Francia
La Francia fa inversione di marcia: il prezzo unico per gli eBook verrà fissato anche per le società straniere come Amazon, Google e Apple.
Così ha deciso il senato, votando all’unanimità in seconda lettura la proposta di legge che questa volta estende la misura alle grandi piattaforme online di distribuzione estere che precedentemente erano state escluse dal provvedimento, sollevando la protesta di tutti gli editori.
Il testo, predisposto dal presidente UMP della Commissione cultura del senato Jacques Legendre e dalla senatrice UMP Catherine Dumas, prevede che gli editori fissino un prezzo unico di vendita al pubblico, come avviene per i testi cartacei.
La Finanziaria ha inoltre stabilito che a partire dal 1° gennaio 2012 agli eBook verrà applicata un’Iva del 5,5%.
Nell’ottobre 2010, le norme erano state votate dal senato in prima lettura ma l’Assemblea nazionale aveva in seguito ristretto la loro applicazione alle società con sede in Francia, non estendendole agli OTT esteri che vendono gli eBook ai francesi. Una misura che aveva sollevato un enorme polverone nel Paese e che vedeva contrapposti gli editori e i distributori (Leggi articolo).
Il Sindacato dei distributori di entertainment culturale e la Fnac aveva dichiarato che le disposizioni, così come erano state predisposte, avrebbero generato comportamenti sleali da parte delle web company che avrebbero potuto offrire gli stessi prodotti a prezzi più bassi. Secondo dati recenti, Apple controlla l’80% del mercato francese della musica digitale e Amazon il 50% di quello degli eBook.
Il Ministro della Cultura, Frédéric Mitterrand, ha così invertito la rotta, introducendo la controversa ‘clausola di extraterritorialità‘.
A fine gennaio, la Commissione Ue aveva manifestato delle riserve su questa misura e a marzo inviato delle perquisizioni nelle principali case editrici di diversi Paesi Ue, tra cui la Francia, sospettate di cartello sui prezzi dei libri digitali (Leggi articolo).
“La concorrenza – s’è giustificato il Ministro – si gioca ad armi pari: sarebbe paradossale che alcune piattaforme potessero sottrarsi alla legge”.
Catherine Morin-Desailly (Union Centriste) s’è chiesta: “La Commissione Ue ha espresso delle riserve, ma sulla base di cosa dovremmo accettare le pratiche predatorie degli onnipotenti player stranieri?”.
Per Jean-Pierre Leleux (UMP), “La Ue non tiene in debito conto che lo sviluppo dell’oligopolio nella distribuzione fa correre seri rischi”.
I senatori hanno anche introdotto un articolo che prevede per gli autori “un remunerazione giusta ed equa per l’uso delle loro opere sui supporti digitali”.