Dividendo digitale: l’europarlamento accelera su ‘super Wi-Fi’ e reti mesh

di Alessandra Talarico |

Il voto, che dovrà essere confermato dal Parlamento nella prossima seduta plenaria a giugno, conferma l'approccio aperto cercato dalla Commissione e spiana la strada alla prossima generazione di reti internet wireless.

Unione Europea


Wi-fi

Ieri, la Commissione industria, ricerca ed energia (ITRE) del Parlamento europeo ha adottato una serie di emendamenti al Programma Ue sulla politica dello spettro radio per incoraggiare l’uso delle frequenze non licenziate, in particolare dei cosiddetti ‘white spaces‘, per lo sviluppo di servizi wireless internet di nuova generazione (next generation Wi-Fi). Altri  emendamenti aprono la strada all’uso di reti mesh, tecnologie cognitive e femtocelle per massimizzare la portata dei nuovi servizi.

Si tratta di una votazione molto importante, poiché consentirà a chiunque, cittadini o imprese, di sperimentare nuovi tipi di reti e tecnologie e di migliorare, quindi, l’accesso a internet sia nelle città che nelle aree urbane.

 

Il voto, che dovrà essere confermato dal Parlamento nella prossima seduta plenaria di giugno, conferma l’approccio aperto tanto cercato dalla Commissione e spiana la strada alla prossima generazione di reti internet wireless, permettendo all’Europa di recuperare terreno sugli Stati Uniti, che a settembre 2010, hanno dato il via libera all’utilizzo dei white spaces (le bande di frequenze inutilizzate collocate tra le frequenze licenziate) per le nuove reti ‘super Wi-Fi‘.

Grazie a questo approccio, simile a quello adottato alla fine degli anni ’90 e che ha consentito la crescita delle reti wireless, lo spettro torna a essere bene comune, in grado di consentire, ad esempio, agli enti locali, di connettere le aree disagiate o le zone rurali a internet in maniera autonoma, colmando il digital divide senza attendere gli investimenti degli operatori tlc, restii a intervenire nelle aree scarsamente popolate per paura di non riuscire a recuperare in tempi certi l’investimento.

 

La Commissione ITRE ha dato, con questo voto, un forte sostegno al Radio Spectrum Policy Programme (RSPP) della Commissione europea (leggi articolo), uno degli elementi centrali dell’Agenda Digitale, il piano per rendere universale la copertura di internet a banda ultralarga, con velocità di almeno 30 Mbps, entro il 2020.

Un obiettivo che sarà possibile raggiungere se il dividendo digitale – lo spettro che si libererà col passaggio alla Tv digitale – verrà assegnato ai nuovi servizi, in particolare a internet mobile e se questo passaggio avverrà in maniera armonizzata in tutta l’Unione.

Sulla base delle disposizioni europee, gli Stati membri dovranno rendere disponibile la banda 800 Mhz ai servizi wireless broadband entro il 1° gennaio 2013. Dopo il 2013, l’intenzione della Commissione è di andare ancora oltre: entro il 2015, lo spettro allocato al traffico dati da rete mobile dovrebbe raggiungere almeno 1200 MHz, con la previsione di monitorare gli sviluppi tecnologici e l’efficienza nell’uso dello spettro per valutare se frequenze aggiuntive (come la banda 700Mhz) debbano essere armonizzate per fare spazio a nuovi servizi.

Tra gli emendamenti approvati, tuttavia, anche quello che permetterà ai governi di chiedere un rinvio dell’allocazione al 2015, o anche oltre, in caso di problemi di coordinamento delle frequenze tra Paesi confinanti.
 

Soddisfazione per il voto di ieri è stata espressa dal relatore Günnar Hökmark, che ha accolto il risultato schiacciante (46 voti favorevoli, 1 contrario) come “un’ottima notizia per l’economia dell’Europa, che potrà così riguadagnare la leadership in termini di velocità , mobilità, copertura e capacità della banda larga”.

Per raggiungere l’obiettivo, gli Stati membri dovranno “incoraggiare l’uso efficiente ed efficace delle frequenze senza distorcere la concorrenza”, ad esempio limitando la portata dello spettro destinato a ciascun operatore o riservandone una parte per futuri nuovi provider. Le procedure di assegnazione, inoltre, dovranno essere non-discriminatorie e pro-competitive.

 

Il del voto in prima lettura del Parlamento si terrà a giugno a Strasburgo.

In vista del voto, le associazioni di settore ETNO e Gsma hanno ribadito l’importanza dello spettro radio per colmare il digital divide e raggiungere gli obiettivi dell’Agenda Digitale, riferendosi alla proposta della Commissione sull’armonizzazione dello spettro radio (RSPP) come a “uno strumento valido e ambizioso in grado di fornire chiare indicazioni alle parti coinvolte sull’uso e la gestione dello spettro e di creare enormi benefici economici, sociali e culturali per l’Europa e i suoi cittadini”.

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