2001-2011: a 10 anni dallo scoppio della bolla, nuove web company tentano la via dell’IPO

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La più attesa è la quotazione di Facebook, ma un’altra dozzina di società (Yelp, Glam Media, Vkontakte.ru) partiranno all’assalto del Nasdaq e, secondo i calcoli di Bloomberg, il settore dovrebbe raccogliere almeno 11 miliardi di dollari.

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A 10 anni dallo scoppio della bolla delle dot.com, le web company ritentano la via della Borsa. Dopo le IPO del 2011 (Zynga, Groupon, Pandora, Zillow, LinkedIn e Renren), il 2012 sarà caratterizzato dall’attesa per lo sbarco in Borsa di Facebook, che potrebbe portare la valorizzazione del servizio a circa 100 miliardi di dollari.

L’IPO di Facebook, così come previsto dalla legge americana, dovrebbe avvenire al più tardi entro la fine del primo trimestre. La rete sociale – che rivendica orma più di 800 milioni di utenti in tutto il mondo – avrà chiuso per quella data l’esercizio fiscale 2011 nel corso del quale è stata raggiunta la soglia dei 500 investitori. Dalla quotazione, la società di Mark Zuckerberg spera di raccogliere 10 miliardi di dollari.

 

Facebook sarà comunque in buona compagnia: un’altra dozzina di società – tra cui Yelp, Glam Media e il social network russo Vkontakte.ru – partiranno all’assalto del Nasdaq e, secondo i calcoli di Bloomberg, il settore dovrebbe raccogliere almeno 11 miliardi di dollari. Un record che riporta alla mente i fasti del 1999, al picco del boom della net economy.

Le valorizzazioni, tuttavia, potrebbero essere contenute, visto l’andamento delle quotazioni di alcune star del web nel 2011.

 

Le performance più deludenti sono state quelle di Renren: il social network meglio noto come il ‘Facebook cinese’ era partito all’assalto di Wall Street con una valorizzazione di 5 miliardi di dollari, ma la sua capitalizzazione a fine 2011 si attestava intorno a 1,3 miliardi di dollari.

Una performance che stride coi risultati di un  altro social network, LinkedIn, le cui azioni, introdotte a  45 dollari, sono balzate fino a 122 dollari nel primo giorno di quotazione per poi attestarsi su una media di 62 dollari, in rialzo di circa il 50% rispetto all’introduzione.

 

Valorizzato a circa 14,7 miliardi di dollari, Groupon, il sito che offre sconti e promozioni sugli acquisti di gruppo, aveva rivisto al ribasso le sue ambizioni prima di quotarsi. Dopo una previsione di valorizzazione tra 25 e 30 miliardi, il prezzo delle azioni è stato fissato a 20 dollari, per una valorizzazione di poco inferiore ai 13 miliardi di dollari.

L’IPO di Groupon resta comunque la più importante dopo quella di Google nel 2004. Il re dei motori di ricerca aveva raccolto 1,7 miliardi di dollari per una valorizzazione di 23 miliardi di dollari.

Un record che potrebbe essere presto polverizzato da Facebook, che ha iniziato ad accelerare lo sviluppo dei servizi pubblicitari per incrementare i ricavi in vista dell’IPO.

 

Secondo la società eMarker, il fatturato di Facebook dovrebbe superare i 4 miliardi di dollari nel 2011 e crescere del 50-60% nel 2012. Ma Facebook ha anche altre carte da giocare sul fronte dell’innovazione tecnologica: con oltre 800 milioni di membri, connessi mediamente ad altre 130 persone, il servizio gestisce in tempo reale un numero di azioni che non smette di crescere. Non potendo continuare ad aggiungere server all’infinito per funzionare correttamente, Facebook sta lavorando alacremente al miglioramento delle formule matematiche che fanno ‘girare’ il sito, ponendo le basi di un vantaggio tecnologico che i rivali faranno fatica a recuperare.

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