Unione Europea
Gli operatori delle telecomunicazioni hanno un ruolo chiave nell’implementazione delle soluzioni di eHealth e, secondo il Commissario Ue all’Agenda Digitale, Neelie Kroes, possono contribuire, grazie alle loro infrastrutture a banda larga e ai loro servizi innovativi, a rivoluzionare il modo di gestire le cure sanitarie.
Nel suo discorso nell’ambito dell’ETNO Innovation Day, che è stato quest’anno occasione per mostrare esempi concreti di soluzioni eHealth che i membri dell’ETNO già offrono in relazione a malattie quali il diabete o a problemi cardio-vascolari – la Kroes si è detta certa che i sistemi sanitari europei siano “vicini al collasso” e che sia pertanto necessario apportare “cambiamenti radicali” per scongiurare questo rischio.
Nel 2025, più del 30% degli europei avrà più di 65 anni, mentre aumenta il numero di malati cronici ed emerge una carenza diffusa di personale specializzato nell’assistenza sanitaria. La tecnologia, dunque, svolge un ruolo di primaria importanza per prevenire il formarsi di un nuovo gap sanitario: soluzioni di eHealth personalizzate, ha affermato il Commissario, non sono solo in grado di migliorare – e in alcuni casi anche di salvare – la vita dei pazienti, ma anche di consentire nuovi guadagni per gli operatori. Il tutto starà nel trovare nuovi business model che possano generare ricavi per tutti gli attori coinvolti: gli operatori sanitari, gli utenti finali, le compagnie telefoniche.
Bisogna però fare anche attenzione al fatto che quando si parla di investimenti ‘sostenibili’ nell’eHealth “si va ben oltre i temi finanziari”: quel che occorre, ha affermato la Kroes, è un mix di “efficienza nei brevetti, adeguatezza del quadro legislativo, intelligenza negli appalti, omogeneizzazione dei mercati, rapidità nella definizione degli standard”.
“Affrontare questi problemi è il mio impegno per voi”, ha detto la Kroes rivolgendosi ai rappresentanti degli operatori che hanno presenziato alla giornata organizzata dall’ETNO, l’associazione di settore presieduta da Luigi Gambardella. In cambio, ha aggiunto, “…spero che il vostro impegno sia un crescente appetito per i mercati eHealth”.
L’invecchiamento della popolazione non l’unico fattore a richiedere un’urgente accelerata nello sviluppo di soluzioni di eHealth: la Kroes, ad esempio, ha citato i dati provenienti dalla Spagna, dove gli operatori sanitari spendono tra il 30 e il 50% del loro tempo per sbrigare compiti amministrativi.
Una situazione inammissibile quando ci sono i presupposti perchè tali compiti vengano assolti in maniera più rapida ed efficiente grazie alle nuove tecnologie in ambito sanitario, che oltre a migliorare la vita dei pazienti – pensiamo, ad esempio, ai servizi di telemedicina – rappresentano una nuova opportunità di business per gli operatori i quali potranno guadagnare dall’offerta di servizi di monitoraggio basati su internet, o di dispositivi portatili in grado di controllare i parametri di un paziente. A ciò si aggiunge la crescita del traffico dati generata da questi servizi e l’enorme ventaglio di opportunità per gli sviluppatori di applicazioni.
“In ogni caso – ha assicurato la Kroes – sia che si tratti di obiettivi per la telemedicina, che di una riforma degli standard o della gestione dello spettro, ci impegniamo a creare le giuste condizioni per incrementare gli investimenti” in un mercato dall’alto valore aggiunto.
Negli Usa, il mercato dell’assistenza sanitaria quotidiana e della gestione dell’invecchiamento della popolazione e delle malattie croniche e acute crescerà a 30 miliardi di dollari nei prossimi 5 anni. L’Europa dovrebbe puntare almeno al pareggio se non al sorpasso ed è questo l’obiettivo che la partnership europea ‘Active Healthy Ageing’ intende raggiungere attraverso un approccio decisamente nuovo, che aiuterà, ha spiegato il Commissario, a “costruire ponti tra le diverse fasi di ricerca e innovazione e la distribuzione su larga scala”.
E’ più che mai importante, quindi, salire a bordo di questo treno, “rafforzando gli investimenti che funzionano e mettendo insieme le proprie conoscenze in maniera ‘pragmatica’”, ha aggiunto la Kroes, invitando gli operatori a partecipare al Competitiveness and Innovation Framework Programme attraverso cui la Ue supporta gli sforzi dei player nello sviluppo di sistemi innovativi e semplici da usare per migliorare l’accesso dei pazienti ai servizi online.
Altrettanto importanti per raggiungere i target in ambito di eHealth sono le tecnologie mobili: la maggior parte dei medici utilizza uno smartphone e il potenziale delle applicazioni mediche è enorme. Secondo i dati della Kroes il mercato raggiungerà nei prossimi anni un valore di diverse centinaia di milioni di euro e tutti i player coinvolti potranno avvantaggiarsene. Il Commissario ha portato l’esempio della tecnologia europea iStethoscope, che trasforma il cellulare in strumento per controllare la salute del cuore. In sei mesi, l’applicazione è utilizzata da oltre 3 milioni di medici.
“Il messaggio è chiaro: i telefonini non sono più giocattoli, ma utili strumenti in grado di salvare delle vite”, ha affermato ancora la Kroes, invitando infine i player tlc a prendere ora una decisione per avere un ruolo preminente “in questo incredibile nuovo mercato”.
“Naturalmente è più difficile di quanto sembra…ma voglio che agli ideali si associno azioni concrete e perciò il mio lavoro consisterà nel rimuovere gli ostacoli inutili sulla strada del vostro business. Il resto è vostra responsabilità e sono sicuro che potrete esercitarla bene: le dimensioni e la forza dell’economia ICT vi pone nella posizione giusta per essere guida del cambiamento”, ha concluso la Kroes.
All’appello della Kroes ha risposto il presidente ETNO Luigi Gambardella sottolineando che “…le applicazioni di e-health possono migliorare considerevolmente l’accesso e l’efficienza dei servizi sanitari, ma sono anche in grado di migliorare le condizioni di vita delle persone affette da malattie croniche, come il diabete o i problemi cardiovascolari”.
Le potenzialità di crescita di questo mercato sono enormi sono enormi, ha affermato ancora Gambardella: “se si considera che la spesa sanitaria nella Ue va dal 4% al 10% del Pil a seconda dei Paesi, si può arrivare quindi a un valore di mercato pari a 50 miliardi di euro”.
Attraverso l’Innovation Day, “ETNO punta a mostrare esempi concreti di servizi che sono già disponibili sul mercato e, allo stesso tempo, a facilitare il dialogo tra tutti gli stakeholder coinvolti ed a lavorare a stretto contatto con il Commissario Neelie Kroes, in modo da contribuire a supportare la domanda di applicazioni di medicina digitale a livello europeo”, ha aggiunto Gambardella, auspicando sia ‘‘un sistema di incentivi per i pazienti e i medici che ricorrono all’e-health” sia la creazione di ”uno standard europeo per le cartelle cliniche”.
Come emerso dai dati diffusi nel corso della giornata, il mercato europeo della sanità elettronica vale circa 15 miliardi di euro (meno di 1 miliardo in Italia) ma, con un tasso di crescita del 3% all’anno e un ritorno economico e sociale di soluzioni su vasta scala di sanità elettronica può raggiungere un valore medio del 78%. Proiettando a tutta l’Italia l’introduzione dei fascicoli sanitari elettronici in Lombardia, risulta che i risparmi potenziali nel settore sanitario nazionale potrebbero essere di 2 miliardi, pari al 2% della spesa totale. Per i casi di telecardiologia studiati su scala europea si sono rilevati risparmi annui per paziente compresi tra 292euro in Francia e 712 euro in Germania (pari a un calo dei costi dal 30 al 61%).
Il presidente di Telecom Italia Gabriele Galateri, che col suo intervento ha concluso l’incontro, ha sottolineato che la telemedicina (dal monitoraggio alla teleassistenza ai fascicoli sanitari elettronici) “…è un settore dal quale i grandi operatori telefonici europei non vogliono essere esclusi, anzi, vogliono avere un ruolo di leader”. Non investire, dunque, significa andare a spendere di più negli anni a venire. Se attualmente, infatti, la spesa in servizi sanitari rappresenta l’11% del Pil di ogni paese – con picchi del 18% dell’intera spesa pubblica (circa 110 miliardi in Italia) – l’investimento in tecnologie digitali può portare a risparmi medi dell’11% (il 7% solo grazie alla telemedicina).
Per cogliere tutte le opportunità del mercato, quindi, secondo Galateri, la disponibilità di infrastrutture è un “presupposto fondamentale”. Vi sono poi da affrontare i problemi normativi – “…a cominciare dall’assenza di chiari modelli per il rimborso delle prestazioni erogate” – e la tutela della privacy. Su questo aspetto si è incentrata la richiesta che Commissione “svolga un ruolo chiave attraverso la raccolta e la diffusione delle migliori pratiche nei singoli paesi”. Si tratta di definire – ha aggiunto Galateri – “i requisiti minimi da recepire a livello nazionale”.
Alla Ue, quindi, l’industria chiede nuovi modelli sugli appalti pubblici che facilitino l’acquisizione di soluzioni complesse che privilegino la completezza, la sostenibilità e il carattere innovativo della soluzione perché “le gare attuali, fin troppo basate sulla competizione di prezzo, costituiscono una delle principali barriere all’innovazione”.
Nel corso della giornata, i membri di ETNO, che includono le compagnie Belgacom, Deutsche Telekom, KPN, Orange, Portugal Telecom, Telecom Italia e Telefonica, hanno offerto una presentazione interattiva di servizi nei campi, ad esempio, della diagnosi a distanza e del monitoraggio per le persone affette da disturbi cronici.
Luca Mion, della Provincia autonoma di Trento, ha presentato una delle best practice europee: il progetto di digitalizzazione della cartella sanitaria portato avanti da Informatica Trentina, da FBK e Provincia autonoma di Trento, che renderà le cartelle cliniche elettroniche consultabili online da parte di ogni cittadino trentino.