FiberCop “è un progetto attraverso cui può essere assicurata una partecipazione pubblica alle decisioni strategiche presenti e future sulle infrastrutture digitali”. Lo sostengono Fastweb e Tiscali in una lettera indirizzata ai ministri Roberto Gualtieri e Stefano Patuanelli concui spiegano così sia i motivi del loro ingresso in FiberCop sia per chiedere un incontro, come fatto oggi con Sky-Vodafone e WindTre.Per Fastweb,l’accordo per FiberCop prevede il conferimento del 20% della partecipazione in FlashFiber di Fastweb a fronte del quale quest’ultima deterrà il 4,5 per cento della nuova entità, mentre per Tiscali al momento solo accordo commerciale.
Per le due società di Tlc, “una partecipazione pubblica non è solo possibile ma auspicata dai soggetti che stanno costituendo FiberCop: siamo convinti che sia possibile prevedere meccanismi di governance che consentano, mediante accordi e nel rispetto delle regole di mercato, al decisore pubblico di partecipare alle scelte strategiche e garantire il raggiungimento degli obiettivi del Paese”, evitando così “sovrapposizioni, nel rispetto degli investimenti privati effettuati e che hanno gia’ realizzato una pluralità di reti”.
Con FiberCop, proseguono nella loro missiva Fastweb e Tiscali, “questo modello di coinvestimento è peraltro “rinforzato” perché sara’ FiberCop, una societa’ terza – e non direttamente gli operatori che forniscono servizi ai clienti finali – ad occuparsi di costruire infrastrutture e venderle a livello wholesale a tutti, senza quindi nessun rischio di discriminazione e mantenendo un modello di competizione infrastrutturale che ha già mostrato in questi anni significativi benefici per il mercato”. Inoltre, “il coinvolgimento di Cassa Depositi e Prestiti – indirettamente attraverso Tim o direttamente attraverso una partecipazione in Fibercop – rappresenta un’ulteriore garanzia di terzietà per la tutela della competizione, oltre, evidentemente, al fatto che la nuova entità sarà oggetto di costante monitoraggio e vigilanza da parte di AGCOM”.