La pandemia di Covid-19 e il conseguente periodo di lockdown hanno creato enormi problemi ad alcuni mercati e rappresentato invece una grande opportunità di crescita per altri. Per la realtà aumentata, ad esempio, il comparto software ha registrato una grande impennata della domanda.
Un nuovo studio Reportlinker.com ha stimato che il mercato mondiale dei software per la realtà aumentata crescerà quest’anno di oltre il +40%, passando dagli 8,81 miliardi di dollari del 2019 ai 12,62 miliardi attesi per la fine del 2020.
Il boom del mercato software
Una domanda che continuerà a crescere anche negli anni che verranno, segnando di fatto un trend positivo, con il mercato AR (augmented reality) in ulteriore crescita del +67% entro il 2023 a 57,9 miliardi di dollari.
I principali utilizzi di questa tecnologia, ampiamente impiegata dai progetti di trasformazione digitale, soprattutto in ambito aziendale, sono legati, tra gli altri, agli avanzamenti nei modelli di ottimizzazione dei flussi di lavoro (workflow optimization), nella modellazione 3D, nelle tecniche di visualizzazione e creazione immagini, nei sistemi di navigazione e posizionamento, nelle soluzioni di collaborazione da remoto.
Nei prossimi anni, poi, i ricercatori si attendono un utilizzo integrato delle tecnologie AR con l’intelligenza artificiale (IA), perché da molti considerate tecnologie complementari. L’IA migliorerà l’esperienza della realtà aumentata, aggiungendo un livello di interattività più elevato.
I modelli di IA impiegati consentirebbero agli sviluppatori di migliorare le funzionalità degli ambienti virtuali, aumentando la multidimensionalità e il grado di personalizzazione dell’interfaccia utente.
I rischi per la privacy
La realtà aumentata, però, è di per sé una tecnologia che è in grado di raccogliere un gran numero di informazioni sugli utilizzatori finali, sia riguardo a cosa fanno, sia riguardo all’ambiente in cui si vano a muovere, dove lavorano, studiano si relazionano con il prossimo (aziende compeese).
Una raccolta di dati molto più dettagliata e approfondita di quanto riescono a fare i social media oggi. Ciò può comportare seri problemi di privacy, di tutela dei dati più sensibili e di sicurezza informatica anche. È possibile, infatti, che tali sistemi AR e gli ambienie virtuali collegati siano oggetti di cyber attacchi.
Secondo un’indagine del 2019, condotta da Perkins Coie e XR Association, il 61% degli intervistati (in sensibile aumento rispetto al 44% del 2018), considera la privacy e la cybersecurity tra i rischi principali collegati allo sviluppo di tecnologie AR e immersive.