Gran Bretagna
Rupert Murdoch, proprietario dell’ex tabloid News of the World, verserà quasi 2,2 milioni di euro per risarcire la famiglia della giovane Milly Dowler assassinata nel 2002, nell’ambito del caso delle intercettazioni illegali che hanno coinvolto il quotidiano britannico. La notizia è stata data da Sky News, canale televisivo appartenente all’impero del magnate australiano.
News International, che controlla i giornali britannici della News Corp, ha confermato d’essere in trattative con i genitori della ragazza, anche se al momento non si sarebbe pervenuti ad alcun accordo definitivo. L’intesa prevedrebbe anche una donazione di 1 milione di sterline a un’associazione benefica.
News of the World è accusato di aver intercettato 4 mila persone – politici, membri della famiglia reale britannica e personaggi dello spettacolo – durante gli anni 2000.
Tra i telefonini tenuti sotto controllo dal giornale anche quello della tredicenne che è stata trovata morta sei mesi dopo la denuncia della sua scomparsa.
Lo scandalo delle intercettazioni ha travolto la società di Murdoch e costretto alla chiusura del tabloid. Riguardo a questo caso, proprio ieri l’Organization for Security and Co-operation in Europe (OSCE) ha espresso i propri timori sull’attuale stato di protezione delle fonti dei giornalisti.
La rappresentante dell’OSCE per la libertà dei media, Dunja Mijatovic, s’è detta ‘preoccupata’ dalla notizia che la polizia di Londra sarebbe ricorsa alla giustizia per ottenere dal Guardian i nomi delle fonti determinanti a far scoppiare lo scandalo del News of the World.
“Se la richiesta – scrive la Mijatovic – fosse accolta dal tribunale, si creerebbe un precedente con effetti paralizzanti sul giornalismo investigativo e sulla libertà di stampa in generale”.
La Mijatovic ha espresso le proprie preoccupazioni in una lettera indirizzata al ministro britannico degli Affari esteri, William Hague, e ha invitato il governo a chiedere alla polizia londinese di rinunciare alla richiesta.
“Il diritto dei giornalisti a proteggere l’identità delle loro fonti è stata definita più volte dall’OCSE come condizione essenziale per la libertà d’espressione”.
La donna ha poi ricordato che la Corte europea dei diritti dell’uomo dice chiaramente che una tale limitazione (al giornalismo investigativo) sarebbe incompatibile con l’articolo 10 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo a meno che, e non è questo il caso, fossimo di fronte a una necessità imperativa di interesse pubblico.