Il mercato dell’auto è in crisi nera. A causa della pandemia di Covid-19 le vendite di veicoli di nuova immatricolazione sono crollate vertiginosamente in tutto il mondo, Europa compresa, con l’Italia che ha registrato il tonfo più grande, con l’azzeramento del mercato interno.
L’auto elettrica è l’unica voce che segna ancora movimenti e che manifesta una decisa resilienza alla pandemia, con la possibilità di chiudere il 2020 perdendo non più del 3,3% su base annua, secondo stime Research and Markets.
Auto elettrica resiliente al Covid, mercato pronto al rilancio
Il nuovo Report, infatti, ipotizza una contrazione del valore del mercato mondiale delle automobili elettriche di circa 17 miliardi di dollari, passando dai 533,4 miliardi di dollari del 2019 ai 515,8 miliardi attesi per la fine dell’anno in corso.
Un settore che quindi è “quasi” passato indenne sotto i colpi del Coronavirus e che potrebbe recuperare quanto perso nel giro di un paio di anni: lo studio ha stimato che il mercato dell’auto elettrica dovrebbe raggiungere i 1.150,7 miliardi di dollari entro il 2023, con un tasso di crescita annuo del +30,67%.
Secondo gli esperti, i veicoli elettrici continueranno a crescere nella produzione e nelle vendite perché sono visti come valido strumento per ridurre le emissioni di diossido di carbonio (CO2) in atmosfera, perché il prezzo sarà sempre più abbordabile (grazie anche agli incentivi pubblici all’acquisto), perché la tecnologia sarà sempre più affidabile (durata delle batterie progressivamente più lunga) e le stazioni di ricarica dei veicoli più diffuse e facilmente accessibili a tutti.
D’altronde, il problema dell’inquinamento è reale, sentito dall’opinione pubblica e percepito sempre più come una minaccia alla nostra salute, oltre che per l’ambiente.
La CO2 che cresce e le multe alle case automobilistiche
Secondo i dati provenienti dall’Osservatorio internazionale di Mauna Loa, alle Hawaii, le concentrazioni di CO2 in atmosfera hanno superato le 418 ppm. Un record mondiale assoluto. Per ritrovare un accumulo simile bisogna tornare indietro di circa 4-5 milioni di anni.
Una crescita inarrestabile, per un trend che al momento non lascia spazio a dubbi o ulteriori tentennamenti: se la CO2 e gli altri gas climalteranti (tra cui il temibilissimo metano) continueranno a crescere nelle emissioni, la temperatura media globale potrebbe superare e anche di molto il limite massimo suggerito dagli scienziati dell’IPCC di +1,5°C entro la fine del secolo (e forse anche di +2°C se continuiamo così).
A riguardo, l’industria automobilistica sta rischiando multe salatissime in termini di sforamenti del tetto massimo di emissioni. La legislazione dell’Unione europea ha stabilito un obiettivo di emissione medio, per l’intera flotta nel 2021, pari a 95 CO2g/km, con multe da 95 euro per CO2g/km.
Il problema, secondo dati diffusi da NetBet, è che allo stato attuale delle cose le prime dieci case automobilistiche mondiali rischierebbero multe Ue per 114,6 miliardi di euro se entro l’anno prossimo non si adeguano ai limiti.
Le marche di auto più inquinanti
Sulla base delle vendite e delle emissioni medie per marca, Daimler è la più lontana dall’obiettivo e potrebbe quindi incorrere in una multa di 13,3 miliardi di euro nel 2021 (95 euro per gCO2/km oltre l’obiettivo, moltiplicato per le vendite), mentre il Gruppo Volkswagen sarebbe tenuto a spendere ben 88,6 miliardi di euro per compensare le emissioni di carbonio del 2019.
Stesso discorso per la Ford e la FCA, che dovrebbero pagare rispettivamente multe per quasi 15 miliardi di euro e 12 miliardi di euro.
Il costo totale di compensazione delle emissioni per produttore dovrebbe raggiungere i 424 miliardi di euro, cioè il 39,4% del fatturato totale annuo delle dieci case automobilistiche in esame.