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In che modo le tecnologie dell’informazione possono aiutare le aziende a uscire dalla crisi e a mantenere il loro livello di competitività sul mercato globale? Se n’è discusso ieri nell’ambito del convegno “Tecnologie dell’informazione per le imprese e il territorio”, nell’ambito del quale sono stati presentati i risultati di una ricerca sugli investimenti in innovazione tecnologica presso le PMI della Regione Emilia Romagna.
L’indagine, condotta da Microsoft e NetConsulting, in collaborazione con Regione Emilia Romagna, Unioncamere, associazioni regionali di CNA e Confindustria su un panel di 403 aziende di piccole e medie dimensioni della Regione ha inteso valutare l’impatto della crisi congiunturale sulle attività aziendali e per analizzare le principali caratteristiche dell’adozione di strumenti IT.
Dallo studio emerge una buona capacità di reazione delle PMI della regione, che nel 25% dei casi le aziende hanno saputo mantenere il proprio posizionamento sul mercato (22,6%) o lo hanno addirittura migliorato (2%). La sopravvivenza delle aziende è stata messa a dura prova solo nel 7,2% dei casi: le situazioni maggiormente difficili si sono rilevate tra le realtà più piccole.
Le aziende, sottolinea l’indagine, per uscire dalla crisi hanno adottato prevalentemente (nel 40% dei casi) misure tattiche e non strutturali, volte a razionalizzare i costi aziendali – gestione e produzione e le politiche di riduzione del personale – mentre solo il 13% ha apportato una ridefinizione delle attività e dei processi aziendali.
Anche per quanto riguarda gli investimenti, le aziende si sono concentrate più che altro sul miglioramento della produzione e solo in minima parte sullo sviluppo competitivo in termini di internazionalizzazione, tutela ambientale e sviluppo tecnologico. L’innovazione, inoltre, solo in pochi casi è supportata dai nuovi strumenti ICT, adottati quasi esclusivamente per la gestione finanziaria e quella della produttività individuale. Decisamente molto limitate restano invece le iniziative basate su dotazioni applicative più evolute come il cloud computing, la cui adozione coinvolge appena il 2,5% delle imprese.
La reticenza nell’adozione di sistemi cloud è legata principalmente alla mancanza di valutazioni concrete al riguardo (32,5%) e alla tendenza diffusa a ricorrere a prevalentemente a risorse interne (45,8%), con budget diffusamente contratti (solo il 2,1% delle aziende ha dichiarato una spesa superiore a 1 milione di euro).
Per stimolare le imprese a ‘fare sistema’ e a condividere la tecnologia, e al fine di garantire il passaggio “dai distretti produttivi ai distretti tecnologici”, l’assessorato alle attività produttive dell’Emilia Romagna ha finanziato con 24 milioni di euro 241 progetti di piccole e medie imprese che si sono messe in rete.
“La forza di un’impresa e la sua capacità di competere oggi – ha affermato l’assessore regionale alle Attività produttive Gian Carlo Muzzarelli – dipende in misura rilevante dal know how, dalle conoscenze, e dal grado di innovazione che sa assicurare ai prodotti. Chi investe, anche con il nostro contributo, su questi temi, guadagna in competitività e si assicura la possibilità di stare in prima fila nella competizione globale. Una competizione difficile, certo, ma anche l’unica (come dimostra il +12% di export realizzato dall’Emilia-Romagna nel 2010) che può assicurare al nostro territorio di superare la crisi a testa alta. Noi puntiamo forte sull’ICT, che è una delle 6 piattaforme tematiche della Rete regionale per l’Alta tecnologia, per la quale è in corso un investimento di 240 milioni di euro”.
La Regione Emilia Romagna è partita già da un decennio nella sua azione di stimolo in materia di ‘società dell’informazione’: il primo Piano telematico risale al 1999 e questo sono seguiti il Piano 2002-2005 e quello 2007-2009.
“Questo – ha spiegato l’assessore regionale alla Programmazione territoriale e Infrastrutture, Alfredo Peri – ha significato trasferire e investire sul territorio ingenti risorse economiche, favorendo l’adozione di tecnologie di base da parte delle pubbliche amministrazioni e sviluppando reti e servizi infrastrutturali di nuova generazione. Il risultato è che oggi, in Emilia-Romagna, le pubbliche amministrazioni sono tra le più tecnologicamente avanzate sia in termini di relazioni con la cittadinanza, sia come di dotazione di strumenti ICT. Sono quindi in grado, più di altri, di esprimere un fabbisogno consapevole, di collaborare con il mercato per indirizzare il processo di innovazione di prodotto, e di cercare una partnersip attiva”.
L’importanza del concetto di ‘partnership attiva’ è stata sottolineata anche da Gianluca Mazzini, Direttore Generale di Lepida Spa, che a margine del convegno ha affermato: “… nel pieno rispetto delle regole, occorre capire quali sinergie complessive tra pubblico e privato si possono realizzare per costruire innovazione, partendo dal presupposto che le risorse sono limitati per entrambi i settori ma che la necessità di innovazione è imprescindibile”.
Anche Pietro Scott Jovane, Amministratore Delegato di Microsoft Italia, si è detto convinto che un uso più diffuso e strategico delle tecnologie possa rappresentare un’opportunità per le imprese sia per migliorare la loro produttività, sia per anticipare la ripartenza del ciclo economico: “Per superare i gap delle nostre PMI – ha sottolineato – sarebbe inoltre importante imparare a fare meglio sistema tra gli attori locali, pubblici e privati e potenziare le reti di imprese: è proprio da questa consapevolezza che è nata in Microsoft l’idea di collaborare sul tema ICT con la Regione e le associazioni, per essere più vicini alle oltre 1300 aziende IT che lavorano al nostro fianco in Emilia Romagna e che possono essere una delle leve abilitanti di questo processo di innovazione”. (a.t.)