Salute: nuovo studio assolve i cellulari. ‘Nessuna prova convincente su rischio cancro’

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Un gruppo di esperti di Gran Bretagna, Svezia e Usa ha svolto una nuova indagine sulla base dei risultati di diverse ricerche condotte finora, giungendo alla conclusione che 'non ci sono prove convincenti di un legame tra l'suo del cellulare e il cancro'.

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Cellulare e bambini

Gli studi sulla possibile pericolosità dei cellulari per la salute umana si susseguono, ma senza che nessuno riesca a individuare una correlazione certa tra l’esposizione ai loro campi elettromagnetici e l’insorgere di malattie, anche molto gravi, come il cancro al cervello.

All’inizio del mese scorso, anche l’International Agency for Research on Cancer (IARC), l’agenzia dell’Organizzazione mondiale per la sanità che si occupa di ricerca sul cancro, aveva lanciato l’allarme e classificato i campi elettromagnetici come ‘potenzialmente cancerogeni’ (Gruppo 2B): aumenterebbero, infatti, il rischio di glioma, un tipo di tumore maligno del cervello. Il dottor Jonathan Samet (University of Southern California, USA), presidente del working group di 31 scienziati che ha discusso a Lione i risultati dello studio, ha spiegato che “le prove, anche se si stanno ancora accumulando, sono abbastanza forti da rendere necessaria la classificazione 2B. Secondo le nostre conclusioni, potrebbero esserci dei rischi e quindi bisogna tenere sotto controllo il legame tra i telefonini e il rischio di cancro” Il direttore dell’IARC Christopher Wild avvertiva tuttavia che “…alla luce delle potenziali conseguenze per la salute pubblica è importante condurre ulteriori ricerche sull’uso massiccio dei cellulari sul lungo periodo. In attesa della disponibilità di queste informazioni, è importante adottare misure pragmatiche per ridurre l’esposizione, come l’uso dell’auricolare e dei messaggi di testo”.
 

Ora, un gruppo di esperti di Gran Bretagna, Svezia e Usa ha svolto una nuova indagine sulla base dei risultati di diverse ricerche condotte finora, giungendo alla conclusione che “non ci sono prove convincenti di un legame tra l’suo del cellulare e il cancro”.

E’ stata inoltre rilevata la mancanza dei meccanismi biologici attraverso cui i segnali radio dei telefonini potrebbero scatenare l’insorgere di un tumore.

“Sebbene permangano alcune incertezze, con l’accumularsi delle prove la tendenza è sempre più contraria all’ipotesi che l’uso dei cellulari possa causare il cancro al cervello negli adulti”, scrivono gli esperti sulla rivista Environmental Health Perspectives.

Secondo uno studio condotto nel 2005 i bambini correrebbero più rischi degli adulti dall’esposizione prolungata alle onde radio dal momento che il loro sistema nervoso non è ancora perfettamente sviluppato, i tessuti cerebrali riescono ad assorbire maggiore energia ed essi saranno dunque più esposti degli adulti nel corso della loro intera vita, mentre secondo le valutazioni del del National Institutes of Health americano, parlare al telefonino accelera l’attività cerebrale nell’area più vicina all’antenna.

Anthony Swerdlow dell’Institute of Cancer Research britannico, che ha condotto il nuovo studio, ha affermato che i risultati di questa indagine non contraddicono necessariamente le conclusioni dell’OMS, dal momento che l’organizzazione aveva necessità di includere i telefonini in una categoria di rischio predefinita.

“Noi – ha affermato – cerchiamo di spiegare chiaramente quale riteniamo sia la correlazione. Loro (l’OMS) cercavano di classificare il rischio in base a un sistema di classificazione pre-impostato”.

 

L’IARC, ha spiegato ancora, classifica come potenzialmente cancerogeni anche altri elementi come il piombo, la caffeina e i sottaceti.

 

Attualmente, circolano nel mondo quasi 5 miliardi di cellulari. Anche il Progetto Interphone, avviato nel 2000 e annunciato come uno tra i progetti scientifici più completi, avendo coinvolto per 10 anni 13 paesi (Italia inclusa) a livello mondiale – oltre 10.700 persone, tra i 30 e i 59 anni di età – è giunto alla conclusione che, anche se non si è rilevata una connessione diretta tra l’esposizione ai campi elettromagnetici dei cellulari e l’aumento di gliomi o meningiomi, neppure tra gli utilizzatori a lungo termine (10 o più anni) “…i possibili effetti sul lungo periodo di un uso intensivo dei cellulari richiedono ulteriori indagini, soprattutto tra gli utenti più giovani”.

Lo studio, finanziato dall’Unione europea con un importo di 3.800.000 euro e pubblicato sull’International Journal of Epidemiology, si poneva l’obiettivo di valutare la possibile relazione fra l’uso del telefono cellulare e alcuni tipi di cancro, in particolare i tumori del cervello, del nervo uditivo e della ghiandola parotide.

Swerdlow e i colleghi hanno analizzato anche questo studio concludendo che i suoi risultati non forniscono risposte chiare e presentano diversi problemi metodologici.

 

“Provare l’assenza di una correlazione – ha concluso il ricercatore – è più difficile in ambito scientifico che trovarne una”: bisognerà, dunque, aspettare i prossimi anni per stabilire con certezza se vi sia o meno un legame plausibile tra l’esposizione ai campi elettromagnetici dei cellulari e l’insorgere di determinate tipologie di cancro.

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