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Ue-Pechino, c’è l’intesa. I vantaggi per le 2mila aziende italiane in Cina (Ecco chi sono)

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I punti chiave dell’accordo Ue-Cina. Il Comprehensive Agreement on Investment (CAI) sarà strategico anche per le aziende italiane in Cina.

Dopo quasi sette anni di negoziati, l’Unione europea e la Cina oggi hanno raggiunto l’intesa politica sull’accordo bilaterale Ue-Cina sugli investimenti (Comprehensive Agreement on Investment – CAI). Alle ore 13 si è tenuto l’incontro, in videoconferenza, tra il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, il presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, e dal presidente cinese Xi Jinping.

Oltre a questo incontro, c’è stato anche quello tra il presidente francese Emmanuel Macron, il cancelliere tedesco Angela Merkel e il presidente Xi in seguito al loro incontro a Parigi nel marzo 2019.

Il Trattato, “il più ambizioso” che la Cina abbia mai siglato con un altro Paese, mira a creare per la prima volta un quadro giuridico uniforme per gli investimenti europei in Cina e per gli investimenti cinesi in Europa, andando a sostituire i 25 accordi bilaterali di investimento oggi in vigore.

I punti chiave dell’accordo Ue-Cina

L’accordo con la Cina consentirà agli Stati dell’Ue un accesso al mercato cinese più ampio, inclusi settori nuovi come: 

  • Telecomunicazioni
  • Cloud computing
  • Sanità
  • Finanza
  • Auto elettriche, 
  • Manifatturiero
  • Costruzioni
  • Pubblicità
  •  Trasporto aereo
  • Servizi marittimi

L’accordo punta a riequilibrare una situazione asimmetrica e ad assicurare che le imprese dell’Unione europea abbiano in Cina lo stesso trattamento che l’Ue riserva a quelle cinesi in Europa, aumentando anche la trasparenza sui sussidi nel settore dei servizi. Secondo l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, le aziende dell’UE che oggi lavorano in Cina devono affrontare uno dei regimi di investimenti esteri diretti (IDE) più restrittivi al mondo.

Dunque, è strategica la sua importanza anche per le aziende italiane. 

Le imprese italiane stabilitesi in Cina, si legge dal sito info.mercatiesteri.it, attraverso le varie modalità di presenza sono circa 2.300, (nel 2019 erano 400 iscritte alla Camera di Commercio italiana in Cina) alle quali sono complessivamente riconducibili oltre 60.000 posti di lavoro e un fatturato di circa 5 miliardi di euro. 

Dal punto di vista settoriale, gli investimenti italiani sono abbastanza diversificati, con significative quote per la meccanica e il tessile.

Ecco alcune delle 2.300 aziende italiane in Cina:

  • ABET LAMINATI SPA
  • ARISTON THERMO GROUP
  • Asia Promotion
  • ASSICURAZIONI GENERALI
  • BANCA MONTE DEI PASCHI DI SIENA SPA GUANGZHOU REP. OFFICE
  • BOTTERO GLASS INDUSTRY (FOSHAN)
  • Bracco
  • Brembo (China) Brake Systems Co. Ltd.
  • CAH – JIANGXI CHANGHE AGUSTA Helicopter Co. Ltd
  • Costa Crociere
  • CruItaly
  • DANIELI GROUP
  • DE’LONGHI KENWOOD APPLIANCES (DONGGUAN) CO., LTD.
  • Dolce & Gabbana
  • DONGGUAN COGNE STEEL PRODUCTS CO LTD
  • Ducati
  • ENEL
  • ENI
  • Ermenegildo Zegna
  • ESAOTE
  • FEDERLEGNOARREDO
  • Ferragamo
  • Ferrante Intellectual Property
  • Ferrero
  • FIAT
  • Florentia Village
  • Fratelli Beretta
  • GAC FIAT
  • Giacomini
  • Globetech (Tianjin) Enterprise Consulting Management
  • HAINAN ZAMBON PHARMACEUTICAL CO., LTD
  • HLD Event Services
  • Intesa Sanpaolo
  • IVECO
  • Lamborghini
  • LANDI RENZO
  • Leonardo Company
  • Luxottica
  • LUXOTTICA TRISTAR (DONGGUAN) OPTICAL CO., LTD.
  • MAGNETI MARELLI
  • Marposs
  • MASCHIO
  • MaxMara Group
  • Mercegaglia
  • Metadesign Ltd.
  • METASYSTEM ELECTRONICS (SHENZHEN) CO., LTD.
  • MG MINIGEARS (SUZHOU) CO., LTD.
  • NIDEC ASI (Beijing) Co., Ltd
  • PERFETTI VAN MELLE – CHINA OPERATION
  • PIAGGIO
  • Pirelli
  • Progetto CMR (Beijing) Architectural Design Consultants Co., Ltd.
  • PRYSMIAN GROUP
  • SACMI (FOSHAN) CERAMIC MACHINERY LTD.
  • Savio
  • SCM Group
  • SFH
  • SIRA Industrie
  • TECHNOGYM
  • TENOVA GROUP
  • Unicredit Spa
  • Unicredito Italiano
  • VISUN TUSCANY YACHTING

I vantaggi

“Il CAI sarà anche il primo accordo a rispettare gli obblighi per il comportamento delle imprese statali e le regole di trasparenza complete per i sussidi”, si legge in una dichiarazione della Commissione europea. La Cina ha anche accettato di “compiere sforzi continui e sostenuti” per portare avanti la ratifica delle convenzioni fondamentali dell’Organizzazione internazionale del lavoro (OIL) sul lavoro forzato.

Il CAI denota una forte volontà politica da parte del governo cinese, delle istituzioni dell’UE e dei governi nazionali europei di raggiungere importanti compromessi e concessioni per salvare un accordo negoziato da sette anni e che dovrebbe infondere certezza giuridica e migliorare le condizioni di concorrenza per le imprese internazionali. Si tratta di qualcosa di estremamente prezioso in un’epoca in cui l’incertezza, l’imprevedibilità e la crisi economica regnano negli affari mondiali”, ha commentato Claudia Vernotti, direttore di ChinaEU.

Ci aspettiamo di vedere come risultato di questo accordo”, ha concluso Vernotti, “maggiori investimenti bilaterali nei punti chiave della strategia di crescita dell’UE, ovvero su progetti e iniziative legate alla transizione green e digitale

L’accordo deve essere ratificato dai governi dell’UE e dal Parlamento europeo

L’UE procederà ora in conformità con le sue norme e procedure legali per firmare, ratificare e concludere l’accordo, che deve essere ratificato dai governi dell’UE e dal Parlamento europeo. L’Ue e la Cina puntano a concludere i negoziati sulla protezione degli investimenti entro due anni dalla firma del CAI.

L’accordo prevede anche un solido meccanismo di applicazione e monitoraggio. La Commissione europea monitorerà l’attuazione degli impegni CAI da parte dell’UE.

Una volta ratificato (potrebbe accadere tra mesi), l’accordo dovrebbe favorire flussi di investimenti bilaterali, oggi al di sotto del loro potenziale e decisamente non in linea con il rapporto commerciale altamente sviluppato. 

Ue-Cina, un commercio bilaterale di 560 miliardi di euro

Secondo i dati di Eurostat, nel 2019 l’UE ha esportato merci per un valore di circa 198 miliardi di euro in Cina e ha importato merci per 362 miliardi di euro, con un commercio bilaterale di 560 miliardi di euro.

Nel 2019, la Cina è stata il terzo partner per le esportazioni di beni dell’Ue (9%) e il principale partner per le importazioni di merci dall’Unione europea.
Tra gli Stati membri dell’Ue, i Paesi Bassi sono stati il ​​principale importatore di merci dalla Cina e la Germania è stato il più grande esportatore di merci in Cina nel 2019.

La Cina quest’anno ha superato gli Stati Uniti diventando il principale partner commerciale dell’UE (mentre l’Ue è stata per diversi anni il partner commerciale numero uno della Cina). Nei primi tre trimestri del 2020, il commercio Ue-Cina ha raggiunto più di 420 miliardi di euro. Una cifra che può solo accelerare con la ratifica dell’accordo sugli investimenti.

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