La raccolta mondiale dei proventi relativi al diritto d’autore ammonta per il 2018 a 9,65 miliardi di dollari. questo il dato emerso dall’edizione 2019 del “Cisac Global Collections Report”, resoconto globale prodotto dalla Confédération Internationale des Sociétés d’Auteurs et Compositeurs.
Un documento fondamentale per comprendere l’importanza della proprietà intellettuale e dei diritti ad essa collegati, elaborato ogni anno dalla Cisac, un’organizzazione internazionale non governativa, senza fini di lucro, che mira a proteggere i diritti e promuovere gli interessi di chi lavora nei settori culturali e creativi di tutto il mondo (dall’arte all’editoria, dal cinema alla tv, dal teatro alla scrittura), anche con la raccolta dei proventi relativi a tali diritti su mandato di autori, editori, produttori, artisti, giornalisti, scrittori e altri attori.
L’intrattenimento si fa sempre più globale, multicanale e multischermo, con il diritto d’autore che, nonostante l’attacco costante della pirateria multimediale, continua nel suo lavoro di tutela della proprietà intellettuale, di protezione delle idee, di promozione del settore creativo, con la difesa delle sue industrie e dei posti di lavoro.
Particolarmente rilevante è il contributo del digitale. Da questo canale le royalty sono aumentate del 30% in un anno a 1,64 miliardi di dollari. Un dato eccezionale frutto della crescita dei canali on demand su internet, soprattutto per la musica, ma anche per il cinema e le serie tv. Qui gli autori digitali hanno visto triplicare i propri guadagni e oggi rappresentano il 17% della raccolta complessiva.
A livello mondiale, per quel che riguarda il digitale, all’Asia va il 26,3% del mercato e all’Europa il 13,3%, ma nella fascia “Digital champions” ci sono Australia, Svezia, Corea del Sud, Messico e Cina.
“Il digitale è il nostro futuro e le entrate per i creatori stanno aumentando rapidamente, ma c’è un lato oscuro, determinato da una vulnerabilità nell’ambiente legale che continua a svalutare i creatori e le loro opere. Ecco perché la direttiva europea sul copyright è così importante per i creatori di tutto il mondo. La direttiva ha inviato un segnale sorprendente e positivo in tutto il mondo, creando un equilibrio più accettabile tra i creatori stessi e le piattaforme tecnologiche”, ha dichiarato in una nota il Presidente Cisac, Jean-Michel Jarre.
Tra i Paesi che negli ultimi cinque anni sono cresciuti più rapidamente in questo settore troviamo il Brasile (+1.800%), il Messico (+1.220%), la Francia (+510%), la Cina (+480%) e gli Stati Uniti (+310%).
Il diritto d’autore in Italia
Per quel che riguarda i proventi derivanti dalla raccolta nei vari segmenti relativi al diritto d’autore, il nostro Paese raggiunge i 583 milioni di euro, perdendo l’1,3% su base annua e posizionandosi al 14° nel mondo per raccolta pro capite con 10,89 euro.
La raccolta nel comparto audiovisivo arriva a 54 milioni di euro in Italia, terzo posto assoluto, il 9%del totale, con una crescita del 12,6%.
Occupiamo invece l’ottava posizione in termini di proventi da copyright in relazione al PIL nazionale (0,033%), contro lo 0,056% della Francia, lo 0,048% della Danimarca e lo 0,042% della Finlandia (rispettivamente al primo, secondo e terzo posto).
Nel comparto musicale, il nostro Paese raccoglie 450 milioni di euro, posizionandosi al 5° posto, con il 5,3% del totale mondiale e una flessione dell’1,8%.
Il dato migliore per l’Italia arriva comunque dal digitale, che dal 2014 ad oggi è cresciuto del 124%, per un valore complessivo di 24 milioni dieuro.