Italia
E’ stato sottoscritto ieri, presso il Ministero dello Sviluppo Economico, il nuovo Contratto di Servizio con la Rai che scadrà alla fine del 2012. Il tema della qualità dell’informazione – informa una nota del Mise – rappresenta uno degli aspetti qualificanti del nuovo testo, prevedendo specifiche e puntuali disposizioni che consentono agli organismi incaricati della vigilanza e del controllo sull’attuazione del Contratto maggiori e più incisivi poteri di intervento.
Il contratto prevede la concreta attuazione dei principi, criteri e regole di condotta contenuti nel Codice etico e nella Carta dei doveri degli operatori del servizio pubblico, recependo, tra gli altri, anche il Codice di autoregolamentazione in materia di rappresentazione di vicende giudiziarie. Il nuovo testo assicura dunque il rigoroso rispetto della deontologia professionale da parte dei giornalisti e degli operatori del servizio pubblico, i quali sono tenuti a coniugare il principio di libertà con quello di responsabilità nel rispetto della dignità della persona.
E’ previsto inoltre un bilanciamento più equo delle trasmissioni di approfondimento informativo su tutte le tre reti generaliste in senso pluralistico. L’impianto generale del contratto è stato ampiamente rivisto, alla luce dell’evoluzione comportata dal digitale terrestre: il passaggio alla nuova tecnologia è infatti ritenuto parte fondamentale del nuovo testo, sia sotto il profilo dell’offerta sia dello sviluppo tecnologico.
Sul fronte dell’offerta, più in particolare, il contratto amplia anche ai nuovi canali digitali il perimetro per la definizione dell’offerta predeterminata di ”servizio pubblico”, con un incremento della quota minima al 70% rispetto al 65% del vecchio testo. Inoltre richiede alla Rai lo sviluppo di canali tematici specifici, tra cui due dedicati ai minori (che vengono maggiormente tutelati, insieme agli altri soggetti deboli, attraverso norme più stringenti) e uno all’audiovisivo, con possibilità di controlli più incisivi sull’effettivo rispetto degli obblighi di programmazione e investimento.
Maggiore qualità della programmazione del servizio pubblico e l’impegno a evitare scene ed espressioni volgari, violente o di cattivo gusto sono tra i nuovi punti di rilievo a tutela dell’utente. E’ previsto infine l’impegno di Rai di pubblicare sul proprio sito web i compensi di dipendenti e collaboratori, nonché ulteriori informazioni, eventualmente con un rinvio allo stesso sito web nei titoli di coda, sui costi della programmazione del servizio pubblico.
Quello firmato al ministero dello Sviluppo economico è “il Contratto di servizio che ci porta nella nuova dimensione del digitale terrestre e che riconosce come Servizio pubblico tutti i 13 canali della Rai”. Lo ha dichiarato in una nota il presidente della Rai, Paolo Garimberti. “Ci sono nuove norme – ha proseguito – che servono a consolidare il ruolo della Rai, come quella che ci chiede una superiore qualità nell’informazione improntata a pluralismo, completezza e obiettività“.
“Con il Ministero – ha sottolineato Garimberti – abbiamo anche dato nuova forza alla Commissione Paritetica che dovrà occuparsi, oltre che dell’applicazione del contratto di Servizio, anche di valutare iniziative per contrastare l’evasione del canone. Un’evasione intollerabile, una piaga e un danno per tutti quei cittadini che coscientemente lo pagano e che potrebbero vederselo ridurre se si riuscisse a farlo pagare a tutti. Speriamo che con la fine del 2012 vi sia anche la fine dei ‘furbetti del canone'”.
Il nuovo Contratto di servizio inserisce nuove norme a tutela delle Donne in Tv. Una grande vittoria per la campagna Donne e Media, lanciata nel novembre 2009, che ha ottenuto il sostegno di migliaia di persone a partire dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
Un progetto sul quale s’è raggiunta la convergenza attraverso la campagna web di key4biz e i dibattiti pubblici promossi nel corso dell’anno. I punti essenziali di questa campagna sono stati sostenuti nelle sedi istituzionali raggiungendo il primo obiettivo del percorso avviato: oltre un migliaio di sottoscrizioni, tra singoli e associazioni.
Soddisfazione, quindi, per la promotrice dell’Appello Donne e Media, Gabriella Cims (Coordinatrice dell’Osservatorio sulla Direttiva Ue sui “Servizi di Media Audiovisivi”), e per Key4biz che ha sostenuto a tambur battente tutta la campagna.
“Il contratto di servizio Rai appena approvato – ha commentato la Cims – segna una svolta epocale per quanto concerne il livello di attenzione posto sulla rappresentazione televisiva delle donne. Abbiamo proposto, ottenendo una risposta più che mai positiva, che la tv pubblica si assumesse ben dodici nuovi impegni in tema di immagine femminile nella direzione di un maggiore rispetto della dignità umana, culturale e professionale delle donne. Ora il servizio pubblico può dimostrare di saper dare una svolta e di porsi quale alternativa capace di attrarre l’attenzione senza tuttavia offendere il grande contributo di crescita che le donne italiane danno alla nostro paese. Occorre che tutti i mezzi di comunicazione imparino a lasciarsi alle spalle la facile scorciatoia della caccia all’audience ricercata attraverso l’uso del corpo femminile ridotto ad orpello ornamentale, a volte muto per contratto, e facciano invece leva su un rinnovato sforzo creativo, la sola base su cui sono fiduciosa si possa declinare una più realistica rappresentazione della realtà femminile, fuori da stereotipi riduttivi del ruolo che le donne ormai svolgono in ogni settore della società. Intendiamo andare avanti sul cammino di riforme intrapreso, con la convinzione di aver avviato un processo inarrestabile di cui si sentiva urgente bisogno”.
“Mi sento responsabile – ha detto ancora la Cims – della fiducia delle migliaia di persone che hanno voluto sostenere le nostre proposte di cambiamento, dando corpo pulsante all’Appello Donne e Media, avviato nel novembre 2009, inseritosi nell’agenda politica del paese grazie alla “massa critica di consensi” ottenuti anche attraverso la campagna web promossa da key4biz, ed oggi divenuto una riforma importante. E’ il primo obiettivo raggiunto. Un segnale di auspicio che cambiare si può, bastano idee chiare e la volontà di realizzarle”.
Relativamente all’esigenza di una “corretta rappresentazione dell’immagine delle donne e più in generale del mondo femminile da parte della televisione”, l’art. 2 comma 3, lettera b, del nuovo Contratto prevede la valorizzazione e, testualmente, la “rappresentazione reale e non stereotipata della molteplicità di ruoli del mondo femminile, anche nelle fasce di maggior ascolto, promuovendo tra l’altro seminari interni al fine di evitare una distorta rappresentazione della figura femminile, con risorse interne ed esterne, anche in base a indicazioni provenienti dalle categorie professionali interessate”.
Questo significa non solamente impostare la questione sotto il profilo della normazione e della regolamentazione, ma dare l’avvio a una nuova tendenza culturale che rappresenti il risultato di una profonda osmosi tra il mondo della comunicazione pubblica radiotelevisiva e i settori direttamente interessati.
Si tratta, ed è bene specificarlo, di un’assoluta novità introdotta nel nuovo Contratto. L’art. 2, comma 7 stabilisce che la Rai opera un monitoraggio, con produzione di reportistica annuale, che consenta di verificare il rispetto circa le pari opportunità, nonché la corretta rappresentazione della dignità della persona nella programmazione complessiva, con particolare riferimento alla distorta rappresentazione della figura femminile e di promuovere un’immagine reale e non stereotipata. I report devono essere trasmessi al Ministero, all’Autorità e alla Commissione Parlamentare.
Tale monitoraggio è importante perché consentirà al Ministero di poter verificare la necessità di eventuali variazioni migliorative al Contratto stesso per gli anni a seguire, di concerto con gli altri attori interessati
Infine, si fa presente che l’art. 29 del Contratto di servizio stabilisce che entro 30 giorni dall’entrata in vigore del medesimo, con decreto del MiSE sarà “istituita presso il Ministero un’apposita commissione composta da otto membri, quattro designati dal Ministero e quattro dalla Rai, con l’obiettivo di definire – in coerenza con l’evoluzione dello scenario di riferimento – le più efficaci modalità operative di applicazione e di sviluppo delle attività e degli obblighi previsti nel presente contratto, nonché di valutarne il grado di compiutezza al fine di verificarne l’adempimento”.
Il Nuovo Contratto di servizio Rai, quindi, non fa altro che recepire le proposte formulate dal Comitato donne e media e dalla Commissione parlamentare di vigilanza, di realizzare un monitoraggio sulla corretta rappresentazione della figura femminile.
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