Gli spostamenti degli italiani al tempo della quarantena per l’epidemia del coronavirus diventa oggetto di studio. Dopo l’entrata in vigore delle misure decise dal Governo, per ridurre gli spostamenti delle persone e rimanere il più possibile in casa, onde evitare di far aumentare drasticamente i contagi, sono ancora molte le voci critiche di coloro che ritengono ci sia ancora troppa gente in giro.
Il progetto “Covid-19&Mobility”, sviluppato e messo a punto da Francesco Finazzi e Alessandro Fassò, docenti in Statistica all’Università degli Studi di Bergamo, ha lo scopo di misurare questi spostamenti, nel numero delle persone e nella distanza percorsa dalle proprie abitazioni, nel pieno rispetto del regolamento generale europeo sulla protezione dei dati (General data protection regulation o Gdpr).
Lo strumento attraverso cui è possibile far questo si chiama “Rilevatore terremoto” ed è un’applicazione per smartphone nata nel 2012 per rilevare le scosse sismiche in tempo reale, allertando i cittadini con qualche secondo di anticipo. Dal 2012 ad oggi ha ottenuto più di 5 milioni di download e ha inviato più di 2.900 allerte.
Abbiamo chiesto al professor Finazzi in cosa consiste questo strumento applicato agli spostamenti delle persone al tempo del #iorestoacasa e quali sono le principali evidenze statistiche di questi giorni d’emergenza per il coronavirus.
Key4biz. In che modo riuscite a tracciare in maniera anonima gli spostamenti degli italiani?
Francesco Finazzi. I dati cha abbiamo derivano da un’applicazione smartphone e non vanno confusi con quelli che gli operatori telefonici ricavano dalle celle telefoniche. Parliamo di tutt’altro tipo di dati, qui abbiamo un’app installata sul telefono degli utenti che si chiama “Rilevatore terremoto” o in inglese “Earthquake network” e che è stata creata per avvisare in tempo reale la popolazione in caso di evento sismico, in anticipo di alcuni secondi se si è abbastanza distanti dall’epicentro. Esiste dal 2012 e sono stati effettuati più di 5 milioni di download in Italia e nel resto del mondo.
Per rilevare il terremoto e avvertire gli utenti in zona, l’applicazione deve conoscere la posizione degli smartphone, posizione che ogni mezz’ora il telefono comunica ad un server. Questo vuol dire che per ogni utente, in modalità completamente anonima, è possibile conoscere le coordinate spaziali del dispositivo e di conseguenza anche di chi lo utilizza. Un dato quest’ultimo che consente di sapere con precisione la posizione delle persone, dato fondamentale in questo momento storico, in cui, per via dell’epidemia da coronavirus, ci viene chiesto dalle autorità pubbliche di rimanere in casa.
Uno strumento quindi molto utile per misurare, nel rispetto dell’anonimato, gli spostamenti delle persone dalla propria abitazione e farsi un’idea della mobilità generale dei cittadini.
Key4biz. L’applicazione rispetta la privacy?
Francesco Finazzi. Rientra tutto nel Gdpr. Chi scarica l’applicazione acconsente al trattamento della privacy. È anche possibile, in caso di volontà di disinstallare la app, la cancellazione totale dei propri dati dal server. Anche se in modo anonimo, ogni persona che ha utilizzato l’applicazione ha comunque lasciato traccia dei propri spostamenti, è quindi giusto esprimere la propria volontà di cancellare ogni dato.
Key4biz. Il server dove si trova?
Francesco Finazzi. Si tratta di una struttura cloud complessa, ubicata in Francia e fornita dal provider OVH. Il progetto “Earthquake network” è una mia iniziativa personale, e i dati generati dall’app sono utilizzati per il progetto di ricerca dedicato “Covid-19&Mobility” che porto avanti come docente dell’Università di Bergamo.
Dal 2019 “Earthquake network” è parte dei progetti “TURNkey” e “RISE” finanziati dalla Commissione Europea nell’ambito del programma Horizon 2020.
Ad oggi questo servizio ha permesso di inviare più di 2.900 allerte in tempo reale. In molte nazioni a rischio sismico, è l’unico sistema di allerta attualmente aperto alla popolazione, Italia inclusa.
Quando lo smartphone non è utilizzato dal proprietario è possibile sfruttarlo per rilevare terremoti. Il server, grazie ad algoritmi statistici, può valutare il tipo di evento e la sua progressione. In termini di mobilità, il lavoro fondamentale è fatto dalla statistica. Solo gli strumenti statistici ci consentono di valutare al meglio le variazioni dei numeri e sviluppare analisi sul lungo periodo.
Key4biz. Gli italiani quindi vanno in giro o restano a casa?
Francesco Finazzi. In Italia, si vede che da quando sono entrati in vigore i decreti, la popolazione ha risposto tutto sommato positivamente. Il trend di lungo periodo è stato in crescita fino a domenica 22 marzo, giorno in cui si è rilevato il maggior numero di persone che non si è mossa da casa. Si è passati da un 33% di persone che stavano a casa il 10 marzo ad un 77% circa di domenica 22 marzo.
In media, nei fine settimana, quindi sabato e domenica, il dato si attesta attorno al 72%.
Durante i giorni feriali si nota un calo della percentuale di persone che stanno a casa, quindi aumentano gli spostamenti. Lunedì 23 marzo il numero di coloro che restava a casa è calato al 65%. Un dato probabilmente legato ad un maggiore spostamento degli individui, soprattutto di chi è autorizzato ad andare a lavorare, ma anche di chi deve muoversi per ragioni straordinarie consentite per legge o per gli approvvigionamenti. Quelli che lavorano sono molti e quindi la percentuale di chi rimane a casa dal lunedì al venerdì scende e sì assesta attorno al 65%.
La distanza media percorsa durante questi spostamenti da casa ad altri luoghi raggiunge il suo picco proprio nei giorni feriali ed è tra 6 e 8 km massimo. Domenica 29 marzo, gli italiani si sono comportati leggermente meglio rispetto al fine settimana precedente, con +3% sul numero di persone che non si sono mosse nelle 24 ore. In diminuzione di 1km la distanza media percorsa.
Key4biz. Che succede a livello regionale, che dati abbiamo? E in Lombardia?
Francesco Finazzi. A livello regionale si evidenzia un dato che è piuttosto omogeneo per tutto il Paese. Il trend giornaliero infrasettimanale non mostra differenze significative, tra regione e regione, il che significa che gli italiani hanno recepito le indicazioni del Governo come utili a contrastare l’epidemia.
In Lombardia il dato è più alto, domenica 22 marzo l’81% dei cittadini è rimato in casa contro il 77% del dato nazionale. Abruzzo e Molise sono le regioni dove la percentuale è più bassa, mentre nel Lazio l’andamento è simile al dato nazionale.
Key4biz. Quale è il futuro del progetto Covid-19&Mobility?
Francesco Finazzi. L’Università degli Studi di Bergamo ha partecipato alla Fast Call “Telemedicina e data analysis” promossa dal Ministro per l’innovazione tecnologica e la digitalizzazione, dal Ministro dello Sviluppo Economico e dal Ministro dell’Università e Ricerca congiuntamente al Ministero della Salute, l’Istituto Superiore di Sanità e l’Organizzazione Mondiale della Sanità.
Tra i vari, la call ha l’obiettivo di identificare soluzioni tecnologiche per il monitoraggio attivo del rischio di contagio ed il contrasto alla diffusione del virus SARS-CoV-2. L’università ha proposto una soluzione che si basa proprio sull’esperienza maturata negli ultimi 8 anni grazie al progetto Earthquake Network.
Inoltre, grazie all’appoggio del Rettore Remo Morzenti Pellegrini, è stata avviata un’indagine pilota in Val Seriana (BG), zona tra le più colpite dall’epidemia. Si chiede a chi abita i comuni della valle di installare l’app Rilevatore Terremoto in modo da sfruttare le capacità di monitoraggio dell’app. Sulla base dei risultati ottenuti grazie all’indagine pilota, sarà possibile sviluppare un’app dedicata alla valutazione in tempo reale del rischio che sia in grado di allertare i singoli individui, singoli comuni o aree più estese in caso di aumento del rischio di contagio da SARS-CoV-2. Maggiori dettagli sono disponibili sul sito www.sismo.app/covid.