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Contact tracing, lockdown anche a Singapore dove si usa l’app “miracolosa”

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Il primo ministro Lee Hsien Loong ha annunciato che le misure partiranno la prossima settimana: “nonostante il nostro contact tracing sia buono, di quasi la metà dei positivi non sappiamo dove o da chi abbiano preso il virus”.

Per molti è il crollo di un mito. A Singapore la prossima settimana scatterà il lockdown, proprio nella città presa a modello da molti media ed esperti di tecnologie, anche italiani, secondo i quali la città-stato a sud della Malesia batte il coronavirus grazie all’app TraceTogether.

Oggi si scopre che l’applicazione ‘miracolosa’, che si vuole introdurre anche in Italia, non ha frenato il virus. Nella città con oltre 5 milioni di abitanti si registrano 50 nuovi casi al giorno di persone positive al Covid-19, per un totale di oltre 1.100 casi accertati sul territorio, secondo l’ultimo conteggio, con cinque morti. Così il primo ministro Lee Hsien Loong ha annunciato restrizioni dalla prossima settimana: “Nonostante il nostro contact tracing sia buono, di quasi la metà dei positivi non sappiamo dove o da chi abbiano preso il virus”, ha scritto il primo ministro nel messaggio inviato ai cittadini

Il premier ha deciso di chiudere tutte le scuole dal prossimo 8 aprile, e gran parte degli uffici dal 7 aprile prossimo fino al 5 maggio. A rimanere aperti saranno i servizi essenziali come mercati, supermercati, cliniche, ospedali, utilities, societa’ di trasporti e servizi bancari.

Il lockdown a Singapore dimostra che un’eventuale soluzione tecnologica per il tracciamento degli spostamenti dei cittadini, anche se a prova di privacy e nel rispetto degli standard di sicurezza, non può essere ‘miracolosa’, non può da sola contrastare il virus. Ma potrebbe contribuire alla lotta alla pandemia.

Confronto Singapore con Milano e Roma

Senza app per il contact tracing, a Milano i positivi sono 10.391, a Roma 2503, secondo i dati diffusi oggi dalla Protezione civile. I deceduti in Lombardia sono 8.311 e nel Lazio 199.

Come si usa l’app TraceTogether? 

  • Scaricarla (disponibile per Android e iOS)
  • Inserire il numero di cellulare 
  • Abilitare notifiche push 
  • Mantere il Bluetooth attivo 
  • Lasciare TraceTogether in esecuzione

Devo spegnere l’app?

  • Mantenere l’app in esecuzione con le autorizzazioni complete
  • Quando l’app smetterà di funzionare, gli utenti riceveranno un aggiornamento su come eliminare i dati

E la privacy?

  • L’app non tiene traccia della posizione o dei contatti
  • I dati vengono memorizzati nel telefono per soli 21 giorni e non saranno accessibili se non si è identificati come contatti stretti con i positivi al Covid-19.
  • Il numero del cellulare è associato a un ID casuale ed è questo ID che viene scambiato tra telefoni, non il numero effettivo.

L’app è attiva e in esecuzione sul telefono 

  • I cittadini devono lasciare in esecuzione l’app, il consumo della batteria è solo leggermente più alto
  • Se si viene identificati come una persona che ha avuto uno stretto contatto con un caso positivo al Covid-19 confermato tramite l’app, si verrà contattati direttamente dal ministero della Salute. Allo stesso modo, se il ministero della Salute deve effettuare il tracciamento degli spostamenti, chiederà al cittadino l’autorizzazione per accedere ai dati dall’app
  • L’app funziona quando ci sono anche altri utenti che l’hanno installata, quindi più persone ce l’hanno, più complete possono essere le informazioni.

E se l’app non viene installata, perché il suo utilizzo è facoltativo, si scopre che non è più miracolosa.

Per questo motivo, la Fondazione Ugo Bordoni, che ha proposto una soluzione simile propone l’installazione obbligatoria dell’applicazione.

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