BlackBerry: continua la discesa. Gli azionisti reclamano la ‘testa’ dei 2 Ceo, che intanto si tagliano lo stipendio a 1 dollaro

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Per la prima volta, le vendite di BlackBerry nel periodo natalizio diminuiranno da 14 milioni nel terzo trimestre a 11-12 milioni. Balsille e Lazaridis sono arroccati sulle loro posizioni e non hanno intenzione di dare lo scossone chiesto dagli azionisti.

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Non c’è pace per RIM: dopo la revisione al ribasso degli utili – che nel prossimo trimestre dovrebbero scendere del 27% – e il conseguente vistoso calo in Borsa, la società ha annunciato anche che la prossima generazione di BlackBerry non arriverà che alla fine del prossimo anno. Annuncio che ha comportato un ulteriore tonfo del valore delle azioni.

 

Il tutto mentre negli Usa, la quota di mercato continua a scendere: dal 24% dello scorso anno, nel terzo trimestre di quest’anno si è attestata al 9,2%, a vantaggio di player asiatici come HTC e Samsung.

L’utile netto è sceso bel del 71% a 265 milioni di dollari (51 cents per azione) dai 911 registrati un anno fa. Il fatturato è sceso del 6% a 5,17 miliardi.

 

Per la prima volta, le vendite di BlackBerry nel periodo molto proficuo dello shopping natalizio diminuiranno da 14 milioni nel terzo trimestre a 11-12 milioni, prevede inoltre RIM, che sta anche facendo fronte agli attacchi degli azionisti contro un management debole – il duo composto Jim Balsillie e Mike Lazaridis – e incapace di affrontare la concorrenza di Apple e degli smartphone Android.

Una parte degli azionisti, che controlla circa l’8% dell’azienda, continua a chiedere l’allontanamento dei due co-Ceo – o quanto meno ad attuare una separazione tra i ruoli di Chairman (presidente) e Ceo (amministratore delegato) – e sembra sempre più decisa a vendere il portafoglio di brevetti della compagnia, o quanto meno a frazionarla in due entità separate.

 

Balsille e Lazaridis però sono arroccati sulle loro posizioni e non hanno manifestato alcuna intenzione di dare lo scossone che gli azionisti stanno reclamando, decidendo – per tentare di placarli – solo di abbassarsi lo stipendio a 1 dollaro: “Continuiamo a credere – hanno affermato – che RIM abbia la forza e le capacità per mantenere un ruolo di primo piano nell’industria delle comunicazioni mobili”.

 

Ma i numeri e i fatti non sono dalla loro parte e le accuse di non saper reagire agli attacchi della concorrenza sembrano più che fondate, come dimostra l’ulteriore rinvio del lancio dei nuovi BlackBerry – che doveva avvenire nel primo trimestre 2012 – e le previsioni di utili e fatturato inferiore alle attese.

Per il quarto trimestre fiscale, che termina il 3 marzo, RIM prevede profitti tra 80-95 centesimi per azione. Le vendite dovrebbero attestarsi tra 4,6-4,9 miliardi dollari.

Gli analisti sembrano concordi nell’affermare che i consumatori stanno perdendo interesse nel BlackBerry a cui preferiscono l’iPhone e gli smartphone Android.

Anche il PlayBook, il tablet lanciato ad aprile – il primo basato sul nuovo sistema operativo BB10 – ha venduto molto meno del previsto. Per questo, la società ha deciso di rimandare il lancio degli smartphone col nuovo Os.

 

E così, quello che è stato tra i pionieri della telefonia mobile ‘intelligente’ si ritrova nella tempesta, piegato – oltre che dal recente blackout del sistema e dalla conseguente furia dei consumatori – anche dalle richieste di diversi governo (come l’India e l’Indonesia) che pretendono maggiori controlli sulle comunicazioni effettuate dai BlackBerry. L’Indonesia minaccia di sancire per legge che qualsiasi società di telecomunicazioni presente nel Paese debba costruire dei data center locali. Una richiesta cui RIM ha sempre strenuamente resistito. Anche l’India, l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi hanno espresso preoccupazione per l’impossibilità di monitorare il traffico BlackBerry. Gli Emirati Arabi hanno ritirato la minaccia di bloccare i servizi RIM dopo che la società sembra aver accolto le richieste del governo.

 

Gli analisti sottolineano, oltre alla debolezza del team che gestisce la società, anche la ‘miope’ focalizzazione sull’hardware in un momento in cui i rivali – Apple e Google primi fra tutti – dispongono di un esercito di sviluppatori e di centinaia di migliaia di applicazioni che arricchiscono i loro dispositivi.

 

Quest’anno, le azioni di RIM hanno perso il 74% del loro valore, toccando i minimi storici a una capitalizzazione di 8 miliardi di dollari.

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