Iran
Sarebbe già stata resa inaccessibile al popolo iraniano l’ambasciata ‘virtuale’ che l’amministrazione americana aveva inaugurato ieri nel tentativo di promuovere il dialogo con i cittadini iraniani in assenza di una sede diplomatica fisica.
L’ambasciata virtuale era stata aperta in inglese e con una versione anche in farsi per offrire quella che ‘un’altra prospettiva’ ai visitatori iraniani che ‘continuano a essere affamati di informazioni sugli Stati Uniti’. Ma a quanto pare Teheran non ha gradito questo tentativo di disgelo anche se solo virtuale e ha bloccato l’accesso nel paese all’indirizzo http://iran.usembassy.gov/.
Al posto della homepage dell’ambasciata virtuale compare una scritta in farsi che informa che l’accesso al sito è stato vietato in conformità con le leggi sul cyber crime.
Un po’ lo stesso destino toccato a diversi siti come Facebook e alle pagine web di molti dei più importanti media stranieri.
Decisamente duro il commento di Alaeddin Borujerdi, presidente della commissione parlamentare degli Esteri e della sicurezza nazionale, secondo cui l’apertura del sito è stato un maldestro tentativo del Governo usa di far credere agli iraniani che Washington voleva comunicare con loro.
“L’apertura dell’ambasciata virtuale degli Usa è un nuovo inganno del Grande Satana”, avrebbe detto Borujerdi secondo l’agenzia di stampa parlamentare.
“Il popolo iraniano non si lascerà ingannare”, ha aggiunto.
Un altro influente deputato, Hassan Ghafouri-Fard, citato dalla Tv di stato ha riferito che il sito è stato bloccato perchè gli Stati Uniti “volevano creare una divisione tra gli iraniani e il loro governo” e ha escluso il ripristino delle relazioni diplomatiche tra i due paesi nel prossimo futuro.
“Fino a quando gli Stati Uniti continueranno a ordire cospirazioni anti-iraniane, l’Iran non intende stabilire relazioni diplomatiche neanche virtuali”, ha aggiunto.
Ieri, in un videomessaggio, il Segretario di Stato americano, Hillary Clinton spiegava che il sito “rappresenta un tentativo di compensare la perdita di dialogo tra americani e iraniani dopo la chiusura dell’ambasciata a Teheran”, avvenuta in seguito all’assalto all’ambasciata americana durante la rivoluzione islamica del 1979, durante il quale 52 cittadini americani vennero tenuti in ostaggio per 444 giorni.
“Dal momento che gli Stati Uniti e l’Iran non hanno relazioni diplomatiche, abbiamo perso importanti opportunità di dialogo con voi, cittadini iraniani”, ha detto ancora la Clinton, sottolineando che l’ambasciata virtuale “rappresenta una piattaforma per dialogare apertamente e senza paura sugli Stati Uniti, le nostre politiche, la nostra cultura e sul popolo americano”.
Oltre al discorso introduttivo della Clinton – da alcuni molto criticata per il trucco eccessivo e la mancanza dell’hijab (il velo tradizionalmente indossato dalle donne islamiche) – il sito offre link ad interviste concesse dal segretario di Stato Usa a radio in lingua farsi, il messaggio di auguri del presidente Obama per il capodanno persiano, informazioni su come ottenere il visto e su come fare per studiare negli Usa, oltre a vari link ai siti e ai portali del governo americano.