France Telecom: Didier Lombard getta la spugna. Troppe polemiche per lo stipendio da 500mila euro l’anno

di Alessandra Talarico |

L'ex presidente era stato costretto a cedere il posto a Stephane Richard dopo le polemiche sull'ondata di suicidi che ha sconvolto il gruppo, portando alla morte di 58 dipendenti in tre anni.

Francia


Didier Lombard

L’ex presidente di France Telecom, Didier Lombard ha gettato, infine, la spugna: senza attendere l’ulteriore degenerare delle polemiche e per non provocare una nuova crisi dalle conseguenze imprevedibili ha annunciato che lascerà definitivamente la società, dopo la levata di scudi suscitata dalla decisione di restare come consulente del nuovo amministratore delegato Stephan Richard.

“Nell’interesse di France Telecom, azienda alla quale ho consacrato la maggior parte della mia vita professionale, ho deciso di rinunciare alle funzioni di consulenza che mi erano state proposte quando ho rimesso il mio mandato di presidente del consiglio di amministrazione, e di lasciare l’azienda”, ha comunicato in una nota Lombard, che l’11 febbraio scorso aveva annunciato al quotidiano La Tribune l’intenzione di abbandonare con 4 mesi di anticipo il suo mandato di presidente non esecutivo, restando però in seno al gruppo in qualità di consulente di un progetto volto ad aiutare gli imprenditori francesi, di cui France Telecom sarebbe stato tra i capofila.

L’ex presidente era finito nell’occhio del ciclone per la sua scarsa empatia verso la crisi sociale che ha scosso l’azienda negli ultimi tre anni e che ha portato al suicidio di 58 dipendenti in seguito all’avvio di un piano di ristrutturazione che ha lasciato a casa circa 22 mila persone e costretto molti dipendenti, spesso prossimi alla pensione, a subire trasferimenti coatti o situazioni di lavoro degradanti. Ad aggravare la posizione di Lombard, che aveva definito ‘una moda’ quella dei suicidi, attirando le feroci critiche dei sindacati e le ire dei familiari dei dipendenti che si erano tolti la vita, anche un video in cui l’ex dirigente era stato immortalato a parlare con tono sprezzante ai lavoratori per avvisarli della criticità della situazione.

 

Il piano di mobilità coatta è stato infine sospeso, ma l’immagine dell’azienda ne è uscita distrutta e Lombard, che fino alla fine ha goduto dell’appoggio del governo, lo scorso 1° marzo ha infine dovuto cedere le proprie mansioni a Stephane Richard.

La nuova ondata di critiche, tuttavia, ha causato la scelta irreversibile di “abbandonare la nave” (leggi articolo): la goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la notizia che, in qualità di consulente di Richard, Lombard avrebbe guadagnato 500 mila euro l’anno. A denunciarlo, il sindacato CGC-CFE-UNSA, da sempre molto duro verso l’ex presidente.

Ancora oggi, Lombard è convinto che le accuse rivoltegli dai sindacati in merito alla crisi sociale in seno all’azienda siano state del tutto ingiustificate e, sempre a La Tribune, ha dichiarato addirittura che non sarebbe esistita alcuna crisi se i sindacati non avessero cavalcato l’onda di pochi tragici casi isolati.

 

“Mi dispiace per le sofferenze e senza dubbio per le incomprensioni legate al bisogno imperioso di cambiamento”, si legge ancora nella nota diffusa da Lombard per annunciare le sue dimissioni. L’ex presidente, insomma, non avrebbe avuto altra scelta che spingere sull’acceleratore per rendere più snella la struttura dell’ex monopolista statale, anche alla luce della decisione del governo di garantire ai lavoratori di France Telecom lo status di dipendenti pubblici,  che vieta il licenziamento in caso di calo della domanda in varie regioni e segmenti di business.
 

Il piano di mobilità, insomma, sarebbe stato vissuto male perchè mal compreso e a sua volta mal compreso perchè a volte eccessivo e più dogmatico che pragmatico.

 

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