Nonostante la crisi terribile che gli Stati Uniti stanno attraversando con l’epidemia di Coronavirus, le grandi corporation dell’high-tech continuano a tessere le fila delle attività di lobbying a Washington, aumentando la spesa.
Secondo quando riportato dalla Cnbc, su dati dell’amministrazione federale americana, Facebook ha speso 5,3 milioni di dollari nel primo trimestre 2020, con un aumento del +19% rispetto il trimestre precedente.
Segue Amazon, che ha tirato fuori 4,3 milioni di dollari, un contenuto +3% su base trimestrale, e Microsoft, che ha sborsato 2,4 milioni di dollari (+0,2%).
Al contrario, ci sono anche multinazionali che hanno deciso di tagliare su questo tipo di esborsi, ad esempio Google, che ha ridotto la spesa del 34% a 1,8 milioni di dollari.
Anche Apple ha seguito la stessa strada, spendendo 2,2 milioni di dollari in attività di lobbying, ma meno dell’ultimo trimestre (-18%).
Azioni che le big tech hanno messo in campo per vari motivi, tra cui risolvere i problemi con la privacy, la sicurezza dei device e i comportamenti commerciali scorretti, oppure con l’Antitrust per abusi di posizione dominante, ma anche per il Coronavirus.
Facebook, Apple e Amazon hanno fatto riferimento esplicitamente all’epidemia, secondo la Cnbc, mentre Microsoft ha fatto pressioni sui provvedimenti di stimolo all’economica presi dal Governo per affrontare la crisi.