Entro la metà del secolo, il 75% della popolazione mondiale vivrà in aree urbane sempre più estese. La stessa cosa in Europa, con il 72% della popolazione inurbata. Bruxelles, Lussemburgo e Stoccolma potrebbero vedere un aumento degli abitanti anche superiore al 50%.
È quanto emerso dal nuovo Report del Centro comune di ricerca (Joint research centre o Jrc) della Commissione europea, presentato in anteprima in occasione della European Week of Regions and Cities.
Nel documento è illustrato il trend della crescita urbana in Europa da qui al 2050, con particolare attenzione alle città più piccole e quelle medie.
La maggiore crescita di popolazione urbana, infatti, non si avrà nei centri più grandi, ma in quelli minori, soprattutto nell’Europa centrale e orientale, con tassi di crescita tra il 25 ed il 50% entro il 2050.
Oltre le città sopra menzionate, lo studio cita anche Vienna, Budapest, Praga, Monaco, Bologna e altri piccoli centri francesi e tedeschi, come esempi di crescita demografica urbana da esaminare nel tempo e su cui ragionare per anticipare problemi, criticità e tensioni facilmente immaginabili.
Il Jrc suggerisce di rivedere gli impianti urbanistici, di realizzare nuove infrastrutture e nuovi servizi per una popolazione europea che sta invecchiando rapidamente, di promuovere lo sviluppo tecnologico socialmente orientato, con applicazioni avanzate nei trasporti, nella smart city, nella mobilità privata, nella sicurezza, nella sanità e molti altri settori strategici nella quotidianità urbana.
In particolare, il Centro punta il dito contro l’inquinamento dell’aria e dell’ambiente cittadino. Le auto private vanno ridotte il più possibile, raccomandano i ricercatori, a favore di un trasporto pubblico di qualità e innovativo, di una mobilità condivisa e pulita, tra cui anche la bicicletta e i percorsi pedonali, che non inquinano e fanno bene alla salute, e di un aumento progressivo degli spazi verdi in città.
Al momento, le aree verdi urbane in Europa sono cresciute del 38% negli ultimi 25 anni e il 44% dei cittadini ha a disposizione spazi verdi entro 300 metri dalla propria abitazione.
Molte delle città europee che fanno parte del Global Covenant of Majors ha firmato un accordo che le impegna a ridurre le emissioni di CO2 del 27% entro il 2020, ma certo bisognerà fare molto di più su questo fronte.
Le nuove tecnologie possono promuovere significativamente la partecipazione dei cittadini, ma è necessario anche comprendere e migliorare le pratiche attuali ed emergenti. L’innovazione digitale e smart city da sola non basta, serve la collaborazione dei cittadini, la loro presenza e la loro azione: quelle che fino a qualche anno fa erano chiamate smart communities.