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Le vendite mondiali di musica digitale dovrebbero crescere di circa il 7% quest’anno a 6,3 miliardi di dollari, trainati dal boom dei servizi online come iTunes di Apple o Spotify.
Gartner prevede tuttavia che non si risolleveranno le sorti del mercato dei Cd, gravemente colpito dalla pirateria e dalla concorrenza delle offerte su internet. Si tratta di un comparto che, secondo gli analisti, ha mostrato tutta la propria difficoltà ad adattarsi alle nuove abitudini dei consumatori.
Nel 2015 Gartner prevede che le spese per la musica online arriveranno a 7,7 miliardi di dollari contro i 5,9 miliardi di dollari del 2010. Nello stesso anno, le vendite di Cd e altri supporti fisici rappresenteranno solo 10 miliardi di dollari contro i 15 miliardi di cinque anni prima.
“L’industria musicale è stato il primo settore dei media a vivere pienamente l’impatto di due forze maggiori: internet e consumatori il cui potere risulta rafforzato dalla tecnologia“, ha dichiarato Mark McGuire, analista di Gartner.
Secondo McGuire, all’inizio tanti utenti hanno cominciato a usare gli strumenti internet per condividere illegalmente la musica attraverso servizi come Napster, a spese delle case discografiche come Universal, Warner ed EMI.
Oggi però, grazie a servizi user friendly, sono sempre di più i consumatori a rivolgersi alle offerte legali. A questo si aggiunga che servizi musicali pay o in streaming come Spotify, Lastfm.com, Pandora o Facebook stanno registrando grossi successi.
Gartner prevede che i servizi con abbonamento raggiungano i 2,2 miliardi di dollari di fatturato entro il 2015, rappresentando il 29% del totale delle spese online di musica.