Si è tenuta oggi con un evento alla Camera la presentazione ufficiale della relazione sull’indagine conoscitiva sulle nuove tecnologie nelle telecomunicazioni, il 5G e i Big Data. Un lavoro di analisi molto approfondito. realizzato dalla Commissione IX Trasporti e Telecomunicazioni della Camera negli ultimi due anni. Il documento è stato presentato presso la Sala San Macuto.
Le conclusioni, in estrema sintesi, ci dicono che l’Italia è messa bene con il 5G, ma che non è certo il momento di rallentare. Serve inoltre un quadro, una cornice europea di norme e regole ben definite all’interno del quale muoversi.
Alessandro Morelli ‘L’indagine spiega bene cos’è il 5G’
Quando siamo partiti on questo lavoro sul 5G “mi sono domandato: ma i parlamentari miei colleghi, che saranno chiamati a normare questa materia, quanto la conoscono? I parlamentari sanno di cosa stanno parlando quando parlano di 5G? E’ questa la domanda alla quale si è risposto con questa indagine”, ha detto il deputato della Lega Alessandro Morelli, presidente della commissione Trasporti e Tlc della Camera.
Mirella Liuzzi ‘Italia capofila del 5G’
“Nel documento conclusivo sull’indagine conoscitiva sulle nuove tecnologie delle tlc sono stati affrontati tutta una serie di argomentazioni e di aspetti che dovrebbero essere portati alla conoscenza di tutti – ha detto Mirella Liuzzi sottosegretario al Mise con delega alle Tlc – Abbiamo scoperto che il 5G, grazie al lavoro svolto dell’ISS, non risulta comportare rischi maggiori rispetto alle altre tecnologie di telecomunicazioni in uso da tanti anni. L’Italia è attualmente uno dei capofila su questo campo perché siamo stati tra i primi a bandire le gara 5G, e le città pilota dove iniziare una pre-commercializzazione che ci ha dato la possibilità di capire come utilizzare questa tecnologia”.
Dl Semplificazioni
“Come rappresentante del Mise – ha aggiunto Liuzzi – il nostro compito è capire come le imprese, i territori e l’industria possano utilizzare questa tecnologia per portare maggiori investimenti e maggiore produttività all’interno delle proprie aziende. Il D.L semplificazioni ha dato sul tema 5G una uniformità su tutto il territorio nazionale per quanto riguardo il tema di alcune ordinanze fatte da sindaci di tutta Italia in relazione a questa tecnologia, che spesso rappresentano una scarsa informazione sul tema”. “Reputo – conclude Liuzzi – che sia molto importante dare importanza fondamentale al problema della sicurezza delle Reti. Un tema che è stato trattato nell’indagine conoscitiva con l’audizione del DIS. Auspico che a livello europeo si possa trovare una quadra normativa uniforme. In Italia non possiamo avere una posizione diversa rispetto agli altri Paesi europei”.
Gubitosi, importante spingere sul 5G
“L’Italia è ben messa sul 5G“, oggi “abbiamo un vantaggio che non dobbiamo perdere. Perciò è importante che questa tecnologia continui a svilupparsi velocemente. Credo che per l’Ue sarebbe anche importante spingere sul 5g europeo”. Così Luigi Gubitosi, parlando da vicepresidente per il digitale di Confindustria, in occasione della presentazione della relazione dell’indagine della Camera sulle nuove tecnologie nelle telecomunicazioni e il 5G.
Gubitosi definisce “piuttosto fantasiose” le ipotesi sui differenti impatti del 5G rispetto alle altre tecnologie. E sottolinea: “abbiamo limiti elettromagnetici più bassi d’Europa, il 5G è necessario. Altrimenti nel giro di un paio di anni rischiamo di avere delle congestioni”.
Gubitosi ha poi aggiunto che “Dobbiamo chiudere il ‘digital divide’, ne paliamo da anni, ma la cosa si trascina con difficoltà”. “Abbiamo pezzi d’Italia che non hanno la stessa capacità di connessione”, spiega. Aree, chiarisce, diffuse “su tutto il territorio nazionale. Sono comunità montane ma anche zone periferiche all’interno delle grandi città. Oggi – sottolinea – la connessione serve per evitare una distanza che oltre che fisica diventa culturale”.
Parlando infine del Cloud, Gubitosi ha detto che c’è un “importante” progetto Ue per il cloud, che è Gaia-X, “a cui Confindustria intende aderire”. Al progetto Gaia-X, sottolinea Gubitosi, “anche il Governo guarda con favore. E’ partito franco-tedesco ma si sta estendendo e anche le aziende italiane parteciperanno”.
Nicola Blefari Melazzi (Cnit): ‘Più antenne ci sono, meno emissioni’
“La connettività è una componente fondamentale per la trasformazione digitale. Quindi l’infrastruttura della rete 5G e l’infrastruttura della rete fissa, in fibra ottica e in rete ad alta velocità sono essenziali. Queste reti devono essere sicure, affidabili e ubiquitarie. Per questo è importante avere la fiducia di cittadini e imprese“, ha dichiarato Nicola Blefari Melazzi, direttore CNIT (Consorzio Nazionale Interuniversitario per le Telecomunicazioni).
Per il prof. Blefari “i 3 punti di partenza sono i seguenti: il 5G non è solo l’interfaccia radio, ma la parte rivoluzionaria è la rete software, con i servizi. Avere più antenne è un bene, spiega Blefari Melazzi, quindi dovremmo cercare di comunicare ai cittadini che vedere un’antenna non deve comunicare paura, ma un servizio che viene offerto. Perché più ce ne sono meglio è anche dal punto di vista delle emissioni elettromagnetiche. Avere più antenne è un bene da tre punti di vista: aumento capacità di rete, più ne mettiamo più possono diminuire le intensità massime, e aspetto poco noto, diminuiscono le emissioni dei nostri telefonini.
Le paure dei cittadini sono ricorrenti
Le reti attuali non sono più sufficienti per il fabbisogno di quasi 8 miliardi di persone, spiega Blefari Melazzi. “Il 5G è stato progettato con cura, è un’evoluzione in termini di interfaccia radio, con migliori prestazioni e rappresenta una evoluzione nel campo dei servizi diversificati”.
“Riguardo le paure dei cittadini, sono paure ricorrenti, spiega il prof. Blefari. Come nel 1889 si aveva paura dell’elettricità, oggi si ha paura della nuova tecnologia. Ci sono infatti delle piccole contraddizioni che vanno chieste ai cittadini. Perché paura delle stazioni radiobase se i telefonini sono vicini a noi? Perché paura di 5G e non delle altre generazioni di reti come il 4G, il 3G il Wi-Fi?
“Adesso non è il momento di aumentare le soglie per una ragione di comunicazione con i cittadini, conclude Blefari. “Bisogna continuare la ricerca, cercare di fare passare questi messaggi, perché il potenziale è grande, le necessità sono grandi e l’imitare l’uso di questo significa l’imitare quello di più bello: la comunicazione.
Pisano, 5G non ha effetti negativi sulla salute
Dagli studi emerge che il 5G è una tecnologia che “non ha impatti negativi sulla salute dei cittadini”. Così nel suo intervento la ministra dell’Innovazione, Paola Pisano, secondo cui al contrario “passando dal 4G al 5G c’è un cambiamento”: la prima tecnologia “irradia in modo diffuso” mentre oggi il 5G “ha un irradiamento che si può indirizzare”, spiega, tramite la tecnologia cosiddetta beamforming. Quindi per Pisano il 5G “è molto più performante e potenzialmente meno impattante sull’essere umano”.
Dal punto di vista economico, “Se riusciremo a utilizzare la tecnologia del 5G, a trarne vantaggio, nei prossimi 15 anni avremo un impatto positivo del Pil per circa 80 miliardi”.
“Le tecnologie del 5G sono state sperimentate nel nostro Paese e la sperimentazione si è conclusa a giugno. Siamo andati molto bene, con delle sperimentazioni molto interessanti, ma oggi dobbiamo passare dalle sperimentazioni alla commercializzazioni su servizi innovativi”.
Settori di applicazione
“Uno dei settori in cui applicare il 5G può essere l’industria del broadcasting. Se noi unissimo questa industria agli operatori di telecomunicazioni allora sì che potremo avere vantaggio nell’utilizzo del 5g, sviluppando però software di realtà virtuale, di analisi dati e di intelligenza artificiale. Così il broadcasting potrebbe rinascere in Italia ed essere più competitivo a livello internazionale”, dice Pisano.
Un altro settore indicato dalla ministra “potrebbe essere l’agricoltura”, con i droni si potrebbe anche analizzare “l’acqua”. Un comparto “interessante” è poi quello del turismo, usando il 5G insieme a programmi di realtà virtuale aumentata ricorrendo agli “smart glass”. Ma la ministra evidenzia come il 5G serva anche “per la connettività” visto che si parla di aprire “internet a tutti”: il 5G potrebbe “facilitare l’accesso”.
Quanto agli attori per questa svolta, secondo Pisano “in Italia occorre creare un ecosistema e ognuno deve fare la propria parte”. In particolare, “lo Stato deve fare la sua parte ma anche i privati dovranno fare la loro parte”.
Capitanio ‘Il 5G aiuterà il Paese’
“Il risultato dell’indagine conoscitiva secondo la Lega è molto positivo – ha detto Massimiliano Capitanio, Deputato Lega in commissione Trasporti, Poste e Telecomunicazioni e segretario della vigilanza Rai – l’indagine è stata approvata all’unanimità e testimonia il lavoro trasversale fatto da tutta la commissione. Era importante dare un segnale di compattezza al paese su questi temi. Il paese vuole andare avanti in modo coeso nella direzione dello sviluppo tecnologico. Lo dobbiamo agli operatori, che hanno investito 6,5 miliardi di euro per le frequenze, e lo dobbiamo al paese, dal momento che lo sviluppo tecnologico legato al 5G è stimato in oltre 13mila miliardi di dollari entro il 2035.
Tutela della salute fondamentale
Il 5G sicuramente aiuterà il paese, perché aiuterà a superare il digital e lo speed divide del paese. Una delle cose che dovremo comunicare al territorio è la questione della velocità, che ci serve per lo smart working e per le scuole. A settembre riapriranno le scuole e purtroppo non tutte le scuole potranno avere la banda ultralarga. L’aspetto della tutela della salute resta fondamentale. I sindaci andranno accompagnati e non scavalcati, anche perché le misure contenute nel decreto Semplificazioni andranno spiegate, per prendere per mano i 500 sindaci ‘No 5G’. Il 5G porterà nuovi posti di lavoro”.