Usa: 18 mld di dollari per portare la banda larga mobile in tutto il Paese. Dall’asta frequenze previsti incassi per 28 mld

di Alessandra Talarico |

Il presidente Obama vuole digitalizzare il Paese per restare competitivi nell'economia globale, ma si scontra con la reticenza dei broadcaster a cedere le frequenze senza garanzie.

Stati Uniti


Barack Obama

18 miliardi di euro di fondi pubblici per portare la banda larga wireless al 98% della popolazione americana entro i prossimi 5 anni. E’ quanto ha annunciato ieri il Presidente degli Stati Uniti Barack Obama parlando alla Northern Michigan University

Per raggiungere questo obiettivo ed evitare il sovraccarico delle reti mobili, il governo cercherà di rendere disponibile per gli operatori tlc le frequenze attualmente di proprietà degli operatori televisivi, attraverso un’asta da cui spera di ricavare circa 27,8 miliardi di dollari, una parte dei quali verrà utilizzato per la realizzazione di nuove reti mobili 4G per le aree rurali (5 miliardi di dollari) e nuovi sistemi di comunicazione mobile per le forze dell’ordine e i servizi di emergenza. Altri 3 miliardi serviranno per lo sviluppo di nuovi servizi di eHealth ed eLearning. Il resto dei fondi – circa 10 miliardi di dollari – sarà utilizzato per ridurre il deficit pubblico che quest’anno, secondo i calcoli del Congressional Budget Office, dovrebbe attestarsi a 1,5 trilioni di dollari.

 

Già nel suo discorso sullo stato dell’Unione, il presidente Obama aveva anticipato che il piano digitale rientra nel progetto di riforma delle dotazioni infrastrutturali nazionali e che in questo contesto, al pari di ferrovie e autostrade, internet è essenziale per la competitività nell’economia globale.

“Per attrarre i migliori talenti e nuove industrie dobbiamo innovare, educare e costruire più del resto del mondo”, ha affermato Obama nel suo discorso, sottolineando che bisogna, quindi, incentivare la “creatività e fantasia del nostro popolo”, ricordando che l’America è il Paese dei nuovi giganti della rete come Google e Facebook, “solo così si potrà competere con le economie di Paesi come Cina e India”.

Di fronte all’entusiasmo del presidente, gli esperti hanno tuttavia fatto notare che il piano è “ambizioso e complicato” da portare a termine, soprattutto alla luce della riluttanza dei broadcaster a cedere il loro asset principale: le frequenze. Il progetto, di fatti, non chiarisce quanto denaro tornerà nelle casse delle emittenti televisive, che quindi hanno chiesto maggiori dettagli e garanzie sulla ‘volontarietà’ dell’asta.

“Non siamo contrari al piano ma vogliamo essere sicuri che l’asta sia davvero volontaria e vogliamo tutelare chi non vorrà parteciparvi”, ha sottolineato Gordon Smith, presidente della National Association of Broadcasters.

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