Il sistema sanitario di molti Paesi nel mondo è stato messo seriamente alla prova dall’epidemia di Coronavirus tutt’ora in corso. Le strutture ospedaliere hanno dimostrato di grande resilienza, mentre medici ed infermieri un grande coraggio e senso del dovere, ma è innegabile che sia sempre più urgente un rinnovamento di infrastrutture, servizi e strumenti di intervento, in chiave digitale.
L’intelligenza artificiale (IA) può dare un contributo non indifferente al miglioramento dell’efficienza delle strutture ospedaliere e sanitarie sul territorio. Secondo nuove stime ABI Research, gli investimenti per la diffusione dell’intelligenza artificiale nei sistemi sanitari e nel settore farmaceutico potrebbero superare i 2 miliardi di dollari entro il 2025.
L’IA nel sistema sanitario
I ricercatori si attendono quindi che saranno spesi in questi settori circa 1,5 miliardi di dollari in cinque anni, rispetto ai 463 milioni di dollari registrati nel 2019.
“L’IA ha già dimostrato di poter giocare un ruolo chiave in questa difficile partita con l’epidemia – ha spiegato in una nota Lian Jye Su, ricercatore per ABI Research – diverse sono ormai le aziende, del calibro di Alibaba, Yitu, Google DeepMind, che stanno lavorando allo sviluppo di nuove soluzioni di IA applicate alla ricerca di un vaccino per il virus”.
Altro utilizzo di massima rilevanza dell’IA è nel settore della biogenetica e della bioinformatica, per lo sviluppo dei giusti farmaci antivirali e del trattamento che ne segue sulla popolazione.
Applicazioni di IA che chiaramente possono estendersi anche alla diagnostica, agli esami genetici, al tracciamento del contagio e all’analisi predittiva di ogni sua possibile evoluzione futura.
Gli esperti hanno subito suggerito ai Governi dei Paesi coinvolti dalla pandemia di non abbassare la guardia con il virus. In alcuni casi i contagi stanno diminuendo anche vistosamente, mentre in altri ancora si contano sempre meno ricoverati in terapia intensiva, con un conseguente aumento dei guariti.
Ricerca e sviluppo
Il problema è rappresentato dalla fase di allentamento delle misure di lockdown e soprattutto da un possibile ritorno di fiamma dell’epidemia.
Per questo motivo si raccomanda la massima attenzione all’andamento della pandemia su scala globale e di investire maggiormente nel sistema sanitario nazionale e in ricerca e sviluppo nell’industria farmaceutica.
Quest’ultima, si legge nel Report, potrebbe veder crescere gli investimenti globali in una forbice compresa tra 180 e 195 miliardi di dollari entro il 2022.