Al 30 settembre i mercati hanno chiuso il 3° trimestre del 2020 e siamo proprio curiosi di sapere quali saranno i risultati economici di TIM, quando saranno annunciati il prossimo 10 novembre.
La prima parte dell’anno è stata disastrosa per TIM, anche se l’azienda è stata molto abile alla fine di ogni trimestre nel distrarre analisti ed investitori con annunci roboanti per oscurare i risultati della gestione ordinaria. L’unica focalizzazione che tiene su il titolo è infatti riposta nella speranza che TIM possa un giorno realizzare il merger con Open Fiber e riuscire a bloccare la concorrenza infrastrutturale che tanto la sta danneggiando, tornando finalmente al monopolio.
Ma vediamo quale è stato l’andamento del fatturato di TIM nei primi 6 mesi del 2020, rispetto a quello dei principali ex-monopolisti europei.
In tutti i Paesi europei c’è stato il Covid-19 e la contrazione del PIL è stata simile a quella che si è registrata in Italia.
Due condizioni, quindi che si sono riscontrate in Italia come in Germania, in Francia come in Spagna o in Olanda o in Gran Bretagna.
Ma a parità di condizioni, i risultati dei principali operatori europei sono stati più o meno omogenei, tranne che per TIM, che ha avuto dei numeri significativamente inferiori.
E ora vediamo perché.
In Gran Bretagna, British Telecom ha perso il 7% del fatturato.
In Spagna, Telefonica è scesa del 3,8% nei suoi mercati core, ovvero in Spagna, UK, Germania e Brasile.
In Francia, il Gruppo Orange ha perso complessivamente solo lo 0,4% del fatturato, ma con un + 2,7% in Francia e -6,8% in Spagna.
Quanto a Deutsche Telekom, i ricavi in Europa sono scesi del 4,5% mentre in Germania sono saliti del 1,1%.
L’olandese KPN ha perso il 4,9% dei ricavi.
Ma se passiamo a TIM, i numeri sono davvero allarmanti e sono i peggiori di tutti.
Quindi è chiaro che la circostanza drammatica del COVID-19 da sola non regge, né può trasformarsi in una foglia di fico per coprire altre e più profonde ragioni.
L’azienda andava infatti già male prima del COVID-19 e i numeri lo testimoniano. Il punto è che ora va anche peggio.
Infatti, se nel caso di TIM si confronta il 1° semestre del 2019 con il 1° semestre 2020 (la stessa scadenza presa in considerazione per aziende e Paesi sopra indicati), i ricavi sono scesi del 13,7%. Superiore di quasi il 50% rispetto alle perdite di British Telecom e più di 2 volte superiore rispetto all’olandese KPN. Con Francia e Germania non c’è confronto, dal momento che Orange e Deutsche Telekom hanno chiuso i semestri in attivo nei loro Paesi.
Se poi si fa un confronto tra il solo 2° trimestre 2020 con il 2° trimestre 2019 i ricavi di TIM scendono addirittura del 16,1%.
Questa è la dura realtà. Ed è la realtà impietosa dei numeri.
Forse l’azienda dovrebbe concentrarsi più sui conti e sull’attività corrente e meno sulla attività di comunicazione e partecipazione a convegni su cui sono, invece, sicuramente i 1° in Europa.