ICT: il Brasile nuova meta degli investimenti hi-tech

di Raffaella Natale |

Attirare capitali stranieri è il nuovo obiettivo del governo brasiliano che punta a rafforzarsi nelle tecnologie hi-tech. Accenture, Motorola e IBM hanno già raccolto la sfida.

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Rio De Janeiro

Grande esportatore di materie prime e polo di investimenti stranieri per il settore produttivo, oggi il Brasile ha intrapreso una nuova via: attirare capitali per la ricerca nel campo del petrolio e delle tecnologie dell’informazione.

Il Ministro per le Scienze e le tecnologie, Antonio Mercadante, ha recentemente dichiarato che “La più grande sfida per il Paese è l’innovazione. Siamo molto competitivi nell’agricoltura, il gas e il petrolio, ma la nostra industria resta debole nell’innovazione”.

In questo senso, il governo ha deciso di attirare capitali stranieri e spingere i centri di ricerca a depositare brevetti in Brasile.

Uno è il Cenpes, aperto dalla grande compagnia petrolifera Petrobras a Rio de Janeiro.

Ma c’è anche il Porto Digitale a Recife, capitale dello Stato di Pernambuco. Un parco tecnologico che copre quasi 180 imprese specializzate in ICT.

Il Cenpes, creato nel 1970 e situato nel campus dell’Università di Rio, dal 2005 a oggi ha investito 700 milioni di dollari (484 milioni di euro) per attirare aziende internazionali che lavorano nell’industria petrolifera brasiliana, come la francese Schlumberger o le americane GE, Halliburton e Baker-Hughes.

 

Il responsabile R&D di Petrobras, Carlos Tadeu Fraga, ha informato che “Stiamo per avviare nuove partnership, a completamento delle nostre relazioni commerciali, coi nostri maggiori fornitori che vedono nel Brasile una buona opportunità di business e riconoscono la qualità dell’università brasiliana”.

Tra i progetti su cui si lavorerà, ha citato le ricerche in biotecnologia, biocarburanti e ambiente.

 

Tra il 2008 e il 2010 Petrobras ha impiegato 2,6 miliardi di dollari (1,8 miliardi di euro) in ricerca e sviluppo e prevede massicci investimenti per lo sfruttamento dei giacimenti petroliferi individuati nelle acque profonde dell’oceano Atlantico. Questo consentirebbe al Brasile di diventare in breve tempo uno dei maggior esportatori di greggio.

Con il boom del mercato consumer, il Paese offre ottime opportunità alle aziende straniere impegnate nell’hi-tech.

 

“Il Brasile – ha sottolineato Luis Anavitarte, analista di Gartner esperto di mercati emergenti – rappresenta una buona opzione per gli investimenti tecnologici in America Latina. Ci sono validi professionisti che garantirebbero alle aziende che le somme investite abbiano una buona penetrazione nel mercato”.

 

Il Porto Digitale di Recife è stato creato dieci anni fa con l’obiettivo di dare maggiore slancio al settore dell’ICT e creare posti di lavoro nello Stato di Pernambuco, uno dei più poveri del Brasile.

Tra le multinazionali che hanno già aperto proprie sedi figurano Accenture, Motorola e IBM.

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