Mediaset in balia del mercato: sul titolo pesano incertezza politica e previsioni deboli

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Intanto si apprende che Endemol rifiuta le offerte per ristrutturare il debito.

Italia


Pier Silvio Berlusconi

Seduta drammatica a Piazza Affari. La borsa è in balia del mercato dei titoli di Stato italiani che registrano nuovi record storici negli spread rispetto a quelli tedeschi e nei rendimenti, saliti ben sopra il 7% nelle scadenze a due e a 10 anni.

“E’ evidente che le dimissioni annunciate ieri dal premier Berlusconi, ma solo dopo l’approvazione da parte del Parlamento delle misure chieste dall’Europa, non piacciano ai mercati. Questo tira e molla continuo crea solo incertezza sulla capacità dell’Italia di fare fronte alla crisi del debito“, ha osservato un trader.

 

Fra i titoli più colpiti c’è Mediaset, sospesa più volte, che nel pomeriggio cedeva oltre il 10%, travolta “dalla crisi di fiducia dei mercati nei confronti del suo proprietario Silvio Berlusconi”, ha detto un broker. Secondo Natixis, che ha tagliato il rating sul titolo a “neutral” da “buy”, a pesare sul giudizio le deboli prospettive del mercato pubblicitario e il rischio di interventi legislativi penalizzanti con un cambio di maggioranza parlamentare.

Un analista di una grande banca italiana ha aggiunto che bisogna anche considerare il problema di un outlook molto negativo, soprattutto per quanto riguarda la pay-Tv.

Naturalmente, ha detto ancora, “l’incertezza politica è il dato più rilevante per Mediaset in questo momento come per tutte le altre aziende italiane”.

 

Mediaset ha annunciato ieri a mercati chiusi risultati deboli in linea con le attese. Nei primi nove mesi dell’anno ha registrato un utile netto di 166,6 milioni, in calo del 13,4% rispetto allo stesso periodo del 2010. Stabili i ricavi (-0,17%) a 3.040 milioni. Confermata la previsione, già emersa con i conti semestrali, di chiudere il 2011 con un risultato netto consolidato inferiore a quello del 2010. L’utile netto del primo semestre 2010 era stato di 192,6 milioni di euro e vi aveva influito gli oneri connessi alla svalutazione della partecipazione di Endemol (-75,4 milioni di euro). La posizione finanziaria netta di Mediaset passa da -1.590,2 milioni di euro del 31 dicembre 2010 a -1.807,5 milioni mentre la generazione di cassa netta è pari a 243,3 milioni di euro rispetto ai 589,7 milioni di euro dello stesso periodo dell’anno precedente. In forte calo anche l’Ebit, il risultato prima degli oneri finanziari pari a 368,2 milioni di euro rispetto ai 534,7 milioni di euro dello stesso periodo del 2010. La raccolta pubblicitaria sulle reti gratuite è scesa a 1.876,7 milioni di euro rispetto ai 1.932,7 milioni di euro dei primi nove mesi del 2010 (-2,9%), “evidenziando un leggero ma positivo miglioramento rispetto all’andamento del primo semestre“, ha affermato Mediaset. La raccolta pubblicitaria complessiva di Publitalia 80 e Digitalia 08, che comprende anche i canali digitali pay e i contenuti video distribuiti sul portale web Mediaset.it, registra una flessione più contenuta, pari all’1,8%. Secondo la compagnia, “l’andamento della raccolta continuerà a risentire negativamente del contesto congiunturale anche nell’ultimo trimestre dell’esercizio, mantenendosi comunque migliore rispetto al mercato di riferimento“.

 

Si complicano intanto le vicende intorno a Endemol, di cui Mediaset possiede una quota attraverso Mediacinco.  

Secondo le ultime indiscrezioni apparse sul Financial Times, il gruppo olandese scriverà presto ai possibili offerenti, inclusa Time Warner, per comunicare che l’azienda non è in vendita.

I creditori di Endemol preferirebbero procedere con un debt for equity swap che ridurrebbe il suo debito di 2,8 miliardi di euro a circa 500 milioni. I creditori sono anche rimasti perplessi dal prezzo proposto da Time Warner (Leggi Articolo Key4biz). Tuttavia, si potrebbe ancora riconsiderare la vendita se la compagnia americana presentasse un’offerta più alta. Endemol non ha voluto commentare questa notizia, mentre ieri è intervenuta per smentire che ‘non risulta al gruppo alcuna offerta’, da parte della tedesca RTL, come aveva invece scritto qualche giornale.

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