Non è più possibile acquistare virus informatici, malware, guide per le tecniche di phishing, documenti di identità digitali per crearne di falsi, armi e droga sul noto “Berlusconi market”: la piattaforma di vendita online di ogni genere di merce illegale. La più importante nel dark web a livello globale, a partire da quest’anno, dopo le operazioni dell’FBI statunitense e della polizia olandese nei confronti dei black market “Silk road”, “Alfa bay” e “Hansa market”.
Il “Berlusconi market” non è più operativo e i suoi tre gestori sono stati arrestati in Italia (due a Barletta e l’altro a Torino) al termine dell’indagine condotta dal Nucleo Speciale Tutela Privacy e Frodi Tecnologiche della Guardia di Finanza di Roma diretto dal Comandante Col. Giovanni Reccia, sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Brescia.
Key4biz. Come avete fatto a mettere a segno la quarta operazione al mondo ai danni di un black market e ad arrestare i tre amministratori del ‘Berlusconi market’?
Col. Giovanni Reccia. L’attività è iniziata un paio di anni fa dopo alcune segnalazioni di vendita nel dark web, soprattutto di stupefacenti, da parte del nickname “g00d00”, che siamo riusciti ad identificare nel corso dell’indagine e poi ad arrestare a Barletta.
Key4biz. Come ha condotto la sofisticata indagine?
Col. Giovanni Reccia. È stata un’indagine certosina, per esempio abbiamo monitorato i pacchi inviati dall’ufficio postale di Barletta in Europa e nel mondo e siamo riusciti a risalire alle cassette postali nella città pugliese da dove venivano effettuate queste spedizioni. E così nel corso dell’indagine siamo riusciti ad individuare chi effettuava queste spedizioni: una delle tre persone arrestate. Successivamente siamo giunti anche a un suo cugino, che sempre a Barletta, esercitava l’attività di exchange di Bitcoin per la vendita di sostanze stupefacenti acquistate sulla piattaforma. La moneta virtuale è molto diffusa nel mondo dell’illegalità connessa ai traffici illeciti nel dark web. Abbiamo anche sequestrato Pc, notebook e smartphone nel corso dell’operazione, che, dopo essere stati esaminati con le migliori tecniche di analisi forense, ci hanno consentito di arrestare le due persone che gestivano il “Berlusconi market”, che garantiva guadagni di migliaia di euro al mese. Uno dei due aveva il nickname “VladimirPutin” con il ruolo di amministratore e l’altro “EmmanuelMacron”, il moderatore.
Key4biz. Cosa veniva venduto sul Berlusconi market?
Col. Giovanni Reccia. Per il 60% sostante stupefacenti (cocaina, eroina, acidi e psicofarmaci), il 20% valuta e gioielli falsi, il 6-7% armi (anche da guerra), e anche la vendita di guide per la trasmissione di virus informatici, malware e tecniche di phishing, documenti di identità digitali per crearne di falsi e di “bank drops”, servizi per i quali un intermediario si offre di effettuare una transazione su un conto corrente indicato dal cliente, dietro pagamento di una commissione pari ad una certa percentuale della transazione effettuata.
Key4biz. Come funzionava la piattaforma nel dark web?
Col. Giovanni Reccia. Berlusconi market funzionava con le stesse modalità di un normale sito di eCommerce, con la differenza che gestiva e promuoveva la vendita di prodotti di natura illecita, sfruttando l’anonimato del protocollo Tor, il browser che consente la navigazione nel dark web in forma anonima, oltre alla creazione di piattaforme non indicizzabili dai normali motori di ricerca. Anche la creazione di un account sul portale è impostata su username e password, in totale anonimato. Quindi sono anonimi i gestori della piattaforma, i venditori e gli acquirenti dei prodotti illegali. I gestori diventano intermediari dell’attività illecita di vendita, e nel caso dell’indagine guadagnavano dal 4 all’8% per ogni transazione.
Key4biz. Perché questo black market era considerato la piattaforma più affidale, più importante a livello globale nel dark web per la vendita di merce illegale?
Col. Giovanni Reccia. Dopo le operazioni dell’FBI statunitense e della polizia olandese nei confronti dei Black Market “Silk Road”, “Alfa Bay” e “Hansa Market, molti vendor di merce illegale utilizzava il Berlusconi market, che vantava 103mila annunci di prodotti illegali ed era gestita da tre italiani.