Italia
Nella ricorrenza della festa delle donne, al Convegno di Milano su “La Tv delle donne, l’eccellenza della normalità“, Gabriella Cims, promotrice dell’Appello Donne e Media, ha portato la propria testimonianza, partendo da una domanda: “Dove sono tutte le donne normali?”.
“Le donne che lavorano, si impegnano, hanno successo (…) non le troviamo sui magazine, sui cartelloni pubblicitari (…) sembrano rimosse”.
E’ necessario migliorare la rappresentazione della figura femminile trasmessa dalla tv e dai mezzi di comunicazione nel nostro Paese.
La Cims torna, quindi, a parlare della riforma del Contratto di servizio Rai, che sarà ratificato a breve, e porta la testimonianza dell’Appello Donne e Media, lanciato nel novembre 2009, che ha ottenuto il sostegno di migliaia di persone a partire dal Presidente della Repubblica.
Il Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, lo scorso anno ha inviato una lettera alla Presidente del Comitato Pari Opportunità del Ministero dello Sviluppo Economico, Mirella Ferlazzo, prima firmataria dell’Appello a sostegno della proposta di emendamenti presentati dalla Cims, responsabile Osservatorio Direttiva UE Servizi di Media Audiovisivi presso il Dipartimento Comunicazioni.
Nel testo della lettera viene ricordato e riaffermato l’impegno del Presidente della Repubblica sulla questione della valorizzazione delle donne nella società italiana.
Oltre a Napolitano anche il Parlamento, il Governo, la Rai hanno dato grande ascolto a una iniziativa della società che si è consolidata nella Rete, diventando una riforma che si è inserita nell’Agenda politica del Paese. Hanno sottoscritto l’Appello numerosi parlamentari tra i quali Emma Bonino, Roberto Rao, Silvia Costa, Maria Ida Germontani, Vittoria Franco, Debora Bergamini, Mariapia Garavaglia, Emanuela Baio.
L’Appello evidenzia come anche nel nostro Paese “le cose possono cambiare e migliorare“.
“Bisogna però passare dalla protesta alla proposta”, sottolinea la Cims, che ha approfondito il percorso di questa riforma che poggia su alcuni punti essenziali sui quali s’è raggiunta la convergenza attraverso la campagna web di key4biz e i dibattiti pubblici promossi nel corso dell’anno. Sono stati sostenuti nelle sedi istituzionali raggiungendo il primo obiettivo del percorso avviato: oltre un migliaio di sottoscrizioni, tra singoli e associazioni.
Gli obiettivi messi in campo:
* Piattaforma di emendamenti al Contratto di Servizio Pubblico Rai scaduto a dicembre 2009, presentati in sede di Commissione paritetica Rai-Governo (dal novembre 2009) e Commissione di Vigilanza;
* La richiesta al servizio pubblico di dedicare spazi ad hoc per rappresentare la pluralità della realtà femminile;
* Sui mezzi di comunicazione in generale, l’Appello chiede l’adozione di un Codice “Donne e Media”, di regole condivise, simile a quello adottato dagli altri paesi dell’Unione Europea, come rilevato dal Libro Bianco del Censis, “Women and Media in Europe“;
* Un organismo ad hoc che ne monitori l’applicazione e promuova iniziative idonee ad implementarne gli obiettivi;
* Armonizzare le diverse disposizioni vigenti negli stati membri dell’Unione per promuovere uno “Standard europeo” Donne e Media.
Il primo obiettivo, ha commentato la Cims, è oggi una realtà: 12 nuovi impegni per la Rai che sono anche 12 nuovi diritti per le donne e gli uomini da far valere per chiedere alla Tv pubblica un nuovo corso nella rappresentazione delle donne, più rispettosa della dignità umana, culturale e professionale e slegata dagli stereotipi riduttivi della realtà.
“Se abbiamo avuto successo in questo primo obiettivo, è anche grazie al superamento delle divisioni, alla massa critica che abbiamo attivato attorno alle soluzioni concrete messe in campo”.
Nel testo del Contratto di servizio Rai, approvato il 3 febbraio, nell’articolo che riguarda la “Missione e ruolo del servizio pubblico radiotelevisivo“, all’articolo 2 si legge che “La concessionaria è tenuta a realizzare un’offerta complessiva di qualità, rispettosa dell’identità, dei valori e degli ideali diffusi nel Paese, della sensibilità dei telespettatori e della tutela dei minori, rispettosa della figura femminile e della dignità umana, culturale e professionale della donna…”.
E ancora “…valorizzare la rappresentazione reale e non stereotipata della molteplicità di ruoli del mondo femminile, anche nelle fasce di maggior ascolto, promuovendo, tra l’altro, seminari interni al fine di evitare una distorta rappresentazione della figura femminile, con risorse interne ed esterne, anche in base a indicazioni provenienti dalle categorie professionali interessate; promuovere e valorizzare un nuovo corso nell’impiego della figura femminile, nel pieno rispetto della dignità culturale e professionale delle donne, anche al fine di contribuire alla rimozione degli ostacoli che di fatto limitano le pari opportunità”.
La Rai si impegna inoltre in un monitoraggio, con produzione di idonea reportistica annuale, che consenta di verificare il rispetto circa le pari opportunità nonché la corretta rappresentazione della dignità della persona nella programmazione complessiva, con particolare riferimento alla distorta rappresentazione della figura femminile e di promuoverne un’immagine reale e non stereotipata. I report devono essere trasmessi al Ministero, all’Autorità e alla Commissione Parlamentare.
La Tv pubblica riconosce come fine strategico e tratto distintivo della missione del servizio pubblico la qualità dell’offerta ed è tenuta a improntare, nel rispetto della dignità della persona, i contenuti della propria programmazione a criteri di decoro, buon gusto, assenza di volgarità, anche di natura espressiva, assicurando, tra l’altro, una più moderna rappresentazione della donna nella società, valorizzandone il ruolo, e rispettando le limitazioni di orario previste a tutela dei minori dalla legislazione vigente.
Nonché la tutela delle pari opportunità tra uomini e donne, e garantisce un rigoroso rispetto della deontologia professionale da parte dei giornalisti e degli operatori del servizio pubblico.
L’offerta della Rai prevedrà inoltre trasmissioni idonee a comunicare al pubblico una più completa e realistica rappresentazione del ruolo che le donne svolgono nella vita sociale, culturale, economica del Paese, nelle istituzioni e nella famiglia, valorizzandone le opportunità, l’impegno e i successi conseguiti nei diversi settori, in adempimento dei principi costituzionali.
Anche l’offerta radiofonica dovrà prevedere rubriche dedicate al tema delle pari opportunità e al ruolo che le donne svolgono nella società.
Per quanto riguarda la programmazione televisiva per i minori la Rai si impegna affinché sia di buona qualità e proponga valori positivi umani e civili, e assicuri il rispetto della dignità della persona e promuova modelli di riferimento, femminili e maschili, egualitari e non stereotipati.
Nella fascia oraria compresa tra le ore 7 e le 22,30, dedicata a una visione familiare, verranno evitati programmi che possano indurre ad una forviante percezione dell’immagine femminile e della violenza sulle donne.
La Rai si impegna altresì alla prevenzione e contrasto della violenza sulle donne, collaborando con le istituzioni preposte per la realizzazione e diffusione, sulle diverse piattaforme di trasmissione, di specifici programmi.
Anche per l’estero una programmazione che rispetti l’immagine femminile e la sua dignità culturale e professionale e rappresenti in modo realistico il ruolo delle donne nella società.
Quali i prossimi passi?
Un tavolo di confronto per l’adozione di un “Codice Donne e Media” condiviso e l’istituzione di un Comitato che ne monitori l’applicazione e promuova iniziative idonee.
Tutto questo al fine di contribuire a promuovere un’immagine equilibrata e non stereotipata della donna sui diversi media, contribuendo a rimuovere l’ostacolo alla piena parità tra uomo e donna prodotto di fatto da una rappresentazione riduttiva del ruolo che le donne svolgono realmente nella società: tale azione è focalizzata su televisione, stampa, advertising sulle diverse piattaforme e outdoor, videogiochi, radio; ponendo grande attenzione ai contenuti, anche veicolati sulle nuove tecnologie, in primis quelli offerti dal servizio pubblico.
Il Comitato provvede allo svolgimento dei compiti inerenti l’analisi, il monitoraggio e le iniziative atte a una valutazione qualitativa della rappresentazione delle donne nel settore dei media e della comunicazione, alla comunicazione istituzionale, politica e di impresa, individuandone livelli di responsabilità; elabora proposte idonee alla adozione in Italia di un codice deontologico “Donne e Media” condiviso dai vari esponenti la società civile, dei soggetti istituzionali ed imprenditoriali direttamente coinvolti (associazioni, enti di ricerca, istituzioni, broadcasters, produttori, pubblicitari…); promuove l’eguaglianza di genere nei mezzi di comunicazione come strumento fondamentale di rinnovamento politico e sociale, nonché come motore di crescita economica, più equilibrata e sostenibile; esamina le modalità di rappresentazione dell’universo femminile da parte dei mass-media, elabora, promuove e realizza iniziative atte alla piena realizzazione delle pari opportunità tra uomo e donna in tale settore.
“Abbiamo di nuovo i nostri diritti – ha concluso la Cims – diffondiamone la conoscenza e monitoriamo affinché vengano rispettati”.
Aggiungendo: “Dopo tutto il consenso ricevuto in rete, credo di poter affermare che concordiamo sulla necessità di una più realistica rappresentazione del mondo femminile e del grande contributo di sviluppo che viene alla società dalle donne che nascono, crescono, lavorano nel nostro Paese”.
Infine non ci resta che augurare buon 8 marzo 2011!
Video dell’intervento di Gabriella Cims
La Tv delle donne, l’eccellenza della normalità (SLIDES)
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