Italia
Il tribunale di Milano ha deciso di non accogliere la richiesta di Samsung di bloccare le vendite dell’iPhone 4S in Italia. Il nuovissimo dispositivo Apple potrà quindi essere commercializzato anche in Italia, come previsto, dal prossimo 28 ottobre.
Stamani davanti ai giudici della Prima sezione civile del tribunale di Milano si è tenuta la prima udienza del ricorso presentato dal gruppo coreano, secondo cui l’iPhone 4S viola due suoi brevetti.
Il collegio, presieduto da Marina Tavassi ha concesso a Samsung tempo fino al prossimo 15 novembre per depositare una memoria a supporto della propria tesi.
Dal canto loro, i legali di Apple potranno depositare eventuali contro-repliche entro il 6 dicembre. La prossima udienza è stata fissata per il prossimo 16 dicembre.
Una causa simile è stata intentata anche in Francia (Leggi articolo Key4biz). I due gruppi sono contrapposti in 19 processi nei tribunali di mezzo mondo e si accusano a vicenda di violazione dei rispettivi brevetti sia negli smartphone che nei tablet.
Finora, tuttavia, la ragione è stata data sempre a Apple: in Australia, i giudici hanno vietato in via preliminare la vendita dei tablet Galaxy 10.1 (che violerebbero almeno tre brevetti depositati dal gruppo californiano), ma hanno invece respinto un ricorso col quale Apple voleva fare in modo di controllare in anticipo ogni nuovo tablet lanciato dalla rivale nel paese.
Nei Paesi Bassi Apple ha ottenuto il bando temporaneo delle vendite degli smartphone Galaxy S, S II e Ace, e Samsung è stata costretta ad apportare delle modifiche ai dispositivi per aggirare il divieto.
I giudici dell’Aia, quindi, hanno respinto la contro-richiesta di Samsung di bloccare la distribuzione di tutti i device 3G di Apple, che violerebbero 4 suoi brevetti legati alle tecnologie 3G. Il tribunale ha smontato il teorema dell’accusa affermando che la tecnologia 3G non può essere alla base di una richiesta di blocco di un prodotto concorrente.
Chi possiede il brevetto, secondo la corte olandese, deve infatti concederlo in licenza sulla base di “royalty eque, ragionevoli e non-discriminatorie”, ma non può utilizzarlo in tribunale in quanto si tratta di tecnologie essenziali i nuovi dispositivi mobili.
La posto in gioco è la supremazia nei mercati smartphone e tablet ma anche la ricerca di proficui accordi di licenza. I brevetti sono un vero e proprio tesoretto, come dimostrano le ultime operazioni che hanno caratterizzato il mercato dei dispositivi mobili: ad agosto, ad esempio, Google ha messo sul piatto 12,5 miliardi di dollari per acquistare Motorola Mobility, che detiene qualcosa come 17 mila brevetti mobili, mentre un consorzio formato da rivali storici – tra cui Microsoft, Apple e RIM – ha speso 4,5 miliardi di dollari per i 6 mila brevetti di Nortel, spendendo all’incirca 750 mila dollari a brevetto con l’obiettivo di sottrarre queste tecnologie a Google.
Gli osservatori, a questo punto, hanno iniziato a paventare il rischio di bolla speculativa anche per i brevetti.