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Per il momento è solo un’ipotesi accusatoria, ma già così impressiona per l’enormità delle cifre in ballo. Secondo il Sunday Times, Google avrebbe evaso il fisco di Gran Bretagna e altri Paesi per circa 3,5 miliardi di sterline.
Per riuscirci avrebbe sfruttato una fitta rete di aziende offshore collegate, tipo scatole cinesi, ma è ancora da dimostrare, grazie alle quali i soldi risparmiati con l’evasione, invece di andare nelle casse di Gran Bretagna, Irlanda, Olanda e Italia, finivano direttamente sul conto di Mountain View. Seguendo quanto scritto anche da La Stampa e Bloomberg, Google non avrebbe altro che riempito forzieri alle Bermuda e tutto sotto il naso del fisco internazionale.
Negli ultimi 5 anni Google ha versato nelle casse del Regno Unito circa 3 milioni di sterline in tasse, ma secondo i calcoli dei media doveva versare almeno 190 milioni di sterline, a fronte di guadagni per 2 miliardi dall’advertising. Uno scoop che potrebbe diventare una clava sul Governo di David Cameron, che ha nominato più di un anno fa Eric Schmidt, CEO di Google, consigliere personale per gli affari.
Le illazioni sulla presunta evasione fiscale di Google erano state ampiamente descritte già in un articolo su Bloomberg che, nell’ottobre 2010, spiegava per filo e per segno come funzionava la truffa detta “Double Irish” e “Dutch Sandwich“.
Un’inchiesta giornalistica che ha convinto la commissione fiscale del Dipartimento finanze americano a vederci più chiaro e a chiedere a Google un resoconto dettagliato dei suoi movimenti di bilancio. La stessa commissione ha informato che dei 30 miliardi e più di dollari incassati dal motore di ricerca, il 52% provengono da business generato al di fuori degli Stati Uniti e su cui di tasse se ne sono pagate davvero poche, stando a quanto si sta scoprendo.