VINTI
Si avvicinano le vacanze di Pasqua e il popolarissimo tabloid The Daily Mail raccomanda ai distratti viaggiatori del Regno Unito di fare molta attenzione a cosa scrivono sull’amato Facebook e alle foto che con troppa ingenuità pubblicano sulle pagine del più seguito social network del mondo.
Non è una cosa nuova, a dire il vero, perché già durante lo scorso Natale moltissime persone avevano lamentato e denunciato alle autorità di aver subito furti in casa, in concomitanza delle vacanze e, guarda caso, subito dopo aver salutato gli amici di Facebook come ultima cosa prima di partire.
I criminali più incalliti e i famigerati topi di appartamento hanno ormai preso familiarità col mezzo di comunicazione più usato del Regno Unito (29 milioni di utenti, 1 milione in più ogni mese), sapendo con precisione dove andare a cercare le informazioni di cui hanno bisogno. Sulla rete sociale i livelli di sicurezza informatica adottati dagli iscritti sono ancora troppo bassi e si possono facilmente trovare: numeri di telefono, gli indirizzi di residenza, gli indirizzi di posta elettronica, i nomi e i cognomi delle persone, la data di nascita, le foto delle case da esterno e da interni, con dettagli rilevanti su cosa c’è di valore nelle abitazioni e l’esatta collocazione.
Oltretutto, svela il magazine, è ormai in voga tra i più giovani il far sapere a tutti dove si è in un determinato momento, quando si esce da casa, dove ci troviamo a mangiare o a fare spese. Gli smartphone consentono di scaricare semplici e divertenti applicazioni di localizzazione geografica, che ci permettono di giocare e comunicare con gli amici e, allo stesso tempo, di far sapere ai criminali quanto siamo lontani da casa e quanto tempo hanno per svaligiarla, prima del nostro rientro.
Tanti di noi si allontanano di casa anche di molto e sempre su Facebook, con l’aggiornamento continuo dello status, facciamo sapere ai nostri amici dove siamo in vacanza, senza pensare che ormai ci osservano troppi soggetti nostri potenziali ‘nemici’: il 44% dei cittadini britannici, infatti, ha tra i propri contatti sui social network persone che non hanno mai incontrato e il 37% non usa alcun filtro per la privacy, cosicché chiunque può accedere agli account.