Pirateria: Hollywood vs Silicon Valley. Continua la battaglia, Wikipedia annuncia blackout per protesta contro la SOPA

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Lo scontro sulla Legge SOPA, nel bel mezzo della campagna elettorale per le presidenziali, è davvero obiettivo o mosso dai poteri forti?

Stati Uniti


Barack Obama

Nel pieno della campagna elettorale, la Casa Bianca si trova nel bel mezzo della bufera scatenata dalla proposta di legge antipirateria SOPA (Stop Online Piracy Act) e deve mantenere un delicato equilibrio tra gli interessi di Hollywood e quelli della Silicon Valley.

Questo fine settimana il fronte dei grandi player di internet – Google, Facebook, Twitter, Yahoo!, Wikipedia – sembra abbia vinto un primo decisivo round grazie alla presa di posizione ufficiale del presidente Barack Obama che in un comunicato ha dichiarato: “La pirateria online praticata dai siti stranieri è un problema grave che necessita una risposta seria da parte del legislatore, ma non sosterremo una legge che ridurrebbe la libertà d’espressione, aumentando i rischi per la sicurezza informatica o compromettendo il dinamismo e l’innovazione di internet a livello mondiale”.

 

Ma non è detta l’ultima parola. I promotori della riforma, le major cinematografiche e discografiche, che da Twitter hanno ricevuto anche il forte sostegno del magnate dei media Rupert Murdoch (Leggi Articolo Key4biz), non staranno di certo a guardare. E aspettano l’esame di una versione gemella della SOPA, la Protect IP Act, previsto il prossimo 24 gennaio al Senato.

 

Di fatto, rendendo pubblica la loro risposta a due petizioni presentate dalle web company, gli esperti della Casa Bianca evidenziano la loro opposizione alle disposizioni del Progetto SOPA per contrastare il downloading illegale, in particolare quelle che obbligano i motori di ricerca a imporre il blocco dei siti sospetti.

“Ogni sforzo per combattere la pirateria online deve evitare di censurare un’attività legale e non deve dissuadere l’innovazione delle nostre aziende dinamiche“, hanno commentato gli esperti a capo dello staff di Obama: Victoria Espinel, Aneesh Chopra e Howard Schmidt.

 

Lo scorso mese i fondatori di Google, Twitter, Yahoo! e Wikipedia e altri giganti Internet hanno espresso la loro preoccupazioni dicendo in una lettera aperta che il progetto “dà al governo Usa il potere di censurare il web usando tecniche simili a quelle usate in Cina, Malesia e Iran”.

 

Obama ha minacciato de facto di porre il proprio veto ai due Progetti di legge. Secondo alcuni osservatori questa presa di posizione potrebbe far slittare l’esame delle due Proposte sine die, ma non è escluso che il Congresso torni alla carica con un nuovo testo.

 

Dalla loro le major hollywoodiane, raggruppate nella potente Motion Picture Association of America (MPAA), hanno indicato che il Comunicato della Casa Bianca riafferma la necessità di lottare contro la pirateria e invitano le diverse parti a ‘lavorare a una legge equilibrata’.

Il braccio di ferro tra Hollywood e la Silicon Valley non è finito. Gli oppositori non abbassano ancora la guardia: mercoledì la versione in inglese dell’enciclopedia virtuale Wikipedia sarà oscurata per 24 ore in segno di protesta.

Lo ha annunciato su Twitter il suo fondatore, Jimmy Wales: “Studenti attenzione… Fate i compiti presto mercoledì! Wikipedia protesta contro una pessima legge“. E poi ha aggiunto, citando una massima di Martin Luther King, “la libertà non viene mai concessa volontariamente dall’oppressore, deve essere richiesta dagli oppressi“.

Google ha fatto sapere che domani metterà sulla propria homepage un link anti-SOPA contro il rischio che vengano introdotte le nuove disposizioni.

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