La sostenibilità ambientale nell’edilizia moderna deve tradursi prima di tutto nella riduzione del consumo di suolo legato alle costruzioni e poi nell’utilizzo di materiali a basso impatto ambientale e nell’impiego di tecnologie che aiutino a contenere le emissioni inquinanti.
Oggi è stato pubblicato il decreto ministeriale sulla “Qualità dell’abitare”, che stanzia più di 853 milioni di euro in attività di riqualificazione del patrimonio residenziale sociale esistente.
Tra le azioni previste dal decreto tutte quelle orientate alla sostenibilità e alla densificazione, senza consumo di nuovo suolo e secondo i principi e gli indirizzi adottati dall’Unione europea, secondo il modello urbano della città intelligente, inclusiva e sostenibile (smart city).
Fondi e interventi per l’edilizia residenziale sociale
Tra i beneficiari di questa misura troviamo gli enti pubblici di Città metropolitane (tra cui la Città di Aosta), Comuni capoluoghi di provincia, Comuni con più di 60.000 abitanti, mentre sono escluse la Regione Trentino Alto Adige e le province autonome di Trento e Bolzano e i relativi Comuni.
Come spiegato sul sito del ministero delle Infrastrutture e dei trasporti gli enti interessati potranno registrarsi sul portale applicativo dedicato al programma, dalle ore 12,00 del 16 novembre, accessibile dalla pagina https://qualitabitare.mit.gov.it.
I progetti ammessi ai finanziamenti sono di auto recupero/ristrutturazione, di rifunzionalizzazione di spazi e immobili pubblici non utilizzati, dismessi e degradati, per incrementare l’edilizia residenziale pubblica, per incrementare l’accessibilità e la sicurezza di edifici e spazi sociali, comunque tesi a migliorare la coesione sociale e la qualità della vita dei cittadini.
Social housing, sostenibilità e smart city
Di edilizia residenziale sociale o social housing si parla quasi sempre all’interno di piani di urbanizzazione sul modello smart city.
Qui le costruzioni sono progettate e realizzate sfruttando nuove tecnologie informatiche e digitali, rispettando elevati standard di sostenibilità ambientale, impiegando materiali nuovi di bioedilizia, puntando alla massima efficienza energetica.
In termini più sociali, quest’edilizia smart prevede la progettazione di spazi collettivi condivisi e aperti alla città, la creazione delle condizioni per un impatto positivo sul quartiere, nuovi strumenti per la ricerca e l’innovazione sociale, diffuse pratiche sostenibili per l’abitare di nuova generazione.
Non meno rilevante, in questo modello di città, è la presenza di una comunità proattiva, assieme alle sue relazioni con la Pubblica Amministrazione e le imprese sul territorio, ma anche con l’ambiente esterno, assieme al livello di integrazione e coesione, alla qualità della vita dei cittadini in termini generali.