RETI SOCIALI: Rapporto Censis, ‘Aumenta l’aggressività sociale e la dipendenza da social network’

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VINTI

Si parla spesso di problemi legati alla sfera della socialità, al vivere assieme e ai rapporti tra le persone, soprattutto in termini di convivenza tra gruppi diversi. Dall’ultimo Rapporto del Censis sembra che tali dimensioni del corpo sociale siano sempre più messe alla prova da una generale degradazione dei processi di gestione e condivisione dei rapporti umani.

Fenomeni complessi e trasversali che non si lasciano interpretare attraverso i consueti schemi dell’analisi sociale ed economica: la crisi dell’autorità, il declino del desiderio, la riduzione del controllo sulle pulsioni. Siamo una società, si legge nel comunicato del centro di ricerche statistiche, in cui sono sempre più deboli i riferimenti valoriali e gli ideali comuni, in cui è più fragile la consistenza dei legami e delle relazioni sociali.

Ed ecco allora che tra il 2004 e il 2009 le minacce e le ingiurie sono aumentate del 35,3%, le lesioni e le percosse del 26,5%, i reati sessuali sono passati da 4.454 a 5.625 (+26,3%). A questi reati si aggiungono le nuove forme di dipendenza e le conseguenti fenomenologie. Se, infatti, diminuisce in generale il consumo di sostanze stupefacenti (tra il 2008 e il 2009 i consumatori sono calati del 25,7%, passando da 3,9 milioni a 2,9 milioni circa), la pericolosità sociale del consumo di droghe non sembra calare: aumentano le persone prese in carico nei Sert per dipendenza da cocaina (+2,5%). E sono in crescita i giovani consumatori a rischio di bevande alcoliche: dal 2009 al 2010 passano dal 14,9% al 16,6% nella fascia di 18-24 anni.

C’è poi la pulsione a una relazionalità virtuale più che fisica, soprattutto tra i ragazzi. Gli italiani sono tra i maggiori frequentatori dei social network. Dal settembre 2008 al marzo 2011 gli utenti di Facebook sono passati da 1,3 milioni a 19,2 milioni. Ogni utente trascorre su Facebook mediamente 55 minuti al giorno, è membro di 13 gruppi, e ogni mese posta 24 commenti, invia 8 richieste di amicizia, diventa fan di 4 pagine e riceve 3 inviti ad eventi. Un panorama online che fa gridare da tempo al pericolo ‘dipendenza’, visto che si calcola che il 70% degli utenti più giovani frequentano quotidianamente le reti sociali e per lunghi periodi di tempo, più di qualsiasi altro coetaneo europeo.

Un recente studio dell’ICMPA (Centro Internazionale per i Media e la Pubblicità) dell’Università del Maryland ha portato alla luce un nuovo disturbo mentale collegato all’uso di Internet e dei social media: l’Information Deprivation Disorder, ovvero un malessere derivante dalla privazione di informazioni e dal senso di isolamento. Su 200 studenti universitari intervistati, che per un giorno intero non hanno toccato Pc e quindi non hanno avuto accesso alle informazioni online, i sintomi raccolti nei colloqui seguenti parlavano esplicitamente di: dipendenza, ansia, irrequietezza, senso di isolamento, agitazione.

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