Musica sul cellulare: Nokia spegne il servizio Comes with Music. Resterà attivo solo in 6 mercati

di Alessandra Talarico |

Ovi Music Unlimited ha fatto flop. Marketing poco efficace e DRM hanno 'segnato' le sorti del servizio, che era stato presentato come il vero 'anti-iTunes'.

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Ovi Music Unlimited

Quando venne presentato, nel 2008, il servizio di downloading Nokia Comes With Music – un anno di accesso gratuito a un ampio catalogo di brani delle 4 maggiori etichette (Warner, Universal, EMI e Sony Music) e di molte etichette indipendenti – era stato accreditato come il maggior rivale dell’iTunes di Apple ma, a poco più di due anni di distanza, Nokia ha deciso di chiuderlo in 27 dei 33 Paesi in cui il servizio era attivo.

 

Nokia CWM (che nel frattempo ha cambiato nome in Ovi Music Unlimited) resterà attivo in alcuni mercati emergenti – Cina, India, Indonesia, Brasile, Turchia e Sud Africa – dove effettivamente il servizio si è dimostrato un valido concorrente della piattaforma Apple, ma verrà chiuso sui mercati europei e in altre aree chiave, dove il pubblico lo ha accolto con freddezza.

Anche se Nokia non ha mai fornito dati ufficiali, secondo un’indagine di Music Ally, a un anno dal lancio, il totale mondiale era di circa 107.000 utenti in nove degli undici paesi in cui il servizio era disponibile. Nello stesso arco di tempo, il servizio Spotify – che offre download in cambio di pubblicità – aveva conquistato circa 7 milioni di utenti, di cui 250.000 a pagamento (per chi non vuole gli spot).

 

Il prezzo dei telefonini che supportano il servizio parte da 140 euro. A carico dell’utente resta il costo del traffico dati praticato dall’operatore.

 

Nei, pochi, mercati emergenti in cui il servizio sarà mantenuto, Nokia detiene una quota di mercato significativa e ritiene di poter avere ancora possibilità di imporsi come punto di riferimento per il download di musica sul cellulare, a discapito di iTunes e Spotify.

In Cina, India e Indonesia, i consumatori avranno ancora la possibilità di avere accesso gratuito per un anno, mentre negli altri tre mercati il periodo sarà ridotto a sei mesi. Negli altri mercati, i consumatori che hanno acquistato un telefonino compatibile potranno continuare a usare il servizio fino alla scadenza del loro abbonamento annuale e tenere le tracce scaricate.

Il Nokia Music Store resterà, invece, immutato e sembra che Nokia stia pensando a un servizio cloud concentrato sullo streaming dei contenuti così da avere maggiori elementi di differenziazione rispetto alle offerte concorrenti.

Il modello di business scelto da Nokia per quanto innovativo ha suscitato subito parecchie critiche: innanzitutto per il fatto che la musica non appartiene a chi la scarica, che la possiede in una sorta di ‘comodato d’uso’: il software DRM lega comunque l’ascolto della musica al dispositivo per limitare la condivisione della musica. Dubbi anche sul marketing del servizio, giudicato poco chiaro ed efficace.

Il problema, certo, non è solo di Nokia: secondo uno studio comScore, meno del 2% degli utenti mobili negli Stati Uniti e in Europa occidentale sacrica abitualmente musica attraverso il telefonino. Il download di musica fatica quindi a trovare un posto nelle abitudini consolidate degli utenti mobili, che pure utilizzano massicciamente il cellulare per inviare e ricevere SMS (82%), per accedere alle applicazioni (35%) e per navigare su internet (25%).
 

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