Ve lo ricordate? Una volta Amazon in Italia non c’era. Non troppo tempo fa: il 23 novembre 2010 Amazon.it venne aperto ufficialmente. Abituati come siamo a pensare sia una buona idea, se ci manca lo spazzolino da denti da due euro, farcelo arrivare da un gigantesco magazzino nel cuore della pianura Padana invece di comprarlo al negozio sotto casa, facciamo fatica e ricordarci il mondo prima dell’instant delivery gratuito, con i familiari pacchi di cartone e scotch nero recapitati quasi ogni giorno.
Il New York Times ha da poco dedicato un lungo articolo firmato da Adam Satariano ed Emma Bubola – «Pasta, Wine and Inflatable Pools: How Amazon Conquered Italy in the Pandemic» – proprio al successo crescente dell’e-commerce di Jeff Bezos da noi, argomentando che, malgrado le difficoltà di penetrazione in un mercato ancora tradizionalmente legato all’acquisto nel negozio fisico, è stata proprio la pandemia a conquistare gli italiani e a convertirli allo shopping online.
Gli italiani hanno scoperto l’online
La grande paura dei negozianti italiani è una. I mesi di lockdown, con le chiusure, hanno spinto milioni di persone (in Italia due, secondo il consorzio Netcomm) che ancora non l’avevano fatto a rivolgersi all’e-commerce, perché di beni di prima necessità (e anche seconda e terza, siamo onesti) c’è sempre bisogno.
Il timore è proprio che questa scelta obbligata si possa tramutare in un’adesione convinta, a causa dei prezzi più bassi e della comodità di farsi recapitare quanto acquistato rimanendo in pantofole. Lo conferma una recente ricerca di Ipsos Strategy3, guidata da David Parma: “l’Italia è il Paese in cui la frequenza delle pratiche di shopping online è aumentata di più negli ultimi mesi, segnando addirittura un +31%. Si tratta di un dato quasi doppio rispetto a Francia (+16%) e Regno Unito (+18%), Paesi dove l’eCommerce è in fase più matura e hanno avvertito meno il fattore lockdown. Per chi fa business oggi l’eCommerce è passato da nice-to-have a must-have nell’arco di pochi mesi“.
La stessa ricerca indica che il 37% degli italiani ha intenzione di acquistare online perfino più di quanto non abbia già fatto nei prossimi 6-12 mesi. E il consumatore – che in questa situazione acquista soprattutto prodotti per l’igiene e la cura della persone e dell’ambiente domestico, prodotti alimentari, medicinali, oltre agli intramontabili vestiti e accessori e apparecchiature elettroniche – cambia identità: sempre secondo Parma, “la tendenza che rileviamo nelle nostre indagini internazionali ci descrive uno shopper più consapevole di quanto spende quando fa acquisti rispetto al periodo pre-covid (60%). Più in particolare, l’emergere di una maggiore coscienza dell’equazione qualità-prezzo sta portando i consumatori a dedicare sempre più tempo alla ricerca di prodotti in rete (45%) e più attenzione a controllare i prezzi negli eCommerce (30%)”.
L’alternativa per i negozi fisici: cashback e super cashback
Uno dei fattori più importanti per il cambiamento di paradigma è la facilità d’acquisto: via telefonia mobile o connessione Internet casa, ora i costi legati alle connessioni a Internet solo al loro minimo (e su SOStariffe.it si trovano le occasioni più convenienti giorno dopo giorno), e a causa della necessità di soluzioni per smart working e didattica a distanza in molti hanno stipulato proprio in queste settimane il primo contratto per collegarsi alla Rete. Ma ce ne sono molti altri, in primo luogo il disincentivo a utilizzare il contante: per molto tempo si è provato a convincere gli italiani a pagare di più con carte di debito o di credito o tramite acquisti online, e forse i timori legati all’emergenza Covid sono il fattore che porterà finalmente alla transizione, visto che è certamente più igienico appoggiare una tessera a un POS (o addirittura solo avvicinare lo smartphone o lo smartwatch, grazie alla tecnologia NFC) che utilizzare banconote e monete che sono passate tra migliaia di mani.
Proprio in questo senso, il Governo italiano sta cercando di venire incontro ai negozi tradizionali con il cashback e il super cashback, gli incentivi per chi acquista utilizzando pagamenti elettronici nei punti vendita fisici: il piano, che dovrebbe partire il prossimo dicembre, prevede un rimborso semestrale di 150 euro se si effettueranno 50 acquisti utilizzando carte o dispositivi elettronici per un totale di almeno 1.500 euro. Per le 100.000 persone che ogni anno avranno effettuato nei negozi fisici il maggior numero di pagamenti elettronici – con un meccanismo che molti hanno accomunato a un bizzarro incrocio tra una televendita, una raccolta punti e una lotteria – è previsto il “super cashback” di addirittura 3.000 euro (si attendono ancora indicazioni sulle modalità di riscossione, che probabilmente prevederanno l’uso dell’app IO).
Aspettando i droni, i problemi di logistica
Il successo di Amazon, come ricorda il NYT, ha portato l’azienda a programmare l’assunzione, entro la fine dell’anno, di altre 1.600 persone, con la forza lavoro che è passata dai 200 del 2011 agli 8.500 previsti per il 2021; il tutto in un Paese che, secondo la Country Manager di Amazon Mariangela Marseglia, ha posto notevoli difficoltà strutturali, considerato il basso grado di cultura tech che caratterizza gran parte d’Italia.
E per i negozi? I dubbi, come si è detto, sono tanti: i titolari di piccole attività sentono l’ombra di Amazon alle loro spalle ormai da tempo, ma la pandemia potrebbe aver dato il colpo finale in favore degli acquisti online. Così, se da una parte ci sono i tentativi di protesta e boicottaggio (come quelli a Calitri, in Irpinia, ricordati dal quotidiano americano), dall’altra molti di coloro che hanno dovuto chiudere bottega hanno colto l’occasione per aprire una loro vetrina sul sito italiano di Amazon.
Per completare la sua opera di conquista, pare proprio che Amazon debba risolvere solo ancora qualche problema di consegna, che secondo l’indagine Ipsos rappresenta, per i consumatori italiani, l’unico punto debole: c’è chi si lamenta (44%) di tempi troppo lunghi, ma c’è da considerare che con le difficoltà logistiche della pandemia anche le spedizioni solitamente fulminee gestite direttamente dall’azienda hanno subito dei rallentamenti; altre perplessità riguardano lo stato dei prodotti alla consegna. Ma che succederà quando arriveranno davvero i droni?
Fonti: https://www.nytimes.com/2020/09/26/technology/amazon-coronavirus-pandemic.html
https://www.ipsos.com/it-it/ecommerce-come-evolveranno-i-consumi-online-nel-periodo-post-lockdown