Cellulari: a molti piace ‘usato’ e le aziende hanno fiutato il business

di Alessandra Talarico |

Sempre più aziende, soprattutto negli Usa, si sono lanciate nel settore del rinnovo e della rivendita di apparecchi usati, ma anche in questo business si sentono i contraccolpi della forte concorrenza cinese.

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Sempre più aziende si stanno lanciando nel business del rinnovo e della rivendita di cellulari e altri dispositivi elettronici usati, spesso relegati nei cassetti o buttati nella spazzatura in barba all’ambiente.

Secondo la società specializzata ReCellular, entro pochi anni il mercato dell’usato potrebbe rappresentare, negli Usa, un quinto delle vendite totali. Lo scorso anno, il gruppo guidato da Stephen Manning ha rivenduto o riciclato 5,2 milioni di apparecchi, da 2,1 milioni l’anno prima. Il 60% delle vendite è avvenuto negli Stati Uniti, il resto in Asia, Africa, America Latine e Est Europa.

 

Fino a poco tempo fa, ReCellular raccoglieva gli apparecchi usati da enti di beneficenza o negozianti, ora la società ha lanciato una campagna pubblicitaria invitando i cittadini a vendere i loro vecchi telefonini attraverso il sito Usell.com.

Secondo i calcoli di Manning, i profitti di ReCellular cresceranno quest’anno del 50% rispetto ai 66 milioni di dollari dello scorso anno. La società, negli ultimi due anni ha raccolto fondi per 20 milioni di dollari da diverse società di private equity.

 

A livello globale, le vendite di cellulari usati sono ancora una goccia nel mare: secondo Yankee Group, si tratta di poche centinaia di milioni di unità, rispetto a 1,6 miliardi di cellulari nuovi.

 

Anche se i rivenditori di cellulari usati sono in circolazione da diversi anni, la congiuntura economica negativa e il crescente successo degli smartphone incoraggeranno sempre più l’acquisto di modelli usati.

ReCellular e i concorrenti offrono pochi dollari per i cellulari ‘basic’ vecchi di diversi anni, ma arrivano a pagare anche 400 dollari per un iPhone usato e ne riescono a raccogliere diverse centinaia ogni giorno.
Per circa tre quarti di questi dispositivi è necessaria una lucidata e qualche piccolo aggiustamento prima della rivendita – un Motorola Razr, ad esempio, può essere acquistato per circa 40 dollari – mentre da quelli troppo vecchi per essere rimessi sul mercato si estraggono parti metalliche e plastiche che vanno a coprire in parte i costi della compagnia.

 

Diversi siti si occupano dell’acquisto e della rivendita di dispositivi usati, tra cui Gazelle.com, NextWorth.com, e NoBetterDeal.com e diverse società stanno investendo per entrare nel settore, come la Brightpoint di Indianapolis, specializzata in servizi logistici per le tlc, che ha appena speso 76 milioni di dollari per acquisire Touchstone Wireless Repair & Logistics, che ripara e rimette a nuovo i cellulari.

In molti casi, come per gli smartphone Apple, è tuttavia molto difficile sbloccare i codici dei dispositivi per poterli rivendere all’estero. La società di Cuperitno, ha sottolineato Manning, mantiene anche uno stretto controllo sui rivenditori, rendendo molto difficoltoso l’acquisto di parti di ricambio per i suoi telefonini.

 

Anche in questo business, tuttavia, si intravede la ‘minaccia cinese’: molte aziende di quel paese, infatti, hanno iniziato a vendere cellulari a 15-20 dollari. Resta da sfruttare, quindi, soprattutto la crescente domanda di tablet, ereader, iPod e smartphone, anche usati.

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