RIM: sei mesi di tempo per provare la necessità della gestione a ‘doppio Ceo’

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Gli azionisti hanno sostenuto l'attuale management, ma il voto è arrivato nel pieno delle critiche per l'attuale struttura di gestione in cui il ruolo di amministratore delegato è condiviso da Jim Balsillie e Mike Lazaridis.

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I dirigenti di RIM hanno difeso il loro operato, ieri, nel corso di un incontro in cui gli azionisti hanno manifestato la loro frustrazione per le performance non proprio brillanti della società che pure, col suo BlackBerry, ha aperto la strada agli attuali smartphone.

Gli azionisti hanno comunque sostenuto l’attuale management, ma il voto di fiducia, per quanto atteso, è arrivato nel pieno delle critiche per l’attuale struttura di gestione a ‘doppio-Ceo’, in cui il ruolo di amministratore delegato è condiviso da Jim Balsillie e Mike Lazaridis.

Il fondo Northwest & Ethical Investments, che aveva chiesto che i due ruoli venissero separati nell’ambito di un’ampia ristrutturazione dirigenziale, ha ritirato la richiesta prima del voto di ieri, ma ha sottolineato che la richiesta verrà ripresentata fra sei mesi se non verranno notati miglioramenti nelle performance del gruppo.

 

RIM aveva scelto questa struttura pensando potesse favorire le attività della società, ma ieri ha acconsentito a creare una commissione per analizzare l’attuale modello di gestione e valutare i poteri del board. La commissione valuterà anche l’ipotesi di introdurre un direttore indipendente per aumentare il controllo sul consiglio di amministrazione.

 

“Abbiamo voluto dar loro un’opportunità per provare che l’attuale struttura è giustificata dalle necessità di business”, ha spiegato Jennifer Coulson di Northwest & Ethical,

 

Balsillie e Lazaridis si sono detti fiduciosi di riuscire a guidare l’azienda in questa delicata fase di transizione, in un mercato altamente competitivo e dominato da Apple e Google. Dall’arrivo sulla scena di questi due aggressivi competitor, RIM ha perso la sua leadership sui mercati nordamericani e ha perso molto del suo appeal anche sui mercati emergenti, non riuscendo subito a reagire alle innovazioni introdotte dall’iPhone e dagli smartphone Android, un po’ come è successo a Nokia.

Balsille ha escluso la possibilità di un takeover, facilitato dal basso prezzo delle azioni, e ha sottolineato che la compagnia è concentrata sulle performance piuttosto che su questi pettegolezzi. Nelle scorse settimane si è vociferato di un possibile interesse di Microsoft.
 

Le azioni di RIM, però, hanno perso quest’anno la metà del loro valore e negli ultimi mesi la società ha rivisto al ribasso, per due volte, le prospettive sui ricavi, alla luce del declino delle vendite di BlackBerry. Alcuni dirigenti, tra cui il responsabile marketing, hanno abbandonato il gruppo.

Rispetto agli 83 miliardi di tre anni fa, RIM ha perso l’80% del suo valore – qualcosa come 70 miliardi di dollari – e la scorsa settimana ha lanciato un profit warning e annunciato possibili licenziamenti con l’obiettivo di guadagnare flessibilità. La capitalizzazione attuale è di circa 13,6 miliardi. Basti pensare che nello stesso arco di tempo, quella di Apple è cresciuta del 74%, raggiungendo quota 292 miliardi e portando il gruppo di Cupertino in cima alla classifica del market value.

Anche pagando un premio del 50%, spiegano gli analisti di Bloomberg, chiunque volesse acquisire RIM pagherebbe un multiplo minore rispetto a qualsiasi altra compagnia del settore.

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