Mondo
L’Huffington Post arriva in Europa. Presto sarà infatti disponibile un’edizione del sito per il Regno Unito. L’arrivo è previsto per l’estate, ha dichiarato Arianna Huffington durante il MediaGuardian Changing Media Summit.
La formula che ha decretato il successo del sito resterà la stessa: un gruppo di giornalisti pagati e un ampio numero di collaboratori e blogger che popoleranno la piattaforma solo per ottenere visibilità.
Nessun cambio di rotta per il superblog, acquistato per 315 milioni di dollari lo scorso febbraio da America Online (Aol), nonostante le polemiche sollevate dai blogger che, stanchi di lavorare gratuitamente, hanno minacciato di andar via.
“Scrivere per il Post – ha risposto seccamente la Huffington – equivale ad andare in tv in un talk show di grande popolarità. Vuol dire visibilità massima. E se qualcuno decide di andarsene, sono in tanti pronti ad occupare quegli spazi”.
Intanto mentre l’Huffington Post pensa ad allargare il proprio mercato, partendo alla volta del Vecchio Continente, il New York Times lancia oggi il nuovo modello pay che ha raccolto critiche da ogni parte della rete.
Giornata storica, quindi, per il quotidiano più autorevole al mondo che da oggi sarà a pagamento sul web. Dopo 15 anni di consultazioni gratuite, i lettori dovranno abbonarsi per poter consultare i servizi del loro quotidiano pubblicati online. Ad annunciarlo è stato l’editore del New York Times, Arthur Sulzberger jr: “Caro lettore, la data di oggi segna un importante passaggio per il New York Times: introduciamo gli abbonamenti digitali. E’ un passo importante che speriamo tu possa vedere come un investimento nel Times, un passo che rafforzerà la nostra capacità di fornire giornalismo di alta qualità ai lettori di tutto il mondo e su ogni tipo di piattaforma”.
“Se avevi un abbonamento per la consegna a casa del giornale, continuerai ad avere pieno e gratuito accesso alle nostre notizie, articoli, approfondimenti e li continuerai a ricevere sul tuo computer, sul tuo smartphone e sulla tua tavoletta (tablet). Se non avevi un abbonamento per la consegna a casa, avrai libero accesso fino a un definito limite di lettura. Se supererai quel limite, ti verrà chiesto di diventare un abbonato digitale”.
“L’abbonamento – ha spiegato Sulzberger – funziona in questi termini: sull’edizione online si potranno leggere gratuitamente fino a 20 articoli al mese senza costi aggiuntivi. Superato quel limite scatterà la richiesta di “abbonamento digitale” secondo una serie di offerte: da 15, da 20, da 35 dollari a seconda del ‘pacchetto’ desiderato. Sugli smartphone e sulle applicazioni tablet la sezione Top News resterà gratuita. Per le altre sezioni sarà necessario abbonarsi. Tre i ‘pacchetti’ in offerta a seconda che si scelga la piattaforma computer, smartphone, tablet.
Sulzberger ha precisato che i lettori che accedono ad articoli del Times attraverso link da blog e social media come Facebook e Twitter potranno leggere questi articoli del New York Times anche nel caso in cui abbiano raggiunto il loro limite mensile di lettura. “Per alcuni motori di ricerca, i fruitori avranno un limite giornaliero per quanto riguarda i link agli articoli del Times” ha scritto.
L’unico elemento che resterà totalmente gratuito sarà la homepage del giornale, così come la prima pagina di tutte le sezioni resterà gratuita, “con libero accesso in ogni momento e a chiunque”.
Già nel 2005, il giornale americano aveva tentato un passaggio alla versione pay, con Times Select, un sistema che prevedeva il pagamento per la lettura degli articoli delle firme più prestigiose.
L’esperienza è però durata solo due anni, evidentemente i tempi non erano maturi e i giornalisti lamentavano di non essere più letti…
Come risponderanno i lettori? Nieman Lab, Osservatorio sui media di Harvard, ritiene che il prezzo di 15 dollari al mese sia troppo elevato (Leggi l’Analisi).
Ma Jay Rosen, professore alla Scuola di giornalismo dell’Università di New York, ha scritto su Twitter che disdirà l’abbonamento al cartaceo a favore di quello digitale (Leggi il tweet).
Secondo l’istituto ComScore, il sito NYTimes.com contava a febbraio 31,4 milioni di visitatori. Tra la salvaguardia dei propri lettori e i contratti con gli inserzionisti, la ricerca del giusto business model è al momento la maggiore sfida per la stampa online.
ComScore ha ricordato che il quotidiano britannico Times ha visto ridurre notevolmente l’accesso al proprio sito dal lancio del servizio a pagamento.
Ma è anche vero che oltreoceano le entrate della pubblicità online hanno superato pesantemente quelle delle carta stampata. A questo punto, ripensare ai proprio modelli economici è d’obbligo.
Altra novità per il giornalismo online: parte oggi in Francia Jaimelinfo.fr, una piattaforma di crowdfunding che permetterà ai lettori di finanziare direttamente reportage e progetti di sviluppo della redazione.
Promossa dal quotidiano online Rue89, che ha già raccolto l’adesione di siti e blog (Mediapart, TerraEco, OWNI, Arrêts sur images, Cafebabel, Myeurope …), Jaimelinfo si ispira al sito internet Spot.us.
Lanciato negli Stati Uniti nel 2008, Spot consente agli utenti di finanziare le inchieste proposte da giornalisti indipendenti.
Per Jaimelinfo, il concetto è tuttavia più ampio: saranno infatti i siti di informazione, e non i singoli giornalisti, a proporre i reportage da finanziare. Mentre l’utente potrà anche decidere di “contribuire al loro funzionamento e al loro sviluppo“, ha spiegato Laurent Mauriac, presidente di Jaimelinfo e giornalista a Rue89.
“Molti siti come Rue89 – ha sottolineato – si sono costruiti una community di lettori fedeli che sono interessati a partecipare alla costruzione di un nuovo modello economico”.
Del resto sono proprio i soldi degli utenti internet che stanno rivoluzionando l’economia dei media online.