Europa
Il Consiglio dei ministri dei trasporti Ue, svoltosi ieri a Bruxelles, ha adottato le conclusioni sulla revisione di medio termine di Galileo – il progetto di radionavigazione satellitare che dovrebbe concorrere col GPS americano – preparata a gennaio dalla commissione europea con i dettagli sulle realizzazioni tecniche e il futuro finanziamento del programma.
Il ministro ungherese Pál Völner ha sottolineato come il sistema Galileo sia giunto ormai a una fase di svolta in cui è necessario prendere decisioni importanti sul suo futuro: la sua implementazione, ha affermato, non dovrà essere minacciata, neanche dalle difficoltà finanziarie che ne hanno fin qui rallentato il cammino.
L’adozione delle conclusioni all’unanimità, secondo Volner, è un chiaro messaggio politico ai cittadini europei e alla Commissione.
In sostanza, il Consiglio ha approvato la strategia generale sulle regole di accesso e gestione del Public Regulated Service (PRS) forniti dal sistema satellitare, per garantire un accesso prioritario alle agenzie governative (come la Polizia) in caso di emergenza. Il PRS rappresenta uno degli elementi importanti di Galileo che aggiunge valore rispetto agli altri sistemi di navigazione satellitare: è un servizio sicuro, criptato per applicazioni sensibili che necessitano la continuità operativa anche in situazioni di crisi, quando gli altri servizi potrebbero non funzionare.
L’accesso, in questi casi, sarà limitato agli enti autorizzati, quali la polizia o la protezione civile, che potranno così utilizzare le importanti indicazioni fornite da sistema per i trasporti, i servizi di emergenza e per migliorare la sicurezza interna, in particolare il controllo delle frontiere.
Il Public Regulated Service (PRS), è uno dei 5 servizi offerti da Galileo: gli altri sono il servizio aperto, il servizio di ricerca e salvataggio, il servizio safety-of-life (servizio per la sicurezza della vita umana) e il servizio commerciale.
Lo sviluppo del PRS con i suoi segnali cifrati molto forti rappresenta una risposta alle crescenti minacce alle infrastrutture che dipendono dalle tecnologie di navigazione assistite da satellite. Il PRS tutela queste infrastrutture contro tali minacce (spesso chiamate spoofing). Attraverso lo spoofing si possono alterare i segnali che guidano un veicolo o una nave e fornire posizioni inesatte ad esempio a un’automobile della polizia o a un’ambulanza. Su internet sono già ampiamente disponibili all’acquisto piccoli dispositivi di oscuramento, capaci di provocare danni se finiscono nelle mani sbagliate. Il PRS può essere usato in situazioni di crisi nelle quali è di decisiva importanza che servizi vitali di emergenza e di sicurezza continuino a funzionare nell’ambito degli interventi di sicurezza anche quando altri servizi vengono meno.
Anche se vi è stato generale consenso tra gli stati membri sulla decisione, la Commissione ha reso noto che vi sono stati problemi di natura istituzionale sulle modifiche alla sua proposta iniziale. L’esecutivo si è detto comunque ottimista su un prossimo accordo col Parlamento, che non ha ancora adottato una posizione sulla proposta. Il Consiglio spera di raggiungere un accordo col Parlamento in prima lettura e Pál Völner ha indicato che la presidenza ungherese continuerà a lavorare in questa direzione.
Se approvato il PRS potrebbe essere disponibile nel 2014 quando si prevede che Galileo sarà operativo, assieme a due altri servizi iniziali Galileo, il servizio aperto e il servizio di ‘ricerca e salvataggio’.
Galileo è un progetto quanto mai importante per l’Europa, soprattutto in una fase di crescita dei servizi satellitari, che nel 2020 dovrebbero raggiungere un valore di 240 miliardi all’anno. Il mercato globale delle applicazioni per la navigazione satellitare ha registrato un incremento del 30% e la Commissione stima che Galileo possa apportare 90 miliardi di euro all’economia europea in circa 12 anni in termini di entrate supplementari per l’industria e di utilità pubblica, senza contare i benefici derivanti dall’essere indipendenti.
Galileo è un sistema basato su 30 satelliti, posizionati in orbita a 24.000 chilometri di altitudine, che, secondo i progetti, dovrebbero coprire l’intera superficie terrestre grazie ad una rete di stazioni di controllo. Ciascun satellite sarà provvisto di un orologio atomico che permetterà di localizzare ogni oggetto, fermo o in movimento, con un margine di errore di un metro. Il sistema europeo è quindi superiore al Gps che, progettato con obiettivi militari è usato anche per scopi civili, ma ha un mediocre livello di precisione, dimostrando scarsa affidabilità, soprattutto nelle regioni ad estreme latitudini.
Il lancio dei primi satelliti della costellazione Galileo era, in realtà, previsto per il 2008 ma è stato più volte rimandato. L’ultima previsione parlava quindi del lancio entro il 2011 dei primi due satelliti e di un totale di 22 satelliti in orbita entro il 2017/18. Dieci anni in ritardo sul previsto.
Il problema principale, che sta causando notevoli ritardi sulla scaletta di marcia di Galileo, è la continua lievitazione dei costi del progetto: dei 3,4 miliardi stanziati, i due terzi sono stati già spesi e si prevedono costi aggiuntivi per circa 2 miliardi nel periodo 2014-2020 per completare le infrastrutture, a cui si dovranno aggiungere i costi di gestione che dal 2014 dovrebbero attestarsi a 800 milioni di euro all’anno.
Lo stesso, nonostante queste difficoltà, l’Europa è convinta che si tratti di un progetto irrinunciabile, sia per il valore dei servizi offerti, che per la necessità di realizzare un sistema esclusivamente per usi civili, a differenza del Gps e del russo Glonass, concepiti per usi militari.