l'analisi

La Legge di Bilancio 2020, stimolo per una crescita sostenibile?

di Fulvio Ananasso, Presidente di Stati Generali dell’Innovazione e Consigliere CDTI |

Una equilibrata crescita economica passa attraverso politiche pubbliche di sviluppo basate sulla Sostenibilità, l’Innovazione e la Social Innovation. Sono pertanto necessarie azioni di Governo coerenti in tal senso, e azioni di monitoraggio delle relative declinazioni normative.

Inquadramento di contesto

L’ONU ha approvato nel 2015 i 17 Sustainable Development Goals (SDG) e i relativi 169 target dell’Agenda Globale 2030 per lo Sviluppo Sostenibile. Stati Generali dell’Innovazione (SGI) è fortemente impegnata su tali temi, in collaborazione con l’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS), il Centro nazionale di studi per le politiche urbane (Urban@it), ecc.

Nell’ambito di tali attività, assumono particolare rilevanza le azioni di stimolo / lobbying istituzionale per la conversione degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile in azioni concrete di Governo, così come il monitoraggio delle relative iniziative legislative. E’ infatti sempre più evidente come una equilibrata ed armonica crescita sociale ed economica dipenda da politiche pubbliche di sviluppo basate sulla Sostenibilità, l’Innovazione e la Social Innovation (2SÌ).

In questa direzione, ad esempio, sono orientati gli sforzi e le ambizioni del Manifesto “2SÌ per Regioni e Comuni” recentemente lanciato da Stati Generali dell’Innovazione in collaborazione con varie associazioni e corpi della Società Civile, in occasione delle prossime tornate elettorali. Tra i temi più rilevanti intorno ai quali costruire una efficace agenda 2SÌ: (i) Semplificazione e trasparenza nella P.A.; (ii) Welfare integrato — famiglie, anziani, bisognosi, tematiche di genere (formazione alle STEM); (iii) Crescita culturale, scuola e formazione; (iv) Infrastrutture, uso del territorio, ambiente e mobilità; (v) Crescita e rinnovabili; (vi) Modelli Digital Twin per Smart Cities / Communities; (vii) Etica Open Source e (viii) Private Public Partnership (PPP).

In un tale contesto, quanto segue riporta alcune considerazioni sulla Legge di Bilancio 2020 (n. 160, 27 dicembre 2019) relativamente ai capitoli di spesa / investimenti in innovazione che possano stimolare una crescita sostenibile, collegati in modo diretto o indiretto all’utilizzo di Information & Communication Technologies (ICT) come enabler / amplificatrici di efficacia.

Occorre anzitutto sottolineare, a livello macroeconomico, l’ipotesi di crescita del PIL dello 0,6% nel 2020 e 1% nei due anni successivi, a fronte di un deficit del 2,2%. In un contesto di inflazione zero e politica monetaria BCE tuttora espansiva, si tratta di obiettivi modesti, che lasciano poco spazio per investimenti sostanziali, e porgono il fianco a possibili criticità – quali ad esempio l’ormai certo effetto recessivo del coronavirus, preliminarmente stimato in almeno un punto percentuale. SVIMEZ parla di un Paese non ancora tornato ai livelli PIL pre-crisi (2008).

Solo il Centro-Nord sarebbe tornato nel 2020 (in assenza del coronavirus) a tali livelli, mentre il Sud sarà ancora una decina di punti al di sotto, al netto del coronavirus. Inoltre, il debito pubblico continua a crescere, con un preoccupante andamento demografico decrescente e forti squilibri territoriali.

Pa digitale

In un tale quadro non rassicurante, vari punti di debolezza nella transizione verso processi innovativi della Pubblica Amministrazione ne limitano efficacia e capacità di azione “disruptive”. Ad esempio, il Sistema Pubblico di Identità Digitale (SPID) è usato da pochi milioni di persone e molte meno amministrazioni locali di quanto previsto dalla legge, la piena operatività dei competence center di Impresa 4.0 è in ritardo, così come l’adozione di nuove norme nel procurement della P.A. per favorire la digitalizzazione di scuola, sanità, giustizia, ecc.

Assistiamo però anche ad innovazioni che fanno ben sperare. Ad esempio, la nomina della Ministra per l’Innovazione Tecnologica e la Digitalizzazione e l’istituzione del Dipartimento per la Trasformazione Digitale presso la Presidenza del Consiglio dovrebbe favorire una governance unitaria della digitalizzazione del Paese con l’Agenzia per l’Italia Digitale (AGID), recentemente rinnovata nei vertici. La costituzione di PagoPA per il coordinamento dei sistemi di pagamento digitale verso la P.A. L’accelerazione dell’Anagrafe Nazionale della Popolazione Residente (ANPR), che dovrebbe coinvolgere tutti i Comuni Italiani entro il 2020 (oggi sono la metà). L’entrata in vigore dell’obbligo di fatturazione elettronica tra Imprese (2 miliardi di fatture / anno) e dello scontrino elettronico per commercianti, professionisti e artigiani. E altro ancora.

Legge di Bilancio 2020

Il Green New Deal è una delle maggiori innovazioni della manovra finanziaria. La transizione del sistema produttivo verso una economia sostenibile richiederà però una forte presenza di interventi pubblici e privati, coadiuvati dalle misure messe in campo dalla Commissione Europea.

Al riguardo, la manovra presenta – ad avviso dello scrivente – alcuni punti controversi rispetto agli obiettivi di sviluppo sostenibile. Ad esempio, la legge non prevede strumenti operativi per lo stimolo alla imprenditorialità sostenibile, auspicabilmente in attesa che il (consistente) Fondo Nazionale dell’Innovazione diventi operativo a tutti gli effetti e cominci a produrre risultati — anche come catalizzatore di ulteriori cospicui investimenti privati in iniziative sostenibili. Mancano (o risultano ambigue) norme specifiche del procurement pubblico per l’innovazione sostenibile, al fine di promuovere il ruolo centrale della P.A. nella transizione “green” del Paese.

Aspetti positivi nella legge di Bilancio riguardano lo stimolo all’innovazione delle Imprese, quali il rinnovato sostegno a Impresa 4.0 attraverso il credito d’imposta (al posto dell’iper- / super-ammortamento) per investimenti in ricerca e sviluppo, innovazione tecnologica e altre attività innovative per la competitività delle Imprese (commi 198÷209), il finanziamento dei voucher per il sostegno economico alle micro / PMI attraverso gli Innovation Manager, ecc.

E ancora, i commi 240÷248 e 250÷252 istituiscono l’Agenzia Nazionale per la Ricerca (ANR), sottoposta alla vigilanza della Presidenza del Consiglio e del MIUR, «al fine di potenziare la ricerca svolta da Università, Enti e Istituti di Ricerca Pubblici e Privati». Obiettivo certamente lodevole, che rischia però di ripercorrere vecchi paradigmi e slogan. La Ricerca è fondamentale per il futuro del Paese, ma dovrebbe poter disporre di fondi pubblici ben superiori allo 0,7% del PIL (dato in coda ai Paesi avanzati) e allo stesso tempo essere aperta, condivisibile e utilizzabile da tutti, cosa non sempre agevole – V. difficoltà di accedere ai risultati di ricerche CNR, CREA, progetti UE, ecc. Ciò allo scopo di produrre innovazione aperta e non solo “conoscenza” (pur fondamentale, come detto), cioè soluzioni applicative spinoff dalla ricerca accettate dal mercato, che migliorino la qualità della vita delle persone. Sarebbe il caso di adottare indicatori e misuratori per valutare le ricadute della Ricerca in Innovazione Sostenibile — eticamente, ambientalmente, socialmente, finanziariamente. L’innovazione non è solo tecnologica, ma dovrebbe essere (soprattutto) sociale, di processo e cambiamento “disruptive” degli orientamenti e regole usati sinora, nel rispetto dei paradigmi di Etica, Responsabilità Sociale e Sostenibilità.

In questa direzione si auspica vadano i commi 275÷277 relativi alle attività della Fondazione Human Technopole (salute, genomica, alimentazione, scienza dei dati e delle decisioni, …) e al relativo confronto con la Comunità Scientifica. Anche qui, sarebbero auspicabili interlocuzioni e cross-fertilization tra la Fondazione e altre Associazioni della Società Civile attive nel settore, onde favorire le necessarie interazioni tra Ricerca e Innovazione e la verifica della loro efficacia.

Altrettanto lodevoli i commi 85÷99 relativi alFondo di investimenti pubblici per lo sviluppo di un Green New Deal italiano (470 M€ nel 2020, 930 M€ nel 2021, 1.420 M€ annui nel 2022 e 2023), fondi non irrilevanti che rendono credibile la volontà governativa di promuovere e investire sulla Sostenibilità. D’altro canto, il termine “Green New Deal” sta diventando – insieme a “Innovazione” – una sorta di buzzword ardua da realizzare concretamente se non si attuano strumenti disruptive di gestione di infrastrutture, beni e servizi sulla base dei nuovi sistemi e tecnologie. Sarebbe opportuno definire (nei decreti attuativi?) le declinazioni concrete in termini di tecnologie, piattaforme e sistemi innovativi degli investimenti in settori “verdi”, in modo che si passi dall’enunciazione teorica di Green New Deal a implementazioni concrete e pragmatiche di processi organizzativi e produttivi sostenibili e socialmente responsabili.

Imprese agricole

Un esempio è rappresentato dal settore Agroalimentare, nel quale esiste un enorme potenziale di crescita e sviluppo di mercato. Coldiretti afferma che solo il 2% della superficie agricola italiana utilizza robot e sensori di precision farming. Nelle varie Regioni del Paese l’agricoltura digitale (ICT-assisted) è stimata oscillare tra 1 e il 4-5%, a fronte di 40÷70% in Cina, Israele e USA.

A fronte della necessità di promuovere la digitalizzazione dei processi e l’adozione di nuove tecnologie per l’efficientamento delle linee di produzione e commercializzazione, il comma 123 istituisce nel MISE un Fondo per gli investimenti innovativi delle imprese agricole (5 M€ nel 2020), al fine di favorire gli investimenti in nuovi beni materiali strumentali. Ottima iniziativa, ma fondi insufficienti. Anche perché, più che solo beni strumentali, occorrerebbe passare ad una visione di trasformazione “disruptive” nel settore AgriFood (includendo i processi commerciali), privilegiando l’accesso a innovativi Decision Support Systems (DSS). Troppo spesso gli Operatori Agricoli utilizzano i fondi disponibili per l’acquisto di trattori, centraline, macchine, … piuttosto che per un reale salto di paradigma in sistemi smart di supporto alle decisioni (DSS).

Tali aspetti sembrerebbero trattati ai commi 520÷522. I commi 520 e 521 prevedono la concessione alle imprese agricole di contributi a fondo perduto e mutui agevolati per iniziative di sviluppo di processi produttivi innovativi, agricoltura di precisione o tracciabilità dei prodotti con tecnologie Blockchain. Il comma 522 istituisce un Fondo per l’agricoltura a ridotto impatto ambientale e per la promozione di agricoltura biologica — 4 M€ nel 2020 e 5 M€ annui dal 2021.

In realtà, come già sottolineato per il Green New Deal, lo sviluppo dell’innovazione in agricoltura richiede investimenti ben più sostanziali, e l’adozione di tutte le tecnologie impiegabili (oltre alla Blockchain) per ottimizzare e tracciare raccolti, conservazioni, trasporti, distribuzioni, vendite, costi e impatti ambientali, qualità dei prodotti, ecc. Sono oggi disponibili tecnologie e piattaforme innovative – IoT / Geo-localizzazione, Intelligenza Artificiale, Blockchain, Realtà Aumentata / Virtuale (A&VR), … – atte a rilevare ed elaborare i datida sensoristica di vario tipo e dare indicazioni smart in supporto alle decisioni (DSS). Esse potrebbero essere impiegate, con diverse combinazioni mirate di sistemi e tecnologie, nella trasformazione digitale sostenibile di vari settori produttivi, quali (i) Agri-Food / Farming 4.0; (ii) Logistica Integrata, (iii) Sicurezza / Controllo flussi; (iv) Tracciamento filiere / interventi pubblici; (v) Monitoraggio ‘intelligente’ per la manutenzione predittiva delle infrastrutture; (vi) Fintech; (vii) Sanità elettronica; ecc.

Infrastrutture e trasporti

Un capitolo a parte meritano le infrastrutture e la sicurezza stradali. Ilmonitoraggio delle infrastrutture viarie è un tema di estrema attualità e rilevanza. Decine di migliaia di strutture sospese sono potenzialmente a rischio crollo in Italia (e non solo), dato che la vita utile dei ponti in calcestruzzo è limitata a 50÷70 anni, sia per il deterioramento dei materiali che per le condizioni di utilizzo molto più gravose di quelle stimate in fase di progettazione.

Occorre intervenire applicando moderni criteri progettuali di prevenzione strutturale basati sulle tecnologie ICT (e.g. “digital twin”) per il monitoraggio SHM (structural health monitoring) e relativi algoritmi predittivi / intelligenza artificiale, che consentano di monitorare con continuità lo stato di salute delle strutture e di conseguenza una manutenzione (‘predittiva’) mirata (e non solo programmata, come avviene di solito), contribuendo ad impedire situazioni di crollo.

Purtroppo non si rilevano nella Legge di Bilancio interventi specifici focalizzati sulla manutenzione predittiva. Ciò pone ulteriore stimolo al progetto IMPREM (“Infrastructure Monitoring for Predictive Maintenance”) di Stati Generali dell’Innovazione, che mira ad approfondire la questione onde elaborare proposte concrete a livello politico-istituzionale.

Riguardo alle infrastrutture ferroviarie e di trasporto intermodale, il comma 28 rimodula i finanziamenti al gestore dell’infrastruttura ferroviaria nazionale per interventi sulla rete. I finanziamenti subiscono però una riduzione di 40 M€ nel 2020, recuperati nel 2021. Solo nel 2026 saranno disponibili ulteriori 350 M€, relativamente ai quali, però, «appare opportuno acquisire elementi di valutazione circa l’equilibrio tra maggiori oneri e relative risorse».

Non sembrano esserci inoltre riferimenti alla costruzione e ammodernamento delle infrastrutture ferroviarie meridionali – inclusa l’Alta Velocità. Nel Sud-Italia / Isole ci sono zone a linea unica per il collegamento tra città, e/o le infrastrutture sono talmente obsolete e degradate da impedire trasporti efficienti a favore di quelli su gomma, con ovvî impatti ambientali non sostenibili. Lo sviluppo del Mezzogiorno è materia non più rinviabile, sia per ragioni di riduzione delle diseguaglianze (SDG #10) che per costruire un ecosistema di sostenibilità diffusa senza zone di esclusione. Vari interventi interessano il Mezzogiorno, ma non emerge un piano integrato per un suo rilancio, in coordinamento con il Fondo “Cresci al Sud”, 300 milioni di euro a valere sul Fondo Sviluppo e Coesione per gli anni 2019÷2021 (50 M€ 2019, 150 M€ 2020, 100 M€ 2021).

Relativamente al trasporto intermodale, prerequisito essenziale per una Logistica Sostenibile efficiente ed efficace, i commi 110÷112 autorizzano la spesa di 20 M€ nel 2021 per il miglioramento della catena intermodale. Relativamente al 2020, si autorizza la spesa di 14 M€ (più altri 25 M€ nel 2021) per il completo sviluppo dei sistemi di trasporto intermodale. A meno di precedenti stanziamenti sostanziali di ben altra entità di cui gli attuali siano a completamento, i fondi a disposizione (59 M€ nel biennio 2020-2021) appaiono inadeguati ad un piano industriale realistico ed efficace per un tale sviluppo e il decongestionamento della rete viaria.

Comunità e Città intelligenti

Il tema dell’Innovazione Sostenibile nelle Smart Communitiesè di estremamente rilevanza vista la crescente urbanizzazione della popolazione. Nel 1950 la popolazione mondiale ammontava a ~2,5 miliardi di individui, circa il 30% dei quali (750 milioni) viveva nelle città. Nel 2000 la popolazione era cresciuta a ~6,2 miliardi, con ~47% urbanizzati (2,9 miliardi), e nel 2050 si stimano ~10 miliardi di persone, per il 66% (6,3 miliardi) concentrati in ambienti metropolitani.

Stati Generali dell’Innovazione è fortemente impegnata sui temi di informazione geografica (GIS) / spatial data infrastructures (SDI), soprattutto per le politiche urbane e periferiche, in particolare recentemente su aspetti di “gemelli digitali“ (digital twin) per la pianificazione “intelligente” in ambiente simulativo per Smart Cities / Communities. Un talestrumento viene utilizzato in varie aree metropolitane a livello globale – riguardo a formazione, strategie, governance, organizzazione, data policy, ecc. Sostanzialmente, il problema specifico nel mondo “reale” viene trasposto in un modello “virtuale”, la cui soluzione simulata in un ambiente privo di rischi viene poi trasposta nel senso opposto nel mondo “reale” per l’implementazione sul campo, con eventuali iterazioni di affinamento “reale-virtuale-reale” per ottimizzarne le prestazioni.

Un tale paradigma è stato utilizzato nell’ambito della citata iniziativa SGI Manifesto “2SÌ”,affrontando i temi della:

  • disponibilità del modello della Città / Comunità (City Model), requisito indispensabile per costruire un digital twin per ciascuna specifica Smart City;
  • identificazione di modelli digital twin adeguati alla conformazione del territorio italiano, caratterizzato da una marcata consistenza di “aree interne”.

E’ opportuno al riguardo richiamare gli obiettivi e le azioni contenute nel primo Rapporto dell’Agenda Urbana per lo Sviluppo Sostenibile di ASviS e Urban@it (luglio 2019) in tema di Infrastrutture Geospaziali (SDG #9). Le azioni individuate saranno articolate all’interno delle Agende per lo Sviluppo Sostenibile adottate dai singoli Enti territoriali / locali, seguendo il principio di sussidiarietà, cooperazione pubblico-privato e partecipazione dei portatori d’interesse della città / comunità, in conformità con le politiche nazionali ed europee in materia.

Tornando alla Manovra 2020, un capitolo importante riguarda gli investimenti per la rigenerazione urbana. Purtroppo la manovra di Bilancio 2020 ne riduce le risorse per oltre 500 M€ nel 2019 e 1,1 miliardi nel 2020, con un incremento solo negli anni successivi. Gli investimenti pubblici nel settore (inclusi quelli UE) si sono dimezzati nel decennio 2008÷2017 (da 61,7 a 31,3 miliardi), con un incremento a 34,6 miliardi nel 2018. Il Green New Deal prevede altri interventi di rigenerazione urbana tesi all’efficientamento del patrimonio abitativo, ma il frazionamento degli interventi ne complica la gestione amministrativa e dilata i tempi di realizzazione. Ad esempio, il comma 70 mantiene le detrazioni fiscali per interventi di efficienza energetica, attraverso il meccanismo dello sconto in fattura per gli interventi di ristrutturazione di cui alle Linee guida nazionali per la certificazione energetica degli edifici (D.M. 26 giugno 2015), per le parti comuni degli edifici condominiali con un importo dei lavori ≥ 200.000 euro. Sarebbe stata auspicabile una soglia di finanziamento più bassa per un maggiore incentivo.

Il Green New Deal sottolinea la necessità del miglioramento della qualità dell’aria come importante misura di contrasto al cambiamento climatico. A causa del superamento dei livelli di particolato (PM10) e biossido di azoto (NO2) in numerose città, il nostro Paese è stato deferito alla Corte di Giustizia europea (2018 e 2019), il che pone obblighi precisi di stanziamenti ad hoc statali e delle Amministrazioni locali, insieme al finanziamento della riforestazione delle città metropolitane (coinvolte nella competizione di “capitale verde d’Italia”, secondo il c.d. Decreto Clima, legge n. 141 del 12.12.2019), e a seguire capoluoghi di provincia e centri minori.

Riguardo alla mobilità sostenibile, è stato introdotto il Buono Mobilità per la rottamazione dei veicoli inquinanti e l’acquisto di abbonamenti al trasporto pubblico locale e regionale (nei comuni a rischio procedure di infrazione per la qualità dell’aria). Sarebbe auspicabile un collegamento con il Piano strategico nazionale per la mobilità sostenibile (DPCM 17.04.2019, 3,7 miliardi di euro in 15 anni) e il Fondo per le reti ciclabili urbane. E’ da menzionare un importante stanziamento per Province e Città Metropolitane per la manutenzione straordinaria della rete viaria – V. sopra considerazioni sulla necessità di manutenzione strutturale predittiva.  

Relativamente alla promozione della cultura, oltre a interventi significativi per la riqualificazione dell’edilizia urbana (bonus facciate, che rischia però di sostituire il l’ecobonus per il risparmio energetico, da cui appare slegato), è una buona notizia il rifinanziamento del bonus cultura per i diciottenni e l’incremento degli utili del gioco del Lotto destinati alla conservazione e recupero dei Beni Culturali, ancorché la spesa complessiva per cultura, in un Paese ad alta intensità di Beni Culturali come l’Italia, sia ancora parecchio al di sotto della media europea.

Conclusioni

Come sottolineato da ASviS nel Rapporto sulla Legge di Bilancio 2020, essa rappresenta una indubbia discontinuità rispetto al passato per l’attenzione ai temi dello sviluppo sostenibile, coerentemente con le linee programmatiche del nuovo Governo — nazionale ed UE. Si pensi al varo del Green New Deal italiano (il cui carattere pluriennale è messo peraltro a rischio dalla sterilizzazione dell’aumento IVA solo per il 2020), agli incentivi per Impresa 4.0 ed Economia Circolare, all’impegno per la Mobilità Sostenibile e l’Innovazione Sociale, ecc. Persiste il problema della insufficienza delle risorse – istruzione, occupazione giovanile, interventi per i NEET, stimoli forti alla imprenditorialità sostenibile, … -, soprattutto tenuto conto dei 21 (dei 169) target “in scadenza” nel 2020. Inoltre, l’efficacia dei provvedimenti dipenderà dalla rapidità e composizione dei decreti attuativi (soprattutto per investimenti), sovente causa di ritardi e stop.

Dal punto di vista della “innova-bility” (innovation + sustainability), c’è indubbiamente una rinnovata attenzione alla digitalizzazione e all’ammodernamento delle infrastrutture – anche se andrebbero potenziati interventi per il monitoraggio strutturale, la manutenzione (“predittiva”) e messa in sicurezza di infrastrutture, reti e servizi, edifici e territori -, all’industrializzazione sostenibile (incremento del Fondo per la crescita sostenibile e la riconversione e riqualificazione produttiva delle aree di crisi industriale), all’innovazione tecnologica 4.0, ecc.

Riguardo alla rigenerazione urbana verso un paradigma di Smart City, è posta lodevole enfasi sull’impiego di tecnologie e innovazioni sostenibili per il recupero e riqualificazione di immobili non utilizzati e aree dismesse, ancorché con risorse finanziarie in diminuzione. Bene il bonus facciate (vigilando che non si sostituisca all’ecobonus) e il bonus cultura. Infine, il Green New Deal dovrebbe essere coordinato con gli altri interventi di rigenerazione del patrimonio abitativo attraverso la sempre più urgente Agenda urbana per lo sviluppo sostenibile.

In conclusione, è sempre più evidente come la crescita socio-economica di un territorio dipenda da politiche pubbliche di sviluppo basate sulla Sostenibilità, l’Innovazione e la Social Innovation. In questo sentiero si colloca il Manifesto “2SÌ per Regioni e Comuni” recentemente lanciato da Stati Generali dell’Innovazione in collaborazione con varie associazioni e corpi della Società Civile. Trattandosi di uno sforzo a cui sono chiamati tutti gli stakeholder del territorio, l’iniziativa sarà replicata (non appena reso possibile delle restrizioni sanitarie dei recenti decreti per il coronavirus) in altre Regioni del Paese.

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