L’obiettivo è raggiungere e conservare il primato mondiale sul mercato delle tecnologie wireless e il miglior modo per farlo, come sempre, è anticipare tutti gli altri competitor. La Cina ha annunciato ieri la nascita di un programma di ricerca e sviluppo dedicato completamente al 6G, la rete di prossima generazione.
Dopo il lancio in 50 città cinesi della più grande rete 5G al mondo e dei primi servizi commerciali, destinati al mercato più numeroso del pianeta, avvenuto il 1° novembre 2019 ad opera dei tre grandi operatori statali, China Mobile, China Telecom e China Unicom, è già tempo di gettare un nuovo guanto di sfida al mondo, in particolare agli Stati Uniti.
“La Cina ha istituito due unità di ricerca e sviluppo dedicate al 6G”, secondo quanto dichiarato da Huang Wei, Vice Ministero della Scienza e della Tecnologia, in occasione di un incontro preliminare interministeriale a Pechino, “dando il via alla competizione globale per i servizi mobili di sesta generazione”, si legge nella notizia pubblicata dallo Science and Technology Daily, organo di stampa ufficiale del ministero della Scienza e della tecnologia cinese.
“La conoscenza della tecnologia 6G è ancora in una fase esplorativa – ha spiegato in una nota il vice ministro – non ci sono ancora chiare quali saranno le sue applicazioni più probabili, ma abbiamo iniziato a lavorare su questa innovazione con tutti i dipartimenti di Stato competenti per sviluppare il prima possibile un piano di sviluppo dedicato, con l’obiettivo di lavorare su infrastrutture, standard e utilizzi”.
La prima unità sarà composta da rappresentanti di agenzie governative che si occuperanno di pianificare le policy più adatte per un rapido sviluppo della tecnologia, la seconda sarà invece composta da 37 esperti e professionisti del settore provenienti da centri di ricerca e imprese che dovranno svolgere compiti di consulenza scientifica e tecnologica.
Un’accelerazione nella ricerca e lo sviluppo di tecnologie di nuova generazione che molto probabilmente è frutto delle tensioni commerciali e politiche inaugurate di recente dalla politica commerciale protezionistica voluta dagli Stati Uniti di Donald Trump, che però ha visto Pechino prendere l’iniziativa e rilanciare sul tavolo dell’innovazione (invece di accettare la sfida dei dazi commerciali, dove forse gli Usa sono “per il momento” più forti).
La Cina vuole la leadership tecnologica del futuro e nel frattempo Stati Uniti ed Europa devono decidere che fare, o tentare di competere alla pari (ma servono ingenti risorse finanziarie e visioni politiche e industriali che guardino lontano nel tempo) o rassegnarsi al ruolo di follower.
Il mercato mondiale del 6G, secondo un Report di Mind Commerce, potrebbe arrivare a valere circa 4,1 miliardi di dollari entro il 2030, mentre a livello di prestazioni, si stima una velocità di download di un terabyte (1 TB è pari a 1000 gigabytes) al secondo, il doppio del 5G, che a sua volta promette performance di rete dieci volte superiori a quelle delle attuali reti mobili.