Francia
Il senato francese ha bocciato l’emendamento che prevedeva la nomina di un commissario governativo in seno all’Autorità delle tlc (Arcep), organo chiamato a svolgere delicate funzioni di vigilanza sul mercato delle comunicazioni e del quale deve essere assicurata l’indipendenza dai partiti politici..
Il voto trasversale ha spiazzato il Ministro dell’Industria, Eric Besson, firmatario del provvedimento su cui si era espressa negativamente anche il Commissario Ue Neelie Kroes.
Il senatore Bruno Retailleau (MPF) ha spiegato che lo Stato, in quanto azionista di France Telecom, non può avere un proprio referente all’interno di un’Autorità chiamata a ricoprire un ruolo di garanzia e imparzialità.
“Emendamento poco utile – ha sottolineato – e contrario in modo palese al diritto comunitario“. Aggiungendo che si corre il rischio che la Corte di Giustizia Ue condanni la Francia così come ha indicato la Commissione nella lettera inviata al governo.
Hervé Maurey, illustrando le ragioni del proprio dissenso, ha messo in luce l’eventuale “conflitto di interesse” che si creerebbe all’interno dell’Arcep, essendo lo Stato francese azionista di France Telecom (27%).
“E’ bene – ha detto Michel Teston (PS) – che i due ruoli, quello di Stato azionista e regolatore, restino separati”.
La nomina in questione era contenuta in un emendamento al disegno di legge che accoglie le disposizioni Ue del Pacchetto telecom e che il 13 gennaio aveva avuto il voto favorevole dell’Assemblea nazionale.
Il 25 gennaio, la Commissione Affari economici del senato aveva adottato una soluzione di compromesso sulla base di alcune proposte avanzate da Bruno Retailleau.
Ma il Ministro aveva rifiutato di effettuare cambiamenti e depositato la proposta iniziale, chiarendo però che il commissario governativo non avrebbe partecipato alle sedute di delibera dell’Arcep.
Il commissario avrebbe però avuto potere di far inserire all’ordine del giorno questioni di interesse politico in materia postale o di comunicazioni elettroniche. Besson aveva anche assicurato che essendo il commissario un funzionario pubblico sarebbe stato obbligato al segreto professionale specie in materia industriale e commerciale. In caso contrario il commissario sarebbe incorso nelle sanzioni previste dal codice penale.
L’ultima parola spetterà adesso alla Commissione mista paritaria, che si riunirà mercoledì 16 febbraio.