PANASONIC: a rischio 40 mila posti di lavoro per riorganizzazione delle attività produttive

di Flavio Fabbri |

VINTI

Brutte notizie dalla Panasonic. Il colosso dell’elettronica giapponese avrebbe deciso, secondo il quotidiano di Tokyo Nikkei, di tagliare ben 40.000 posti di lavoro su 380.000 impiegati negli impianti di tutto il mondo. Una decisione dalle pesanti ricadute sociali, oltre che industriali, relativa, sempre secondo la testata nipponica, alla partenza di un piano di complesso riordino della produzione in vigore fino alla fine del 2012.

Le recenti operazioni di inglobamento di Sanyo e della Panasonic Electric Works hanno avuto dei costi molto elevati che, sommati alla riorganizzazione degli impianti, costeranno alla Panasonic Corporation circa 100 miliardi di yen (1,22 miliardi di dollari). L’obiettivo è quello di ridurre il più possibile i costi e di aumentare i livelli di competitività aziendali sui mercati internazionali e il taglio dell’11% della forza lavoro entro la fine del prossimo anno sembra per l’aziende produttrice di prodotti di elettronica di consumo una strada obbligata.

Di qualche giorno fa, invece, la notizia che Panasonic ha raggiunto un utile operativo per il secondo trimestre dell’anno fiscale 2011 di oltre 305,3 miliardi di yen (3,7 miliardi di dollari), con una crescita su base annua del 60%. Dati che lasciano perplessi, visto l’ingente numero di licenziamenti che la società è pronta ad effettuare. Anche il terremoto dell’11 marzo deve aver dato una bella spallata all’economica giapponese che di suo già non godeva di buona salute e Panasonic all’indomani del sisma/tsunami dichiarava seri danni nella grande fabbrica sita nella prefettura di Chiba.

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