reuters Sawiris, per il quale l’affaire Djezzy si sovrappone ai contrasti con la norvegese Telenor, che si sta opponendo all’accordo per l’acquisizione, da parte di Vimpelcom – di cui controlla il 40% – del 51% di Orascom Telecom, nonostante non ci siano stati cambiamenti significativi apportati alla transazione dal 4 ottobre scorso, quanto il Cda di Telenor ha votato a favore dell’accordo. Ieri, Telenor ha fatto sapere che la nuova offerta ha meno senso della precedente, poichè ancora più favorevole a Sawiris che, dal canto suo, ha rinunciato ai diritti di rappresentanza in consiglio pur di portare in porto l’affare.
Si tratta, dunque, per Sawiris, di una posizione alquanto “bizzarra”, perché Telenor aveva inizialmente concordato una posizione e “…nulla è cambiato da allora”, ha affermato il tycoon egiziano in un’intervista a margine di un Business Summit a Sharm El Sheikh, in Egitto, sottolineando che, anzi, “…l’affare è migliorativo per gli azionisti di Vimpelcom perché abbiamo dato un sacco di garanzie alla luce della situazione algerina”.
La scorsa settimana, il governo di Algeri ha dato mandato a uno studio legale di analizzare la fattibilità della nazionalizzazione, affermando che ci vorranno circa cento giorni perchè il pool di legali porti a termine il compito. Per Sawiris, tuttavia, si starebbe solo cercando di prendere tempo per far crollare il valore del gruppo, al quale il governo, che ne ha bloccato la vendita alla sudafricana MTN per 7,8 milioni milioni di dollari, ha richiesto anche il pagamento di tasse arretrate per 230 milioni di dollari in seguito alla rivalutazione dei suoi esercizi finanziari 2008 e 2009.
Sawiris, dunque, non nasconde il suo pessimismo di fronte allo stallo della situazione in Algeria e alla vaghezza del governo, che non avrebbe fornito risposte rifiutando ogni confronto.
“Quindi io non sono ottimista”, ha affermato, aggiungendo che tutto è pronto per l’arbitrato.
Per addolcire la posizione di Telenor, per cui la risoluzione della questione Djezzy è di fondamentale importanza per l’accordo di fusione, Sawiris ha accettato di accollarsi le spese in caso di fallimento delle trattative col governo algerino.
L’opposizione di Telenor ha, comunque, per Sawiris ragioni ‘geografiche’: “Telenor – ha affermato – è già presente in Pakistan e Bangladesh, perciò non c’è interesse ad avere un’altra compagnia presente sugli stessi mercati”. O in mercati maturi come il nostro, dove Vimpelcom andrà a controllare il 100% di Wind.
L’ad del conglomerato russo Alexander Izosimov ha chiarito in un’intervista a La Repubblica di credere molto nel nostro mercato, definendo la società “un ottimo asset operativo”, acquisito nell’ambito di un’operazione in cui “ci sono margini di guadagno per tutti”.
Izosimov ha spiegato che non ci saranno interventi sul management e sulla gestione operativa di Wind e si è detto ottimista sulla possibilità di ottenere il via libera alla fusione dall’assemblea degli azionisti.
Dall’operazione nascerà il quinto operatore mondiale, con operazioni in 19 paesi in Europa, Asia, Africa e Nord America, 174 milioni di utenti mobili, ricavi operativi netti per 21,3 miliardi di dollari e un utile lordo operativo pro forma do 9,4 miliardi di dollari. Il 34% circa dei ricavi di questo nuovo colosso dovrebbero essere generati da Wind.