A pochi giorni dalla riapertura di scuole e università, pochi tra i mille interrogativi sulla didattica post-lockdown hanno trovato una risposta soddisfacente; non solo in Italia, ma in tutto il mondo. Le previsioni di qualche settimana fa, quando ormai l’epidemia di coronavirus era in sensibile discesa, non sembrano più così solide mentre in alcuni Paesi, tra cui il nostro, i casi di positività tornano ad aumentare: ma ci sono più tamponi, si abbassa l’età media, virologi ed epidemiologi continuano a sostenere tesi diverse con toni da duello all’arma bianca. In ogni caso dal 14 settembre, il 7 per la provincia di Bolzano, dovrebbero – condizionale d’obbligo, visti i tempi – tornare le lezioni in presenza, dopo i dubbi sui corsi di recupero, rinviati da alcune scuole mentre altre hanno deciso di farli in presenza.
Scuola: sarà ancora didattica a distanza?
Nella scuola secondaria di secondo grado si potrà usare la didattica a distanza in modo complementare e integrato, ma visto l’aumentare dei contagi l’ipotesi di una parte di lezioni via computer sembra sempre più concreta anche per i bambini e i ragazzi delle classi inferiori, soprattutto se le strutture non si dimostreranno adeguate: in particolare quando le aule sono troppo piccole e impediscono il corretto distanziamento di un metro tra un banco e l’altro. Inoltre bisognerà vedere come si concluderà la fornitura dei banchi monoposto, con numeri attesi di circa 2,4 milioni di pezzi entro fine ottobre, nella migliore delle ipotesi.
Insomma, è molto probabile che quasi tutte le famiglie dovranno ancora affrontare, in un modo o nell’altro, il problema della didattica a distanza, che ha obbligato a fare i conti con esigenze totalmente nuove e non poche difficoltà logistiche. Ora siamo più preparati e chi ha potuto ha acquistato webcam e microfoni: ma rimane il problema di fondo, sintetizzato dalla recente analisi effettuata dall’Unione europea delle cooperative (Uecoop) su dati Istat, secondo la quale una famiglia su quattro in Italia non ha l’accesso alla banda larga.
Scuola: la didattica a distanza e il diritto all’istruzione
Già, perché se è vero che la grande maggioranza degli italiani ha perlomeno un’ADSL a casa, questa spesso non basta: lo streaming video e audio, alla base dell’utilizzo di programmi come Microsoft Teams o Google Meet, è infatti una delle attività più onerose dal punto di vista della richiesta di banda, sia in download che – caratteristica spesso trascurata, ma essenziale per trasmettere il nostro volto e la nostra voce – in upload.
Il 25,3% degli italiani ha quindi difficoltà (o, peggio, nessuna possibilità) per quanto riguarda la ricezione e l’invio di flussi di dati massicci, indispensabili per la didattica online. I problemi maggiori si hanno nelle regioni del sud, come Sicilia, Calabria, Molise, Basilicata e Puglia, dove le case senza banda larga sono addirittura 1 su 3. Tra i 6 e i 18 anni in Italia ci sono 7 milioni di ragazze e ragazzi, quasi tutti studenti, che rischiano di non veder rispettato il proprio diritto all’istruzione.
In tutto questo, va considerata quella che per molti è una importante funzione sociale della scuola, ovvero permettere ai genitori di tornare al lavoro senza doversi preoccupare, tra nonni e babysitter, della sistemazione dei propri figli. Per queste esigenze si è arrivati a definire un ibrido tra DaD e presenza, che in media dovrebbe portare almeno a un’ora settimanale di didattica a distanza per ogni disciplina nella prima classe della primaria (un’ora e mezza dalla seconda in poi), tra un’ora e un’ora e mezza settimanale nella scuola secondaria di primo grado e circa due ore settimanali per quella di secondo grado.
Gli studenti e un difficile ritorno in classe
E gli studenti? Dal canto loro, a tutte le età, non vedono l’ora di tornare sui banchi (o perlomeno, non ne possono più di lezioni a distanza). Per esempio, all’università Bocconi di Milano il 90% delle matricole ha scelto il modello didattico misto che permette di svolgere almeno il 50% del programma in sede, sempre tenendo conto che buona parte dei 3 milioni di euro investiti dalla Bocconi riguardano, oltre alla sanificazione degli spazi e ai presidi medici, anche la fornitura di tecnologie che facilitino prestazioni al top per le lezioni a distanza.
La situazione è ancora più particolare negli Stati Uniti, dove la realtà dei campus è la norma per quasi tutti gli studenti ed essendo la pandemia ancora al suo apice (con più di sei milioni di contagiati totali) molte università stanno scegliendo proprio in questi giorni di passare solo alla didattica online per il primo semestre. Questo di fatto obbliga i giovani universitari a tornare a casa propria, a parte i casi più complessi dove saranno le istituzioni a farsi carico dell’ospitalità per gli studenti.
Le offerte per la didattica online
Ecco perché, fiutato l’affare, molti operatori che offrono la fibra ottica e offerte mobili (che possono benissimo essere utilizzati come hotspot per i computer fissi o portatili, con risultati migliori rispetto a una comune ADSL grazie al tethering) hanno cominciato a mettere a punto speciali pacchetti pensati apposta per la didattica a distanza.
Ad esempio con Supergiga 100, disponibile per tutti i clienti (vecchi e nuovi) di TIM, fino al 26 settembre (salvo proroghe) si possono avere 100 giga di traffico Internet sul cellulare ma soprattutto Giga illimitati sulle applicazioni di teledidattica (Skype, Microsoft Teams, WeSchool, Amazon Chime, Zoom, Google Classroom Suite for Education, Cisco WebEx, GoToMeeting, Jrsi Meeting e Axios Collabora), il tutto a 19,99 euro al mese.
Fastweb propone invece l’E-learning Pack per la sua fibra ottica, a 29,95 euro al mese (con fibra fino a 1 Gigabit, chiamate illimitate, modulo FASTGate incluso, attivazione) e con uno sconto esclusivo del 15% su una selezione di prodotti del mercato utili per la didattica a distanza: PC, cuffie, tablet, stampanti, extender per la rete Wi-Fi e così via. O ancora Eolo, con l’offerta +Studio e Lavoro, 5 euro in più al mese rispetto al prezzo della connessione, per una configurazione dedicata allo smart working e alla didattica online, più 12 mesi di Microsoft 365, l’EOLOrouterEVO e l’ultra velocità. Queste offerte e altre si possono trovare sugli appositi comparatori come SOStariffe.it: forse non bastano per colmare il digital divide che, come si è visto, è ancora causa di un ritardo cronico per tutta Italia, non solo certe regioni, ma possono aiutare ad affrontare meglio le prossime settimane d’incertezza.
Fonti:
https://www.kktv.com/2020/09/01/colorado-college-moving-to-online-classes-this-semester/